Anna, 19enne nigeriana, era venuta in Italia per studiare. Poi la sorpresa. E il “salvataggio” ad opera di “gente di Dio”I volontari delle unità di strada provenienti da Catania della Comunità Papa Giovanni XXIII il 3 gennaio 2017 si sono finti clienti di una prostituta per salvarla. Si tratta di Anna (nome di fantasia), studentessa di origine nigeriana, che stava frequentando l’università e che era stata poi messa in strada con l’uso della violenza.
L’INCONTRO IN STRADA
Anna, ora 19enne, si prostituiva in strada a Genova. L’unità di strada, in uno dei sopralluoghi settimanali, si è fermata si è fermata nei pressi del suo “luogo di lavoro”. «Abbiamo parlato con lei – spiega Katiuscia, volontaria dell’Unità di stradà – le abbiamo chiesto di scappare perché lei ha ammesso da subito di essere vittima di tratta. Ma ci ha detto che non poteva muoversi poiché c’erano le altre colleghe che avrebbero spiato i suoi momenti e avrebbero riferito ai trafficanti».
IL FINTO CLIENTE
Dopo qualche minuto, i volontari e la ragazza si accordano. L’unità di strada abbandona il luogo, mentre un volontario raggiunge un’altra automobile e torna sul posto come finto cliente, chiedendole regolarmente una prestazione, e simulare. Lei sale in macchina e poi si allontanano raggiungendo il resto dei volontari.
DIGIUNO FORZATO
In quel momento finisce l’incubo di Anna. I volontari la accompagnano in comunità dove lei racconta subito tutta la verità. «La comunità è piccola, di tipo familiare, e si è integrata benissimo – aggiunge Katiuscia – E’ felice di essere scappata e di aver avviato una vita nuova. Tra l’altro era anche in condizioni fisiche non buone poiché veniva da una settimana di digiuno. I trafficanti, infatti, non le davano da mangiare perché non aveva racimolato la quota minima fissa giornaliera di prestazioni, pari a 100 euro».
L’UNIVERSITA’
Ora Anna è a Roma e frequenta regolarmente l’università. La sua è una storia incredibile perché in Nigeria, prima di partire per l’Italia, aveva brillantemente superato i test d’ammissione per l’Università internazionale di Roma. Aveva un regolare visto per l’Italia e il suo obiettivo erano gli studi. Ma un amico di famiglia, gancio che avrebbe dovuto aiutarla una volta giunta a Roma, si è rivelato colluso con i trafficanti della tratta.
PICCHIATA E OBBLIGATA ALLA STRADA
Appena giunta in aeroporto lui l’ha accompagnata a casa e l’ha picchiata. «Pensavi davvero che avessi fatto l’università…qui l’unica alternativa per te è la strada…», queste le parole dell’uomo ad Anna, che ancora oggi risuonano nella testa della ragazza.
SOTTO PROTEZIONE
Ora lei è sotto protezione perché c’è il rischio che i trafficanti cerchino sue tracce. Essendo scappata, non ha saldato il debito da 40mila euro che era stata obbligata a sancire con loro. E ogni volta che si reca a lezione in università viene accompagnata da una persona che la “scorta”.
“VOI SIETE GENTE DI DIO”
«E’ una cristiana fervente – racconta Katiuscia – e quando l’abbiamo incontrata la prima volta, le abbiamo detto “Dio è più grande di chi ti sfrutta”. Appena sentite queste parole, ha preso la borsa ed è venuta verso di noi, spiegando la sua situazione».
«Oggi – prosegue la volontaria – ringrazia Dio per averci incontrato, per essersi allontanata dalla strada. Ha capito che anche nei momenti di dolore Dio c’è sempre stato. Ha chiesto il battesimo e fa parte di un coro gospel. “Voi siete davvero gente di Dio – ama ripeterci – quello che mi avete promesso, l’avete mantenuto”».