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Cosa mi ha insegnato la gravidanza sulla mia impotenza

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Anna O'Neil - pubblicato il 14/02/17
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La vulnerabilità di una madre è il terreno perfetto per far aumentare la fiducia, e forse l’unico in cui possa davvero aumentareEccomi qui, seduta alla mia scrivania, mentre all’interno del mio corpo il mio bambino sta lavorando sodo, producendo 250.000 neuroni al minuto. I nostri corpi, cooperando insieme, sono immersi in questo processo incredibilmente complicato per farlo crescere e sviluppare, anche se dall’esterno non si direbbe.

È un processo di cui sono parte integrante, ma sembra stranamente passivo. Non solo non capisco il 95% di quello che sta accadendo dentro di me, ma non riuscirei a iniziarlo o a fermarlo (intendo con la semplice forza di volontà) se provassi a farlo. Posso trattenere il respiro, ma non posso mettere in pausa il bambino. Una volta iniziate, la vita e la crescita del bimbo sono immediatamente fuori dal mio controllo.

Ogni donna incinta prova questo senso di mancanza di controllo, reso ancor più doloroso dalla constatazione di quanto sia importante per noi che il bambino sia al sicuro. Mi sono preoccupata fin dal momento in cui ho visto il segno positivo sul test di gravidanza. Sarebbe andato tutto bene? Sarebbe stato sano? Ecco una personcina che amo profondamente, che dipende da me letteralmente per tutto a questo mondo, ma che non posso proteggere dalla malattia, dalla sofferenza e forse perfino dalla morte. Con l’eccezione dei pochi momenti della gravidanza in cui lo guardo nelle ecografie, non so nemmeno se sta ancora crescendo lì dentro. Ho così tanto amore e così poco potere…

Ho iniziato a pensare a controllo e potere, e ho capito che questi concetti sono quasi sempre complete fantasie. Controlliamo così poche cose nella nostra vita! Non posso scegliere il mio corredo genetico, i miei genitori, il mio luogo di nascita o le persone e gli eventi che hanno modellato la persona che sono oggi. Non posso scegliere la struttura del mio cervello. Non posso salvare le persone che amo o cambiare le scelte di qualcuno. Controllo solo una cosa: le mie azioni. Solo queste. E non è molto.

E allora sto cominciando a vedere questo intenso senso di vulnerabilità che mi porto dietro come una sorta di benedizione. E questa vulnerabilità non è affatto esclusiva delle donne incinte. Chiunque è in qualche misura consapevole della propria impotenza. La benedizione è che il fatto di conoscere la nostra impotenza è il terreno perfetto per far aumentare la fiducia, e forse l’unico terreno in cui possa davvero aumentare.

Cristo ha detto a Santa Faustina: “Le grazie della mia misericordia si attingono con un solo recipiente e questo è la fiducia. Più un’anima ha fiducia, più ottiene” (Diario, n. 1578). Non dobbiamo aggrapparci alla sicurezza che deriva dal controllare totalmente tutto quello che conta per noi nella vita. E non è perché nessuno ha questo controllo, ma solo perché non dobbiamo. Spetta solo a Dio. L’opposto del controllo non è il caos, ma la fiducia.

Confidare nel potere di Dio al di sopra del nostro è fonte di grande liberazione. “Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? (…) Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno” (Lc 12, 26. 32). L’unico modo per uscire dalla grande paura che sperimenta ogni essere umano è una fiducia altrettanto grande. Questa paura è tuttavia un dono, perché ci sussurra nel cuore la consapevolezza per la quale non c’è quantità di denaro, potere o influenza che potrà mai farci sentire veramente al sicuro, e che nessun uomo sfugge alla morte. Che buona notizia, allora, sapere che al Padre nostro è piaciuto di darci il suo regno! Non ci viene richiesto il controllo, che è al di fuori della nostra portata, ma solo la fiducia.

Quando sono debole, è allora che sono forte”, scrive San Paolo (2 Cor 12, 10). L’unica forza che possiede l’umanità povera è caduta è una forza presa in prestito, la forza di Dio.

Anche se dobbiamo tutti riconoscere la nostra impotenza, c’è un motivo speciale per cui la gravidanza ci rende ancor più dolorosamente consapevoli di quanto non possiamo controllare. È perché la fiducia, più di qualsiasi altra cosa, è quello che una madre deve insegnare al proprio figlio, e se lei ascolta bene imparerà come confidare ancor prima che nasca il bambino. L’incertezza nella vita, ma soprattutto durante la gravidanza, allena la madre ad essere in grado di offrire a suo figlio il dono più grande di tutti in questo mondo incerto, confuso e caotico – la fiducia nella forza di Dio, che tutti noi dovremmo favorire.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]