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4 cose che gli uomini possono fare per sentirsi meno soli

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Pablo Rogat | Shutterstock

Jim Schroeder - pubblicato il 27/03/17

La sfida più grande per gli uomini di mezza età non è il fumo o l'obesità, ma la solitudine

“Nessun uomo è un’isola”– John Donne

Seduto di fronte a lui, potevo vedere il rifiuto nel suo volto. Gli anni gli avevano portato vari divorzi e un crescente allontanamento dalla figlia, che sembrava incline a rifiutarlo ancora una volta. In superficie questo rifiuto era spesso mascherato con messaggi duri e accesi confronti, ma nel profondo era chiaro che quelli che amava di più lo avevano abbandonato, e che si sentiva molto solo.

Le ricerche mostrano che man mano che gli uomini invecchiano aumenta il rischio di solitudine e isolamento. Ci sono molte ragioni potenziali per l’isolamento provato dagli uomini – fattori legati alla personalità, circostanze traumatiche, scelte sbagliate, motivi di salute… -, ma indipendentemente dalle cause, l’isolamento non è solo questione di non avere persone vicino, perché molti uomini si sentono soli anche se sono circondati di gente.

Un numero sempre maggiore di ricerche indica che la solitudine provoca un rischio superiore al fatto di sentirsi semplicemente “sconnessi”. Nelle persone isolate, infatti, si riscontrano tassi di mortalità più alti associati a una maggiore probabilità di malattie cardiovascolari e ictus. L’Alzheimer progredisce più rapidamente nelle persone che non dispongono di un buon sostegno sociale. Uno studio ha anche scoperto che essere soli comporta rischi simili al fumo.

Non sorprende che anche a livello psicologico la situazione di chi è solo possa essere particolarmente difficile. Gli uomini soli riferiscono tassi di depressione più alti. Questi rischi non sono i soli che sembrano aumentare più si è soli, perché lo stesso vale per la probabilità di commettere un suicidio. È ben documentato che gli uomini si suicidano circa 3,5 volte in più rispetto alle donne, ma le prove suggeriscono che questa notevole differenza aumenta con l’invecchiamento maschile. Mentre i tassi di suicidio mostrano un declino per le donne over 60, gli uomini bianchi anziani hanno una probabilità di 2,5 volte superiore delle persone in generale di commettere un suicidio, e quelli over 85 sono soggetti a un rischio quasi quadruplicato. Probabilmente la solitudine ha molto a che vedere con questo.


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Nonostante queste brutte notizie, credo che ci sia qualche modo per minimizzare il rischio dell’isolamento nella nostra vita, se riusciamo a mettere da parte la paura e a tirar fuori l’orgoglio maschile:

1. Abbandonare il codice maschile del “Non c’è problema”

Dobbiamo essere onesti su quello che stiamo provando. Non suggerisco di andare in giro a parlare apertamente con chiunque delle sfide che affrontiamo, ma di smettere di agire come se quello che viviamo non fosse niente di che o di fingere di stare sempre bene quando sappiamo benissimo che non è vero.

Nel corso degli anni, sono rimasto molto colpito dalle volte in cui ho visto degli uomini (me compreso) agire come se stessero gestendo tranquillamente una situazione solo per scoprire che la loro vita e le loro condizioni psicologiche erano tutto fuorché “ok”. Purtroppo, molti uomini sono stati abituati fin da piccoli a mentire su ciò che provano dentro per mantenere la pace, evitare i conflitti. Questo, però, non solo porta gli uomini a cercare modi poco sani per affrontare la situazione che vivono (ad esempio pornografia o alcolismo), ma li può anche scollegare ancor di più dalle persone che potrebbero essere invece fonte di grande aiuto. Ne derivano solo più solitudine e più isolamento, e il problema si aggrava. Ci vuole più coraggio per essere onesti su quello che stiamo provando, anche se è difficile, e per riconoscere che il sostegno sociale sarà sempre una delle migliori risorse disponibili. E allora, la prossima volta in cui sarete tentati di accantonare una questione che vi preoccupa, siate onesti (e perfino vulnerabili) su ciò che sta accadendo e aperti a dove può condurre la conversazione.

2. Date priorità alle amicizie come diamo priorità a famiglia e lavoro

Come padre di quelli che presto saranno 7 figli e psicologo pediatrico, so bene quanto sia difficile trovare del tempo per vedere gli amici. È facile lasciar cadere le cose nel dimenticatoio e rimandare gli incontri o progettare appuntamenti che sappiamo che finiremo per dover cancellare. Quando facciamo questo, le conversazioni diventano più superficiali, e mancano il tempo e la sostanza per offrire sostegno quando ce n’è più bisogno. È per questo che è importante mantenere contatti regolari con gli amici. La prossima volta in cui sarete tentati di vegetare davanti alle tv, fate una telefonata a un amico o a un familiare. Può non essere la scelta più semplice, ma potrebbe essere quella di cui avete più bisogno in quel momento.


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3. Sostenersi a vicenda nello sviluppare “inlet”

Gli “outlet” sono opportunità o attività che ci permettono di “sfogarci” e di impegnare le nostre energie in attività che distolgono la nostra mente da situazioni stressanti. Gli “inlet” sono attività e abitudini che ci “fanno bene” molto tempo dopo che l’azione è stata svolta, come correre, lavorare a maglia, meditare, cucinare o scrivere. Gli “outlet” diventano “inlet” quando non solo canalizzano le nostre energie in forma positiva, ma portano anche a migliorarci come mariti, padri, lavoratori e persone. Non c’è niente di male nel fatto che gli uomini si incontrino per bere un drink o guardare una partita di calcio, ma se vogliamo forgiare davvero amicizie in grado di durare una vita dobbiamo farlo concentrandoci sulle cose che contano. Forse potreste suggerire una gita o una corsa la prossima volta che si programma di incontrarsi, o pensare di organizzare un’“avventura” annuale. Qualche anno fa, ho organizzato un’escursione zaino in spalla di 24 ore per uomini in una località qui vicina, e sono stato sorpreso dal numero di uomini che si sono presentati (molti dei quali alla prima esperienza) e dalle conversazioni che ne sono seguite.

4. Iniziare da noi

È facile incolpare gli altri per il fatto di sentirsi soli. A volte è legittimo, perché in alcune circostanze gli uomini vengono abbandonati dalla moglie o dalla compagna, ma spesso la solitudine è il prodotto della non disponibilità a considerare quello che potremmo fare in modo diverso per attirare a noi le persone. Non sto dicendo che dovremmo fingere, non essere autentici, ma a volte le persone che arrivano all’isolamento hanno rifiutato di cambiare degli aspetti di sé che non fanno altro che incoraggiare l’alienazione. È difficile ammettere che siamo pesanti, o che siamo diventati dei brontoloni, ma bisogna tirar fuori l’orgoglio perché il miglioramento di sé può essere la difesa ultima contro l’isolamento. Il modo migliore per iniziare questo processo? Chiedete a chi vi conosce meglio un feedback onesto su quello che vi rende “difficili”. Potreste ricevere grandi sorprese e la vostra apertura potrebbe suscitare un’intesa maggiore immediata.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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