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Uno studio rivela che le persone che piangono sono più forti

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Chepko Danil Vitalevich

RESILIÊNCIAMAG - pubblicato il 16/02/17

Piangere dimostra che si è liberi da convenzioni e apporta innumerevoli benefici psicologici

Le emozioni non sono tutte uguali, né trovano lo stesso grado di accettazione nella nostra società. L’emozione più accettata è la felicità, fondamentalmente perché è un segno di sicurezza e di successo. Per questo ci vediamo costretti a fingere di essere felici, rispondendo che stiamo bene e sorridendo anche quando dentro siamo distrutti.

La tristezza è invece catalogata come emozione negativa, un’emozione da nascondere e della quale dovremmo anche vergognarci. Le espressioni di tristezza, come spalle basse e occhi bagnati di lacrime, sono considerate segni di debolezza e insicurezza.

Una società che esige che siamo sempre felici e disposti a conquistare il mondo è ingiusta, perché non funzioniamo così. Spesso siamo tristi. Stigmatizzare la tristezza serve solo a farci sentire peggio, a farci pensare che non siamo abbastanza forti da affrontare i problemi.

In realtà, però, le persone che esprimono la propria tristezza e piangono hanno un maggiore equilibrio emotivo di quelle che reprimono le lacrime e nascondono i propri sentimenti. Un proverbio irlandese dice che “le lacrime versate sono amare, ma ancor più amare sono quelle che non si versano”.

Perché le persone che piangono sono emotivamente più equilibrate?

1. Non reprimono le loro emozioni

Quando vi sentite euforici nascondete il vostro sorriso? Se sentite un suono forte in casa di notte vi spaventate? Solo le persone sicure di sé, con intelligenza emotiva, sono capaci di riconoscere le proprie emozioni e di esprimerle, anche se sono considerate “negative”. Serve molto coraggio per andare controcorrente ed esprimere quello chi si è davvero o come ci si sente in quel momento. Il filosofo Seneca ha affermato che “non c’è maggior motivo per piangere che non poter piangere”.

Mantenere la mente fredda e reprimere le emozioni ha un grande costo, non solo per la nostra salute psicologica, ma anche per quella fisica. Molti studi legano la repressione emotiva a un rischio più elevato di sviluppare malattie come l’asma, l’ipertensione e le patologie cardiache. Curiosamente, uno studio realizzato all’Università di Stanford ha scoperto che le persone che in genere reprimono le proprie emozioni reagiscono alla pressione e allo stress in modo esagerato.

2. Approfittate delle lacrime per cambiare prospettiva

Sapevate che le lacrime alleviano lo stress, l’ansia, il dolore e la frustrazione?

Le lacrime non sono solo l’acqua per pulire l’anima, ma anche quello che serve per pulire i nostri occhi e permetterci di vedere la situazione da un’altra prospettiva. Le lacrime ci rafforzano e ci permettono di crescere.

Circa il 70% delle persone pensa che piangere sia confortante, e che il pianto ci permetta di vedere le cose da un punto di vista più positivo. Quando smettiamo di piangere, la nostra mente è più chiara, e in pochi minuti saremo in grado di analizzare la situazione partendo da un altro punto di vista. Ciò è dovuto al fatto che le nostre emozioni si equilibrano, e la nostra mente razionale è pronta a entrare in azione.

3. Il pianto è terapeutico?

Sapevate che piangere stimola nel nostro cervello la liberazione di endorfine, che ci aiutano ad alleviare il dolore e promuovono uno stato di relax e di pace? È per questo che dopo aver pianto ci sentiamo meglio e più tranquilli. Lo studio ha verificato che non conviene mettere fine al pianto. Bisogna lasciarlo sfogare perché la prima fase ha solo un effetto di attivazione, mentre la seconda ha un effetto calmante che riduce la frequenza cardiaca e respiratoria. A volte piangere fa meglio che ridere.

Uno studio effettuato dall’Università della Florida ha scoperto che il pianto è profondamente terapeutico, soprattutto quando si unisce a un “rimedio relazionale”, ovvero quando avvicina altre persone e queste ci consolano. Si è anche verificato che il pianto triste, quello che è destinato a creare nuovi legami dopo una perdita, ha un potere catartico.

4. Non si sottomettono alle aspettative sociali

Le persone che non hanno paura di piangere si sentono più libere, più capaci di esprimersi senza vedersi pressate dalle convenzioni sociali. Non hanno paura di deludere gli altri né di mostrare la propria presunta “debolezza”, perché in realtà questa non esiste.

Le persone che piangono sono più vere e non vogliono vedersi segnate dalle aspettative sociali. Questa consapevolezza le porta ad essere più libere e a vivere secondo le proprie regole. Queste persone sono veri “attivisti” che lottano per una società emotivamente più sana e non si vedono costrette a nascondere quello che provano.

5. Si collegano emotivamente attraverso le lacrime

Il pianto è una delle espressioni più intime dei nostri sentimenti. Quando piangiamo di fronte a qualcuno, è come se stessimo mettendo a nudo la nostra anima. Per questo, le lacrime aiutano a creare un legame speciale.

Quando l’altra persona “accetta” la nostra tristezza, senza provare a fuggirne o a usare parole di incoraggiamento come scudo, ci sostiene e rimane al nostro fianco. Si crea un legame unico. Una delle funzioni delle lacrime è proprio quella di chiedere aiuto, anche se in modo indiretto, mostrando la nostra impotenza perché gli altri ci confortino.

Il pianto e la tristezza devono essere quindi intesi come un segno non di debolezza, ma di forza interiore. Non piangiamo perché siamo deboli o incapaci, ma perché siamo vivi e non ci vergogniamo di esprimere i nostri sentimenti.

Come diceva il poeta argentino Oliverio Girondo, “Piangere a vive lacrime, piangere a lutto. Piangere tutto, ma piangere bene. Piangere d’amore, di stanchezza e di gioia”.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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