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Miracolo per Romero santo, conclusa la fase diocesana

Vatican Insider - pubblicato il 01/03/17

Si è conclusa la fase diocesana del processo sul presunto miracolo che potrebbe portare alla canonizzazione il beato Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo di San Salvador assassinato il 24 marzo 1980 mentre celebrava la messa. Ne dà notizia il blog Super Martyrio, che pur in mancanza di comunicazioni ufficiali cita i tweet dei vice postulatori della causa. 

I documenti del tribunale ecclesiastico sono stati sigillati a San Salvador martedì 28 febbraio 2017 e trasferiti alla nunziatura apostolica della capitale salvadoregna per essere da lì inviate a Roma, alla Congregazione per le cause dei santi. La documentazione sarà dunque presa in esame nei prossimi mesi dal dicastero. Nel caso venga riconosciuta l’inspiegabilità scientifica della guarigione attribuita al beato Romero, la via per la canonizzazione del primo santo originario del Salvador sarà aperta.

La conclusione della causa diocesana sul miracolo è stato confermato da una serie di tweet da monsignor Rafael Urrutia, il vice postulatore, e padre Edwin Henriquez, il secondo vice postulatore. Urrutia ha scritto sul social network: «Questa mattina abbiamo chiuso il processo diocesano per un miracolo attribuito al beato Oscar Romero e sarà inviato a Roma». Foto inserite nei social media ritraggono padre Henriquez mentre consegna le varie scatole di documenti alla nunziatura.

Com’è noto, per la canonizzazione la Congregazione dei santi deve accertare un miracolo attribuito all’intercessione di un beato. Il miracolo deve essere avvenuto dopo la beatificazione. La documentazione inviata in Vaticano sarà prima di tutto esaminata dalla Consulta medica, che studierà la presunta guarigione dalle cartelle cliniche e dalle testimonianze allegate, potendo anche avvalersi dei pareri di altri specialisti per la patologia interessata. Quindi tutto passerà all’esame dei teologi e infine il caso verrà presentato ai cardinali e vescovi membri della Congregazione. Dopo questi tre gradi la parola finale spetterà come sempre al Papa.

Il prossimo 24 marzo i vescovi del Salvador saranno ricevuti da Francesco per la visita «ad limina», anniversario dell’uccisione del beato Romero. Ma è ovviamente impossibile che per quella data possano già essere date delle risposte in merito alla documentazione raccolta. Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Romero.

L’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero, il giorno prima di morire, aveva invitato apertamente gli ufficiali e tutte le forze armate a non eseguire gli ordini, se questi erano contrari alla morale umana: «Io vorrei fare un appello particolare agli uomini dell’esercito e in concreto alla base della Guardia nazionale, della polizia, delle caserme: fratelli, appartenete al nostro stesso popolo, uccidete i vostri stessi fratelli contadini; ma rispetto a un ordine di uccidere dato da un uomo deve prevalere la legge di Dio che dice “Non uccidere”. Nessun soldato è tenuto ad obbedire ad un ordine contrario alla Legge di Dio. Vi supplico, vi chiedo, vi ordino in nome di Dio: “Cessi la repressione!”». Il 24 marzo 1980, mentre stava celebrando la messa nella cappella dell’ospedale della Divina Provvidenza, Romero venne ucciso da un sicario su mandato di Roberto D’Aubuisson, leader del partito nazionalista conservatore Alianza Republicana Nacionalista.

Papa Francesco all’inizio del 2015 ha riconosciuto il martirio dell’arcivescovo «in odium fidei». Romero è stato beatificato a San Salvador il 23 maggio 2015 e la sua festa liturgica è stata fissata per il 24 marzo, giorno della sua uccisione.

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