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Gesù ci dà l’opportunità di svegliarci ogni mattina come se fossimo rinati

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Catholic Link - pubblicato il 20/02/17
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di Solange Paredes

Come all’improvviso sono passate intere settimane, e molti di noi hanno ormai già dimenticato i propositi fatti per questo 2017. Alcuni però continuano a cercare di realizzare almeno quelli che ritengono siano più importanti, più vicino al proprio cuore. Ma cosa ha di speciale il passaggio ad un nuovo anno, mese o settimana? Chi non conosce l’espressione: “Sì, lunedi comincio”? Cos’ha di particolare il lunedi?

Qualcuno potrebbe dire che sia il lunedi, che un nuovo mese o anno, ci danno un senso di inizio. Ci danno l’impressione che possiamo iniziare di nuovo, che abbiamo una nuova opportunità per fare meglio ed essere migliori. Il video di IKEA che vi proponiamo oggi ci mostra, in modo dolce e alquanto peculiare, come ogni giorno è una nuova opportunità per riscrivere la nostra storia.

Nello spot vediamo due bambini che si svegliano presto al mattino, ma man mano che il giorno va avanti, diventano sempre più grandi. Di notte i due, ormai adulti, tornano a casa e vanno a dormire; ma il mattino seguente, quando si svegliano, sono tornati bambini. E sebbene si tratti di una pubblicità di mobili e arredamento, non ci parla forse in modo molto eloquente della realtà invisibile insita nell’iniziare un nuovo giorno? Il nostro Dio è Colui che ogni giorno ci regala nuove opportunità, un nuovo inizio. «Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; esse son rinnovate ogni mattina, grande è la sua fedeltà» (Lamentazioni 3:22-23).

Ma come traslare questo concetto nella nostra vita? Chi non si è mai sentito disperato perché senza costanza, per aver fallito un obiettivo risoltosi in un nulla di fatto? Chi non si è mai arreso? Pensate a qualcosa di quotidiano, come l’abbonamento in palestra, l’avere più disciplina e il riuscire ad alzarsi prima la mattina. O forse a qualcosa di più profondo, come il non riuscire a perdonare o il trascinare una ferita del passato. Nelle Scritture Dio risponde così:

“Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa” (Isaia 43:18-19).

Nella sua pedagogia di padre, è il nostro Dio ad incoraggiarci e a dirci di non restare impantanati in ciò che è successo, che abbiamo fatto o che non abbiamo fatto. Lo sconforto e l’autocommiserazione non portano a nulla di buono. Cerchiamo piuttosto di onorare il Suo nome e la nuova opportunità che ci dona. Non c’è nemmeno bisogno di aspettare un nuovo mattino, ma ogni istante è il momento giusto per cambiare. Se 20 minuti fa ho perso la pazienza, in questo esatto momento ho l’opportunità di correggermi e riparare al torto fatto. Il problema non sta tanto nella propria mancanza, quanto nel perseverare nell’errore, nel non pentirsi e non cambiare atteggiamento.

Lo stesso accade nel regno spirituale. E la conversione è anche questo. Perché non si tratta di un evento che accade una volta nella vita, bensì di un processo che si verifica ogni giorno. Tutti i giorni. È una maratona della fede, in cui ci saranno diverse cadute, ma a darci sostegno ci saranno sempre i sacramenti (soprattutto la confessione!) e la preghiera. A renderci più forti saranno i piccoli sacrifici che siamo disposti a compiere ogni giorno. Infatti, come dice Madre Angelica: “Abbiamo tutta l’eternità per godere delle sue consolazioni, ma solo questa breve vita per fare qualcosa per Lui”.

Infine, dobbiamo riconoscere ogni nuovo inizio che il nostro Dio ci dà. E approfittarne. Sapendo che, in definitiva, la speranza di cui abbiamo bisogno per iniziare nuovamente viene direttamente dal nostro rapporto con il Signore. La nostra quotidianità con Lui ci dà la certezza della fede, della Sua tenerezza e della Sua consolazione:


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Dio non mette fine alle nostre prove, ma ci permette di sperimentare la forza e l’amore con cui confortava gli apostoli. La consolazione di Dio non consiste nell’insegnarci a scappare dalle prove, bensì nel far sentire la Sua presenza” (Padre Hurault).

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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