L’annuncio della rinuncia di Papa Benedetto XVI «non lo riesco a definire drammatico perché era una decisione presa con totale responsabilità e quindi anche con serenità di fronte a Dio». Padre Federico Lombardi, ex direttore della Sala Stampa vaticana e attuale presidente della Fondazione Ratzinger, ricorda con queste parole quell’evento senza precedenti nella storia della Chiesa universale che fu la rinuncia di Ratzinger al ministero petrino, avvenuta quattro anni fa.
In un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, il gesuita ripercorre quei momenti delicati e del tutto inediti, durante i quali, da portavoce vaticano, dovette affrontare la stampa giunta a Roma da tutto il mondo. «Lo sgomento è una sensazione che non ho assolutamente mai avuto – racconta -. Del resto chi era vicino al Papa, negli ultimi mesi prima della rinuncia, si era reso conto che si sentiva giunto al limite delle sue possibilità per uno svolgimento normale e pieno del suo servizio». «Certamente – aggiunge il gesuita – Benedetto XVI ha fatto diventare reale quella che era semplicemente una possibilità. Con questo ha aperto una strada che può essere eventualmente percorsa dai suoi successori. Così se si dovessero trovare in una situazione analoga, liberamente davanti a Dio, potrebbero giungere ad una conclusione simile».
Ai microfoni della Radio Vaticana, padre Lombardi parla anche del periodo trascorso dal Pontefice emerito dopo la rinuncia, «nascosto al mondo» tra le quattro mura del monastero vaticano Mater Ecclesiae, salvo rade apparizioni pubbliche. «Il modo in cui ha vissuto e vive questi anni corrisponde a quello che ci aveva detto, cioè vivere nelle preghiera, nel ritiro, da un punto di vista spirituale e con estrema discrezione, il suo servizio di accompagnamento nella preghiera della vita della Chiesa e di solidarietà anche, con il suo successore proprio nella sua responsabilità. Questo è quello che sta avvenendo, in piena serenità», dice.
Come presidente della Fondazione Ratzinger, più volte ha avuto modo di incontrare il Papa emerito. «L’ho trovato perfetto dal punto di vista della lucidità, della presenza spirituale, mentale, e quindi è un vero piacere stare con lui», spiega all’emittente di cui fu anche direttore. «Naturalmente il tempo passa e quindi le forze non aumentano strada facendo, mentre quelle mentali e spirituali sono perfette, le forze fisiche vanno dunque un po’ indebolendosi. Tuttavia è una persona che non ha malattie particolari, quindi si vede la fragilità che aumenta con l’età, però sta in piedi, può camminare in casa. Lo si incontra come una persona anziana divenuta un po’ più fragile con il passare del tempo, ma che è perfettamente presente e che è piacevolissimo incontrare».
Secondo Lombardi, è «veramente molto bello avere il Papa emerito che prega per la Chiesa, per il suo successore. È una presenza che noi sentiamo, sappiamo che egli c’è e anche se non lo vediamo spesso, quando lo vediamo siamo tutti molti contenti perché gli vogliamo bene. Quindi lo sentiamo come una presenza che ci accompagna, che ci conforta, che ci rasserena».
Sul rapporto tra Benedetto XVI e il successore Papa Francesco, l’ex direttore della Sala Stampa afferma: «Stiamo vivendo una realtà inedita, ma è bella, è consolante; direi che tutte le volte che vediamo delle immagini di Papa Francesco e il suo predecessore insieme, è una grande gioia per tutti ed è un bell’esempio di unione nella Chiesa, nella varietà delle condizioni».