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Parolin: attenzione su migrazioni, lavoro e giovani

Vatican Insider - pubblicato il 14/02/17

C’è “sintonia” tra Santa Sede e governo italiano sulle emergenze sociali, una condivisa preoccupazione per i cristiani perseguitati in Medio Oriente, la necessità di rilanciare l’Unione europea, mentre la Chiesa ha espresso la propria preoccupazione in merito al rischio di ridurre la questione del testamento biologico, in discussione al Parlamento, al solo tema dell’autodeterminazione del paziente.

All’uscita da Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede dove, come ogni anno, si è svolto l’incontro tra autorità italiane, e vertici di Vaticano e Cei, è questo il quadro tracciato dal cardinale Pietro Parolin.

L’incontro, ha detto ai giornalisti il Segretario di Stato vaticano, è stato “disteso” e c’è stato modo di affrontare sia “sintonie” che”preoccupazioni” da parte della Chiesa, nonché alcune “questioni bilaterali”.

“Gran parte dell’incontro è stato dedicato a temi ed esigenze della gente”, ha detto Parolin, “la mancanza di occupazione, i giovani, le migrazioni”, nonché – ha affermato ai microfoni di Tv2000 – la necessità di una “ricostruzione morale e materiale” dopo i terremoti.

“Abbiamo parlato anche del fine vita. C’è preoccupazione per la riduzione del tema alla problematica dell’autodeterminazione della persona”, ha detto il porporato veneto. “Serve più dialogo tra medico e paziente”.

Tra i temi affrontati con la delegazione guidata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalPresidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in vista del prossimo vertice Ue che si svolgerà il 24 marzo a Roma per i 60 anni della comunità europea, la necessità di “ripensare e rilanciare” il progetto europeo. Tra i temi affrontati anche i cristiani perseguitati in Medio Oriente e la necessità di proteggerli in quanto “cittadini” dei loro paesi che in quanto tali non possono essere oggetto di discriminazione.

Parolin è tornato ad esprimere preoccupazione per i populismi che crescono nel mondo, sottolineando che l’incapacità di accogliere e integrare gli immigrati “non è una buona politica” e che bisogna impegnarsi affinché la storia “non si ripeta nei suoi aspetti negativi”. Il porporato non ha confermato se a maggio, quando verrà in Italia per il G7 di Taormina, il presidente Usa Donald Trump incontrerà il Papa.

A Palazzo Borromeo Parolin era con i monsignori Becciu, Gallagher, Borgia e Camilleri della Segreteria di Stato e i vertici della Cei, il cardinale presidente Bagnasco e il segretario mons. Galantino. Presenti per il governo italiano i ministri Alfano, Minniti, Padoan, Fedeli, Pinotti, e là sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. Il vertice Italia-Vaticano è stato seguito da un concerto – presente anche la sindaca di Roma Virginia Raggi – eseguito dalla Cappella musicale pontificia Sistina e dalla junior orchestra di Santa Cecilia. 

Galantino uscendo ha detto: «Non si può andare avanti mettendo come pilastro assoluto iniziale quello della autodeterminazione assoluta escludendo il medico, le strutture, la possibilità della partecipazione alla decisione anche del medico, anche della struttura… Da parte del governo abbiamo avuto una rassicurazione di attenzione su questo problema. Loro hanno detto che è una iniziativa parlamentare e quindi il governo per ora non c’entra in questa cosa qua». 

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