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Spiritualità
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L’eternità si nasconde in ogni istante

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 10/02/17

Sì, la tua vita è sacra

Non so perché mi piacciono tanto le pietre sacre. Hic significa qui. Qui sulla terra Gesù è nato, morto, vissuto e ha amato. In Terra Santa i luoghi sono pieni di vita. Di anima. Sono sacri. Sono pietre e grotte sacre. Sono storia sacra.

La vita si coniuga al presente. In un momento. In un luogo. È così. C’è sempre un hic e nunc. A qui e un adesso. Una parola. Un abbraccio. Un passo. Una mano che salva. Che tocca e guarisce. Un oggi. Un presente.

Quando si torna in un posto, è come se si potessero sentire di nuovo le stesse parole udite un tempo. Come se si potesse percepire nell’aria una melodia, conservata dal tempo. In un eterno presente che non muore mai.

Credo che le mie azioni siano marchiate con l’eternità. Me ne rendo conto ora. Lo dichiaro ad alta voce, adesso. In un luogo. Qui. E l’eternità è per sempre incisa nella mia anima. Sulla terra. Nella roccia.


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Penso all’importanza del luogo in cui Maria disse “sì”. O del Golgota, è morto dove Gesù. O dove è nato Giovanni il Battista. Tocco le pietre sacre e le custodisco nella mia anima. E sento, nel profondo, la fede di tanti che prima di me hanno ripetuto gli stessi gesti. Pronunciarono, con un canto, le stesse parole. E ogni cosa torna a vivere di nuovo. Si ripete. Si adempie.

Sono commosso dal potere della mia voce. Delle mie mani. Voglio guardare oltre i luoghi che mi sono famigliari. Dare più considerazione alle parole che pronuncio. Ogni cosa diventa parte della mia vita sacra. Senza il “me di qui”, senza il “me di ora”, non sarei quello che sono.

Ripeto i miei gesti come il primo giorno. Pronuncio le mie parole senza dimenticarne alcuna. Non escono dal nulla, ogni mattina. Sono storia, impressa nella roccia. Hic et nunc. Qui ed ora. Non lo dimentico. È la mia storia sacra.

Mi piace scavare la roccia con le mie mani, con i miei passi. Lasciare la mia voce sacra appesa sulla roccia. Faccio la storia ogni giorno. I miei passi non saranno dimenticati. Non li dimentico. Per questo voglio imparare a prendermi cura del mio presente. Della mia fedeltà creativa.

Non ripeto gesti vuoti. Sono pieni di vita. Hanno una carica prezioso. Voglio vivere con più profondità. Voglio scavare nella mia vita. Nelle mie radici. Ho la fede di un bambino. Non sono incredulo. Abbraccio la roccia. E ad essa mi affido.


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Gesù mi ricorda che la mia vita è sacra. Pronuncio il mio “sì”. Ripeto il gesto del mio impegno. E l’amore di Dio, in un istante, viene a dimorare nelle profondità della mia anima.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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