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Il Papa risolve il “pasticciaccio” della Rota

22 janvier 2016 : Le pape François présent lors de l'inauguration de l'Année judiciaire du Tribunal de la Rote romaine. Vatican, Rome, Italie. DIFFUSION PRESSE UNIQUEMENT. EDITORIAL USE ONLY. NOT FOR SALE FOR MARKETING OR ADVERTISING January 22, 2016: Pope Francis meets the members of "Rota Romana" (Sacra Rota) to mark the start of the judicial year at the Vatican.

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Andrea Tornielli - Vatican Insider - pubblicato il 09/03/17
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Francesco è intervenuto per ripristinare la libertà di scegliere il proprio difensoreLa lettera del cardinale Pietro Parolin che trasmette «l’espressa volontà del Santo Padre» al decano della Rota romana Pio Vito Pinto è datata 18 febbraio 2017. Con poche, telegrafiche righe viene risolta una crisi, o meglio un «pasticciaccio» che nell’ultimo anno ha visto su fronti contrapposti gli avvocati rotali e i superiori del tribunale che si occupa delle cause di nullità matrimoniale. Chiunque ricorra alla Rota sarà libero di scegliersi l’avvocato patrocinatore della causa, come peraltro prevede il diritto alla difesa.

Per comprendere che cos’è accaduto bisogna tornare alla fine del 2015. Il 7 dicembre, cioè il giorno prima dell’entrata in vigore della riforma del processo matrimoniale stabilita da Papa Francesco nel motu proprio «Mitis Iudex» per snellire i procedimenti di nullità, veniva pubblicato un rescritto dello stesso Pontefice con alcune regole e indicazioni dedicate al lavoro della Rota. Una di queste, recitava: «La Rota Romana giudichi le cause secondo la gratuità evangelica, cioè con patrocinio ex officio». È chiara la volontà del Pontefice di venire incontro alle esigenze dei fedeli, specialmente di quelli meno abbienti, e allo stesso tempo calmierare un mondo, quello dell’avvocatura rotale, dove sono presenti come in ogni altro luogo, delle mele marce.

Con un decreto non pubblicato ma soltanto affisso nella bacheca della Rota, il decano Pinto così traduceva quell’indicazione pontificia: «La nomina degli avvocati è riservata al Decano; che può confermare, eventualmente, come patrono d’ufficio, l’avvocato che la parte ebbe nei gradi inferiori». Di fatto la discrezionalità della scelta è stata fatta interamente ricadere sul decano stesso, che è anche giudice nelle cause. Nell’ultimo anno moltissime cause con un avvocato patrocinatore di fiducia sono state rallentate ed è stato cambiato il legale. Il cambio dell’avvocato è stato comunicato dalla Rota alle parti in causa senza che il patrocinatore di fiducia fosse avvertito.

Diversi avvocati rotali e alcuni fedeli hanno presentato un ricorso presso la Segnatura apostolica contro il decreto. Ed è stata anche presentata un’interpellanza urgente al governo italiano, alla quale sarà data risposta venerdì 10 marzo. Vi si afferma che la decisione della Rota viola il Concordato tra Italia e Santa Sede, l’articolo 24 della Costituzione e la Convenzione europea per i diritti dell’uomo in merito al diritto alla difesa: di conseguenza potrebbe impedire il riconoscimento da parte italiana delle sentenze rotali in materia di nullità matrimoniale.

Il problema era però già stato risolto il 18 febbraio 2017, con una lettera del Segretario di Stato Pietro Parolin indirizzata al decano della Rota ma inviata anche alla Segnatura apostolica e al Pontificio consiglio per i testi legislativi. Vatican Insider lo ha appreso da uno degli avvocati rotali al quale è stato appena consegnato un decreto della Segnatura, che cita la lettera risolutiva. Nella quale Parolin comunica che «il Santo Padre ha espresso la volontà che sia rispettato il diritto di ogni fedele di scegliere liberamente il proprio avvocato». Il cardinale, a nome del Pontefice, chiede al decano della Rota di «voler modificare la prassi attuale» e corregge l’interpretazione del rescritto papale del dicembre 2015 data da monsignor Pinto invitandolo a «consentire alle parti che lo desiderano di scegliersi un patrono di fiducia».

In poche parole, la lettera, che se fosse stata resa pubblica avrebbe fatto ritirare l’interpellanza al governo italiano, ristabilisce il diritto di scegliersi liberamente l’avvocato. Il riferimento alla «gratuità evangelica» evocata a suo tempo dal Papa significa e continuerà a significare garantire sempre a tutti, a prescindere dal conto in banca, il diritto ad avere un avvocato e una causa in tempi certi per il riconoscimento della nullità matrimoniale. Ma senza costringere chi non lo voglia a cambiare avvocato, e senza negare la possibilità di nominare un avvocato di fiducia a coloro che intendono farlo.

 

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