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Il prete che organizza a Roma incontri di spiritualità per artisti

World Youth Days in Cracow. on picture: last preparations for the mess in Blonie aera 25th of July 2016, Cracow, Poland Photo by Wojciech Grzedzinski 0048 602358885 wojciech.grzedzinski@gmail.com woj

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Credere - pubblicato il 22/03/17
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«Gli artisti possono dare un contributo importante all’evangelizzazione». Ne è convinto, don Luigi Trapelli, parroco di Peschiera del Gardadi Saverio Gaeta

Per tutti i suoi amici è ormai «il prete degli artisti». Don Luigi Trapelli, 51 anni, ha da qualche tempo una “doppia vita”, o meglio un “doppio ministero”: normalmente è parroco di San Benedetto di Lugana a Peschiera del Garda, ma una volta al mese prende il treno per Roma e guida un incontro con numerosi personaggi dello spettacolo, divenuto un appuntamento abituale per tanti attori, cantanti, pittori, poeti, che approfittano di questo momento per dare spazio alla spiritualità.

«È un’esperienza che si è sviluppata poco a poco», racconta il sacerdote, «a partire da quando, nel 2005, feci in parrocchia con alcuni giovani un percorso di approfondimento sui libri sapienziali. Una di loro aveva frequentato il Piccolo teatro di Milano e così venne l’idea di mettere in scena un dramma incentrato sulla figura di Giobbe». Di qui prese avvio la produzione di altri spettacoli, sul Cantico dei cantici, su san Francesco, su testi di Jacopone da Todi, che portarono don Trapelli a contatto con un mondo, quello dello spettacolo, che conosceva poco.

DESIDERIO DI SPIRITUALITÀ
A questo punto, “galeotto” fu Facebook, dove il sacerdote cominciò a sperimentare una nuova forma di annuncio attraverso l’amicizia virtuale e lo scambio di messaggi su questioni di fede, esistenziali o affettive. Nel 2009, la decisione di passare dal virtuale al reale: «Rimango stupito da quante persone avevano il desiderio di poter parlare con un prete di problemi profondi, ma anche delle gioie e delle difficoltà che sono normali nel mondo artistico». Fino a quel momento, però, si trattava soltanto di incontri individuali, anche se i primi frutti comunque maturavano.

A dicembre del 2013, l’idea. Per festeggiare il proprio compleanno, invece di restare in canonica, don Luigi decide di invitare a cena tutti gli artisti che aveva conosciuto. In un ristorante di Roma se ne presentano venticinque, e qui viene lanciata la proposta: incontrarsi mensilmente per condividere un cammino spirituale, incentrato su diversi aspetti dell’arte, fra persone credenti, o comunque aperte alla fede, per vivere più in profondità il proprio percorso interiore.

Nel primo incontro, l’11 febbraio 2013 (un lunedì, giorno consueto di riposo per chi fa spettacolo), la lettera di Giovanni Paolo II agli artisti diede lo spunto per le prime riflessioni. I successivi appuntamenti fecero elaborare l’attuale modalità. Spiega Trapelli: «Ogni volta viene proposto uno specifico tema e ognuno contribuisce con qualcosa legato alla propria dimensione. Così l’operista propone un canto lirico, la cantante di musica leggera una canzone, chi scrive poesie ne propone una, l’attore legge un testo che lo ha particolarmente colpito, il pittore dipinge un’icona, e così via».

INSIEME SENZA MASCHERE
Tutto viene messo in comune durante la serata – che termina sempre con la celebrazione della Messa e con la classica tavolata a tarda ora – e, come confida la cantante Ilaria della Bidia (in questi giorni in tour con Andrea Bocelli), «si stuzzica la capacità creativa di ciascuno, ci mettiamo in gioco sino in fondo e torniamo all’essenza dell’arte, ponendo Gesù al centro. Qui ho trovato un luogo nel quale non abbiamo paura di mettere a nudo la nostra anima e di mostrarci senza quelle maschere che, in un modo o nell’altro, sono consuete nel nostro lavoro». Conferma l’attrice Giulia Scarpelli: «Non è un “esibirsi”, ma un condividere qualcosa che ha già avuto senso, sotto l’aspetto spirituale, per qualcuno di noi: un dono ricevuto che si riversa sugli altri».

TALENTI CHE ATTRAGGONO
Don Luigi conclude sottolineando i tre aspetti che caratterizzano gli artisti e che, educati nel modo giusto, diventano punti di forza per l’evangelizzazione: «Una forte presenza dell’ego, grazie al quale l’artista si sente desideroso di annunciare qualcosa agli altri; poi la fantasia che l’artista porta con sé e che lo fa essere creativo e mai banale; infine la profondità dei pensieri, poiché l’artista va al fondo del suo essere, in un atteggiamento di ascolto e di dialogo vero». Un annuncio che riesce così a toccare le corde emotive anche di chi normalmente si tiene lontano dalle funzioni religiose, ma che da un concerto o uno spettacolo si lascia attirare.