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Usa 2017, i gruppi dell’odio sono più di 900

pistola

Vatican Insider - pubblicato il 23/02/17

Dopo il travel ban di Trump due istituti di ricerca pubblicano indagini su identità nazionale, fede e realtà che istigano alla violenza. Docenti parlano di studenti impauriti

di Riccardo Cristiano

I temi del vivere insieme e del «nazionalismo bianco», della paura e del pregiudizio, in un paese dove i gruppi che incitano all’odio sono oramai più di 900 e dall’inizio dell’anno si sono registrate 69 minacce contro 54 centri ebraici in 27 Stati dell’Unione e undici allarmi bomba, è davvero rilevante. Tanto che l’autorevole Pew Reserch Center, subito dopo l’emissione del primo bando all’ingresso negli Stati Uniti da alcuni paesi a maggioranza islamica, ha divulgato un’accurata ricerca realizzata nel 2016 sul delicatissimo tema di cittadinanza e religione.

Il sondaggio riguardava quanto e se la religione debba avere rilievo quando si parla di asilo o di cittadinanza degli Stati Uniti e cosa significhi essere un vero americano. Il dato forse più rilevante emerge alla fine del sondaggio: tra tutte le opinioni espresse la meno diffusa è che per essere americani conti esservi nati. Che invece conti essere cristiani per diventare veri americani convince il 32% degli intervistati, mentre il 31% ritiene che la religione del singolo non abbia alcun significato al riguardo.

La ricerca evidenzia poi che il 57% dei «protestanti bianchi di orientamento evangelical» aderisce al gruppo che ritiene molto importante l’essere cristiani per essere americani. Tra i protestanti della «linea principale» concorda il 29% , il 27% tra i cattolici. Tra chi non si definisce affiliato a una Chiesa la percentuale scende al 9%. Analizzando l’orientamento politico degli intervistati, la ricerca evidenzia come più di quattro elettori repubblicani su dieci appartenga al primo gruppo, poco più di due su dieci tra i democratici. Una demarcazione che si ripete tra intervistati sopra i 50 anni di età e giovani sotto i 35 anni: per i primi il dato religioso è molto più importante rispetto ai secondi. Ma, secondo i ricercatori, il dato più significativo è un altro: la vasta maggioranza del campione definisce «vitale» la lingua. Parlare inglese dunque è la cosa più importante per diventare americani. Se i migranti, compresi i rifugiati – conclude il sondaggio – imparano l’inglese e adottano le tradizioni americane, la maggioranza degli americani li accetterà come vera «parte di noi».

I motivi di allarme dunque non mancano, sebbene le conclusioni del Pew Reserch Center evidenzino un dato confortante: ma lo studio del Southern Poverty Law Center torna a richiamarci sulla gravità dei rischi. I gruppi estremisti attivi negli Stati Uniti continuano a crescere. I dati del rapporto indicano la rilevanza dei gruppi anti-islamici, che da 34 nel 2015 sono diventati 101 nel 2016. La crescita è stata accompagnata da un analogo aumento di crimini, e i ricercatori del Splc osservano che la tendenza è proseguita nel 2017, citando l’incendio di una moschea a Victoria, Texas, poche ore dopo l’annuncio dell’ordine esecutivo del presidente Trump.

I gruppi che incitano all’odio sono passati da 892 nel 2015 a 917 nel 2016. Il loro numero complessivo, sottolineano i ricercatori dell’Splc, sottostima il reale livello del fenomeno, visto che un numero crescente di estremisti opera principalmente se non esclusivamente online, mentre il rapporto si occupa solo del mondo «reale».

Si evidenzia un contemporaneo calo dei gruppi eversivi o armati, da 998 nel 2015 a 623. «Il 2016 – ha scritto Potok nell’introduzione della ricerca – è stato un anno di odio senza precedenti. Il Paese ha registrato un forte ritorno del “nazionalismo bianco”, che mette a rischio i progressi registrati nel campo della mutua accettazione, proprio mentre emergeva un Presidente che richiama i valori del “nazionalismo bianco”. Questi estremisti vedono in Bannon un alleato che può essere ascoltato dal presidente».

Lo studio del Southern Poverty Law Center dà conto anche di una prima indagine svolta tra 10mila insegnanti subito dopo le elezioni americane: l’80% parla di ansia e paura tra gli studenti, in particolare immigrati, musulmani e afro americani. Il 70% sottolinea l’uso di linguaggio aggressivo, denigratorio e di simboli estremisti.

Non poteva mancare un aggiornamento su gay e lesbiche, e quindi sull’«Alleanza in difesa della Libertà». Il rapporto sottolinea come molti aderenti e avvocati dell’organizzazione abbiano ingiustificatamente collegato l’omosessualità alla pedofilia, e criticato gay e lesbiche per la persecuzione dei «Cristiani devoti».

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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