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La ricetta infallibile contro le tentazioni che allontanano da Dio

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Juan Barbudo Sepúlveda - pubblicato il 30/03/17

Voglio una vita con te, Gesù!

Il deserto è un luogo in cui si sperimenta il silenzio, l’aridità, la solitudine. Il deserto è totalizzante, perché non c’è assolutamente niente intorno, e in mezzo a quel vasto mare di sabbia si percepisce la fragilità e piccolezza della propria natura umana. Nel silenzio e nell’abbandono del deserto si percepisce inoltre la grandezza di Dio. Non c’è nulla che possa distrarre. Tutta quell’aridità ci parla della nostra unica fonte, che è Dio.

Il deserto è un luogo privilegiato in cui incontrare Dio faccia a faccia. Molti uomini e donne, nel corso della storia si sono ritirati nel deserto per essere soli con Dio e vivere lì una vita dedicata esclusivamente a Lui, senza distrazioni, senza cose banali o superflue. Solo Dio, e null’altro.

Ma il deserto è anche un luogo di tentazione. È lì che sorgono i fantasmi del passato, che cercando di allontanarci dal nostro Centro e di farci rinunciare alla nostra essenza più profonda.

Forse per la particolare vicinanza a Dio, o forse per i sacrifici che comporta sopportare le difficoltà del deserto. La durezza del deserto fa sorgere la tentazione, manifestata a noi mascherato da bene: “Che bisogno c’è di soffrire, quando staresti più a tuo agio a casa tua? Sei sicuro di aver trovato Dio, e di non esserti fatto suggestionare? Se Dio fosse vero, non ti avrebbe lasciato solo e abbandonato nel deserto”.

Questa stessa tentazione la subì il popolo di Israele. Liberato dalla schiavitù, aveva ricevuto da Dio il dono di abitare nella terra promessa, ma quando si trovò nel deserto, e dovette sopportare la fame ed altri disagi, iniziò a dubitare di quella stessa promessa.

Apparvero i fantasmi del dubbio e della sfiducia in Dio. Sorse la tentazione di fare a modo proprio, di tornare indietro anche se questo avrebbe significato tornare alla schiavitù.

La tentazione è sempre un inganno. È una cosa malvagia, un atteggiamento di ribellione verso Dio, ma sotto forma di bene e di felicità.

Chi cade in tentazione, di solito, non ha intenzione di compiere il male. Non lo desidera, ma si è semplicemente lasciato sedurre da una felicità o da un bene che non è reale, e che lo porta lontano da Dio.

Alla base della tentazione c’è l’allontanarsi da Dio e mettere al centro altre cose, forse urgenti, ma superflue e alla fine inutili.

Siamo molto più tentati di quanto pensiamo. Il principale tentatore è il diavolo. A lui non importa che siamo vicini a Dio. Non ci vuole bene, e per questo il suo più grande desiderio è quello di separarci dall’amore di Dio e di farci cadere nel peccato.

Gesù mostra chiaramente quali siano le intenzioni del diavolo. Vuole sedurci con i beni materiali e convincerci di averi poteri soprannaturali che in realtà sono inesistenti. Cerca di presentarci un mondo migliore e più felice, ma in cui siamo soli e senza Dio.




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Ecco la ricetta contro le tentazioni: essere in comunione con lo Spirito Santo. Implorare il Suo aiuto per chiarire e vedere l’inganno e la fallacia di molti argomenti, apparentemente buoni, che ci offre il mondo in cui viviamo.

Dobbiamo sempre contare sull’aiuto di Gesù, che supera ogni tentazione e vince colui che le provoca. Non a caso, una delle frasi che dice che Gesù rivolgendosi al Padre è: “Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”.

Non voglio fare a modo mio, non voglio tracciare un cammino parallelo a Dio. Voglio una vita con Dio! Signore, non lasciarmi cadere in tentazione!

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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