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Sei felice di essere una donna single? E sei grata per questo?

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Pixabay.com/Public Domain

Anna Malec - pubblicato il 28/03/17

Non hai necessariamente bisogno di un compagno per vivere bene

Se siete donne single e state leggendo questo articolo, ho due parole per voi: siate grate!

Ok, credo di sapere cosa state pensando ora (perché io penserei la stessa cosa se qualcuno dicesse a me “Sii grata”): “Perché diavolo dovrei essere grata per il fatto di essere single?”

Non ho nessuno che mi accompagni al matrimonio di mio cugino. Al mio compleanno, i miei genitori spesso aggiungono un desiderio a voce alta mentre soffio sulle candeline: “… e che tu finalmente possa trovare un marito”. I miei amici stanno organizzando una festa per il loro bambino, e quando arrivo io mi chiedono con tono casuale: “Pensi che ti sposerai?”

E allora perdonatemi se non salto su e giù dicendo: “Dio sia lodato! Sono single!”

Sì, sono tutte considerazioni molto valide, perché a volte tutte soffriamo per il fatto di non avere un partner.


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Ma potete anche essere grate per il fatto di non avere una relazione, perché potete usare il vostro tempo per prendervi cura di voi stesse. E allora, anziché pensare a come liberarvi dell’appellativo “single”, pensate a quello che potete fare per conoscere meglio voi stesse, le vostre necessità e i vostri desideri.

Il primo ordine per questa giornata è analizzare il rapporto che avete con i vostri genitori, consiglia Iga Glapińska, della Association of Christian Psychologists.
Il legame con i vostri genitori è la prima lezione che avete avuto a livello di rapporti, e questo vincolo influenza il modo in cui vi rapportate alle altre relazioni della vostra vita, romantiche o meno. “Se non mostrate apprezzamento e non trovate la pace in un rapporto familiare, allora potrete avere delle difficoltà [in altre relazioni] che non saprete come identificare”, sostiene la Galapińska.

Trovare “pace” nel rapporto con i genitori non significa, naturalmente, spezzarlo. È una questione di coscienza.

Si lascia la casa dei genitori con una valigia piena di libri e vestiti, ma ci si porta dietro anche un bagaglio emotivo. Questa valigia è piena di bei ricordi, ma anche di cose che si preferirebbe dimenticare. Iga Glapińska suggerisce che uno dei modi per organizzare il rapporto con i genitori può essere scrivere una lettera in cui li ringraziamo per tutto quello che hanno fatto per noi fino a questo momento. Possiamo anche aggiungere quello che ci piacerebbe che fosse diverso, o anche una richiesta di scuse. L’armonia in questa “valigia” emotiva ci aiuterà a creare migliori limiti tra la nostra vita e quella dei nostri genitori, e a prepararci ad altri rapporti di successo in futuro.


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Qual è il prossimo passo? Pensate agli altri rapporti della vostra vita.

Nello specifico, pensate a quando avete avuto delle difficoltà con i fidanzati e a quali difficoltà può aver avuto con voi l’altra persona. Con un po’ di distanza potrete scoprire qualcosa su voi stesse, dice Iga Glapińska, ma sembra più facile a dirsi che a farsi.

Willy Jurg, uno psicanalista con cui ho parlato, dice di aver formulato tre principi fondamentali di una relazione che possono aiutare quando pensate ai vostri ex fidanzati:
1. Il primo è il principio dell’uguale valore dei partner: l’idea è trattare l’altra persona del rapporto in modo uguale, decidere insieme come coppia e parlare apertamente delle cose che sono importanti per ciascuno.
2. Il secondo principio è la capacità di stabilire frontiere interne ed esterne. Willy Jurg raccomenda di comunicare apertamente le proprie necessità e non solo di “superare” le situazioni difficili.
3. L’ultimo principio è un equilibrio tra il regresso e il progresso, permettendosi a volte di essere deboli, sapendo quando chiedere aiuto al partner e ricevere questo aiuto, ma anche sapendo come restituire l’aiuto ricevuto.

Pensando a questi tre principi, inizierete a vedere delle caratteristiche che vi definiscono e vi sentirete più sicure di voi, sia all’interno che fuori da una relazione.


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Quando si attraversa un momento di frustrazione unica, penso che San Paolo dia buoni consigli. Probabilmente non stava pensando al mondo dei fidanzati quando scriveva ai Tessalonicesi, ma credo che le sue parole siano applicabili anche alle questioni di cuore: “State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito” (1 Ts 5, 16-19).

Queste parole ci possono ricordare che vivere da sole, senza un fidanzato all’orizzonte, non dev’essere una maledizione. Possiamo infatti considerarla un’opportunità per costruire un rapporto con noi stesse.

Perché aspettare un’altra persona per vivere la propria vita? Vivete ora! La vostra identità non è quella di “donna single” ma quella di essere umano, e di una persona che ha molto da offrire a questo mondo.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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