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Perché bisogna credere agli angeli custodi qui sulla terra

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Melchior Paul von Deschwanden (1811-1881) - Wikipedia

Marta Klimek - For Her - pubblicato il 09/02/17

Una semplice preghiera dell'infanzia mi ha insegnato come conciliare la fede negli angeli con il vivere in un mondo non proprio angelico

Sul letto della mia stanza, quando ero piccola, era appeso un quadro che raffigurava un angelo che abbracciava un piccolo bambino. Colori pastello, visi perfetti — un’illustrazione presa da un libro per bambini. Mi ricordo che pregavo assieme alla mia famiglia “Angelo di Dio, mio custode caro…” Questa era la preghiera che amavo di più, forse perché mi piaceva la bella immagine davanti alla quale ci inginocchiavano ogni mattina e ogni sera.

È da tanto tempo, ormai, che prego da sola, e la bella immagine angelica è stata sostituita da una della Signora di Medjugorie. L’Angelo Custode è andato perso da qualche parte, col passare degli anni e i vari traslochi. Ma a volte mi sembra come se sia nella folla che mi circonda. Pensandoci bene, credo che mi sia apparso nelle sembianze di gente comune, di coloro che mi hanno aiutato ad uscire da situazioni difficili, che mi hanno dato forza, o che mi hanno semplicemente infettati con il loro ottimismo. Anche se non recito più così spesso quella preghiera, credo da molto tempo che il mio Angelo Custode venga da me nella forma di gente comune e per bene.

Ma continuo a pensare che è buono che i bambini imparino la preghiera all’Angelo Custode, perché crescendo, molto gradualmente, mi ha dato le fondamenta di cui avevo bisogno per avere fiducia nella bontà del mondo.

All’inizio, però, lo ammetto: è stato proprio l’opposto. Da adolescente mi ha portato a chiedermi perché un mondo pieno di angeli custodi fosse così difficile e a volte del tutto ingiusto. L’immagine dell’angelo affettuoso ed ideale sembrava stridere con il mondo reale che conoscevo. Dov’era il mio Angelo Custode quando inciampavo? Dov’era quando tutto andava a pezzi? Dove si trovava durante le malattie, gli incidenti e i disastri? Mi sentivo ingenua e cercavo di accettare il fatto che il mio angelo non mi poteva proteggere da, beh… dalla vita.

L’Angelo Custode color pastello

Così il mio Angelo Custode non poté proteggermi dalla crudeltà del mondo reale o dal male che attende dietro l’angolo… né, di certo, da me stessa. Ma qualcosa che ha detto Papa Francesco mi ha aiutato a conciliare gli angeli custodi colorati della mia Bibbia per bambini con le Scritture reali, e con il mondo nel quale vivo. Ha rimarcato il fatto che gli angeli non sono qualcosa di inventato, ma sono invece una realtà. “Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato” (Esodo 23.20). C’è un dettaglio che le storie per bambini non riportano. La continuazione di quella promessa, nella quale il Signore dice che dobbiamo ascoltare il nostro Angelo Custode, che non dobbiamo rigettarlo ma che bisogna ricordare che è sempre lì, e che ci guida alla felicità eterna. Anche se la strada non è sempre angelica.

Il ruolo dell’Angelo Custode non è di far cessare tutte le nostre difficoltà o di coprirci con uno scudo a prova di proiettile per proteggerci da “ogni male”. Egli è lì per vegliare su di noi, solo questo. E noi dovremmo fidarci di lui e seguirlo quando lo sentiamo. Poiché il nostro Angelo è sempre con Dio, può agire come un intermediario o — come dice Papa Francesco — “un ambasciatore che è con noi in Nome Suo e ci supporta con il suo aiuto”.

Fiducia di bambino

Nella stanza dei bambini, assieme all’Angelo Custode, spesso lasciamo la nostra fiducia. La nostra fiducia nelle cose che una volta così facilmente accettavamo, perché non avevamo nulla che sfidasse la nostra fede, la nostra determinazione. Forse questo è il problema. Perché per sentire la voce di un amico invisibile, specialmente quando la vita è difficile, bisogna credere ed aver fiducia, che l’angelo è con noi, e assieme a lui, Gesù, che sa e veglia. È inevitabile che a volte facciamo fatica a vedere il nostro amico invisibile, ma grazie ad una preghiera dell’infanzia, io continuerò a cercarlo, continuerò a cercare di sentire la sua presenza quando il mondo si mostra scuro, o meno angelico di quanto vorrei.


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Così oggi, ancora una volta ho pregato:

Angelo di Dio, del ritratto a pastelli, vieni ed aiutami a confidare nella tua presenza angelica, di nuovo. Fa che io non dubiti che tu sei sempre con me, insegnami ad ascoltare come un bambino la tua voce. E quando io dimentico di nuovo che Tu sei sempre li, e smetto di ascoltarti, toccami e riportami all’ordine. Sii con me, sii nei cuori delle persone che incontro, dimmi cosa è buono e guidami al Signore. Amen.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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