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È normale che mio figlio tra i 3 e i 6 anni abbia curiosità per il sesso?

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Elizaveta Galitckaia

LOURDES ILLÁN - pubblicato il 20/02/17

Iniziano le domande! Non abbiate paura di rispondere, con affetto e delicatezza

Quando il bambino compie 3 anni, deve aver superato le abitudini e le condotte dei neonati. Se rimane ancorato a quelle, il suo sviluppo non sarà coerente. Ci saranno condotte che indicheranno che “ormai è grande” e altre che ricorderanno che è ancora piccolino.

A questa età il bambino deve aver abbandonato del tutto il ciuccio e il biberon. Mangerà da solo, usando le posate. Di notte dormirà nel proprio letto, in una stanza diversa da quella dei genitori, e dovrà controllare totalmente gli sfinteri. Dominerà poi il linguaggio al punto da riuscire a farsi capire da persone estranee alla sua famiglia. Avrà iniziato la scolarizzazione.

L’apprendimento del controllo degli sfinteri, in base alla maturità del bambino, inizierà verso i due anni e lo porterà a una grande “scoperta”: i suoi genitali. Questo fatto susciterà moltissima curiosità in lui, e sarà il tema dei suoi primi interrogativi: le differenze fisiche, le differenze tra i due sessi e quelle tra il bambino e l’adulto.

Ci sarà un periodo in cui sarà molto interessato a vedere il corpo dell’adulto nudo e farà molte domande sulle differenze. In queste situazioni dobbiamo comportarci con naturalezza, ma senza dimenticare che è proprio in questo momento che deve iniziare l’educazione della sua intimità, importantissima per preservarli dall’essere vittime di abusi sessuali.


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È possibile che nel contesto familiare il bambino veda in qualche occasione il corpo dell’adulto e constati che ci sono delle differenze, e non solo a livello di dimensioni. Questo non vuol dire che ci si debba lasciar andare a un esibizionismo superfluo davanti ai bambini, altrimenti staremo inviando loro il messaggio per cui il pene o la vulva sono lo stesso del naso o delle orecchie, e non è così. Il pene o la vulva sono parti del nostro corpo particolarmente vulnerabili, e non solo alle infezioni. Si portano coperti, protetti, perché sono parti delicate e soprattutto intime, che si mostrano solo in determinati momenti a mamma o a papà.

Oltre alle differenze fisiche con l’adulto, il bambino inizierà anche a vedere che ci sono differenze con i suoi coetanei del sesso opposto.

Dobbiamo informare i bambini e le bambine sul fatto che gli organi sessuali degli uni e degli altri sono diversi. Non manca niente a nessuno, ed è meraviglioso che sia così, perché anche uomini e donne sono diversi in questo. Spiegheremo ai bambini che se fossimo tutti uguali, una volta diventati adulti non potremmo avere bambini, perché non ci sarebbero un papà e una mamma. Logicamente non serve spiegare a tre anni perché sono necessari un papà e una mamma. Si dice semplicemente, e più avanti saranno i bambini stessi a chiederlo.

In questo modo, trasmettiamo ai piccoli due idee fondamentali per la loro educazione. La prima è che non esiste la preponderanza di un sesso sull’altro, perché entrambi si complementano e si completano. L’altra, non meno importante, è che per essere genitori e generare una nuova vita, oltre ad altri requisiti, servono un uomo e una donna.

Non dobbiamo eludere le risposte, ma neanche rispondere con una dissertazione tecnica, perché creeremmo un alone di mistero e di proibizione intorno al tema. Si daranno le informazioni man mano che il bambino le richiederà, e la risposta sarà semplice, in base alla sua capacità di comprensione e sempre adeguata alla realtà.


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Anche se questo “tempo di attesa” ha un limite, i 6 anni, perché i nostri bambini, con i tempi che corrono, sono bombardati da “informazioni sessuali” e non possiamo adagiarci se vogliamo essere noi ad avere con loro questa bella conversazione. Se non lo facciamo noi lo faranno altri, e sicuramente non sarà con lo stesso affetto e la stessa delicatezza. In alcune occasioni dovremo rispondere con un’altra domanda, per sapere “cosa sanno”, e “cos’ha suscitato la loro curiosità”, e adattare così meglio la risposta alle loro necessità.

L’idea della sessualità che trasmetteremo ai nostri figli dipenderà senz’altro dalla nostra formazione. Al margine delle nostre convinzioni morali e religiose, dobbiamo sempre trasmettere un’idea sana, pulita, naturale e bella di un aspetto così determinante in tutta la nostra vita di relazione con gli altri.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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