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Cos’ha a che vedere la storia di Nemo con quella di un bimbo prematuro che è riuscito a sopravvivere?

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Catholic Link - pubblicato il 09/02/17

Ogni vita ha la sua storia. Il video seguente inizia dicendo: “Tutti amiamo le storie, nasciamo per esse, le storie dicono chi siamo, tutti vogliamo essere rassicurati sul fatto che le nostre vite hanno un significato, e non c’è modo più grande di esserlo di quando ci connettiamo attraverso le storie”.

Francis William è nato quattro mesi prematuro, ma è sopravvissuto  – contro ogni previsione – grazie all’amore e alla cura dei genitori, degli zii e del personale dell’ospedale dove era ricoverato. I genitori di Francis non sapevano quale sarebbe stato il suo futuro. Nemmeno i genitori di Andrew Stanton, il creatore di “Alla ricerca di Nemo”, conoscevano quale sarebbe stato il futuro di loro figlio, nato anch’egli prematuro. Le famiglie di queste due persone credevano nella vita, ritenendolo il dono più grande, e nel diritto fondamentale di ogni persona alla vita.

A volte ci sembra di camminare senza meta, di non trovare il senso della vita. Ma non bisogna andare lontano per trovarlo e restare meravigliati di ciò che siamo stati, che siamo e che vogliamo essere. Vi invito a riconsiderare la vostra storia. Ricordatevi che siete nati in una famiglia che vi ama e che si prende cura di voi, che avete amici che vi hanno a cuore e che condividono le loro storie con voi, ma soprattutto che siete vivi!

Mi piace la canzone “Gracias a la vida” di Mercedes Sosa, perché ringrazia la vita per gli occhi, le orecchie, i piedi, il cuore e anche per le lacrime. Il punto è essere felici per quello che si è, essere soddisfatti di quello che si ha. In questo modo si riesce ad apprezzare i piccoli dettagli di ogni giorno e usare pienamente i propri talenti. Essere vivi è una delle principali ragioni per cui essere felici. C’è un motivo se siamo su questa terra: Dio ci ha amati e ci ha dato una missione.

In una conferenza TED Staton racconta la sua vita, partendo dalla nascita prematura. Al piccolo Francis ha mandato un messaggio con scritto “Francis William, continua a nuotare“ con un disegno del pesciolino Nemo. I genitori di Francis hanno creduto nei miracoli e si sono fatti guidare dalle “Diocidenze”, invece che dalle “coincidenze”, come mostra il racconto di Staton.

Ma c’è qualcos’altro di molto bello nel video: l’unione indissolubile di questi due giovani sposi che, lasciate le proprie famiglie, sono consapevoli che ora le loro storie non sono individuali. Una storia unica, una co-biografia che presto diventerà la storia della loro famiglia. A Natale 2014, Papa Francesco ci ha ricordato che Gesù, “poteva venire spettacolarmente, o come un guerriero, un imperatore… No, no: viene come un figlio di famiglia, in una famiglia … La famiglia di Nazaret ci impegna a riscoprire la vocazione e la missione della famiglia, di ogni famiglia“.

Quando Francis sopravvisse, l’intera comunità attorno alla sua famiglia si riunì per celebrare la sua vita. Allo stesso modo anche noi dobbiamo celebrare la vita e le nostre storie. Non dimentichiamoci di mostrare gratitudine ogni volta che compiamo gli anni e ogni volta che abbiamo dei successi. Portiamo alte le nostre speranze e i nostri sogni, perché se esistiamo è per una ragione molto importante.

E non dimentichiamoci di fare ogni cosa per amore, come ha detto San Josemaría Escrivá:

«Nella semplicità del tuo lavoro ordinario, nei particolari monotoni di ogni giorno, devi scoprire il segreto nascosto per tanti della grandezza e della novità: l’Amore» (Solco, n.489).

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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