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Dal divorzio al cielo: così abbiamo ricostruito il nostro matrimonio dalle ceneri

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Luz Ivonne Ream - pubblicato il 07/02/17

Mio marito è morto a qualsiasi rancore potesse nutrire nei miei confronti per ridarmi la vita

Lungi dal voler essere un esempio, il mio unico obiettivo nel condividere la mia gioia è offrire speranza… Per chi non crede nei miracoli, eccone uno! Ho dovuto vivere l’inferno, conoscere e convivere con i suoi abitanti per valorizzare il cielo e l’angelo che eri nella mia vita.

Passavano i giorni, poi le settimane. Quelle settimane sono diventate anni e tu continuavi ad aspettarmi, fedele all’amore che esattamente 19 anni fa hai giurato davanti a Dio di provare per me. E io andavo avanti con il mio cuore cieco e non disposto a riceverti per paura di fallire.

Ma con tutta la mia fede riposta nello scoprire la volontà di Dio per noi non ho mai smesso di pregare per un miracolo, quello di riscattare il mio matrimonio e quindi la mia famiglia.

Con perseveranza, giorno dopo giorno pregavo Dio di aprirmi il cuore e la ragione. Nella mia preghiera quotidiana dicevo sempre: “Signore, toglimi quello che non ti ho saputo donare e dammi quello che non ho saputo chiederti. Allontana da me ciò che mi allontana da Te e non permettere mai che nessun amore umano mi separi dal tuo cuore”.

Il reincontro dei nostri cuori, la fusione delle nostre anime è stata il frutto di un immenso dolore, ma oggi ha la sua ricompensa: tu ed io nuovamente insieme a scrivere una nuova storia d’amore, quella di due adolescenti che un giorno si sono conosciuti, si sono amati, si sono sposati, hanno avuto dei figli, sono stati molto felici e poi si sono odiati; hanno divorziato, hanno toccato l’inferno essendo separati e oggi Dio permette loro di reincontrarsi più maturi, solidi e forti che mai per terminare la vita insieme e ricostruire un matrimonio dalle macerie e con nuove basi.

Oggi posso gridare ai quattro venti con enorme gioia e fino a piangere per l’emozione che le pagine del libro della nostra relazione sono in bianco e iniziamo da zero, senza rancori, senza nulla da perdonarci perché è già stato tutto guarito per opera e grazia di Dio e per la tua e la mia volontà.


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Ti prometto che farò sparire dalla tua memoria ogni lacrima, ogni dolore e ogni sofferenza che posso averti procurato con il mio amore incondizionato, le mie cure, il mio affetto, il mio rispetto, la mia lealtà e la mia fedeltà. Ho scelto di amare te e solo te in modo sano e libero: voglio amarti.

Oggi so che posso vivere senza di te, che non ho bisogno di te per essere felice (né tu hai bisogno di me per esserlo), ma scelgo di non farlo e di tornare da te. Non sento le farfalle nello stomaco né un amore sfrenato. Questa volta ti voglio con me in modo cosciente e razionale perché il tuo esempio di vita mi fa essere una persona migliore. Farò di tutto per riuscirci, avvalendomi soprattutto della Grazia di Dio.

Non desidero altro che rimanere tra le tue braccia e nel tuo cuore, non penso di cercare la felicità al di fuori di te. Non lasciarmi più uscire da lì. Non ti dirò che darei la mia vita per te, perché a questa mancherebbero dei giorni per poterti amare nel modo che desidero e che meriti.

Grazie perché non hai mai smesso di credere in questo amore, frutto di un sacramento benedetto. Tu, io e questo matrimonio riscattato dalle ceneri e in cui l’odio si è trasformato in desiderio e le lacrime in benedizioni sono un MIRACOLO che dimostra quello che può ottenere una vita di preghiera e di fede insieme a una di sacramenti.

Grazie, Dio, perché mi hai tolto la benda dagli occhi e dal cuore, perché hai permesso che tornassi a credere e per aver gettato in me quel piccolissimo seme di volontà che è stato quello che mi ha dato l’ultima spinta per dire: “Sì, voglio provarci e far sì che funzioni”.

Grazie, vita; grazie e PERDONO ai nostri figli. Grazie a tutti coloro che ci hanno accompagnati in questo processo e nel prendere decisioni. In particolare a te, MIO GESÙ SACRAMENTATO, e a te, mia Santissima Madre, Vergine Maria, perché per la vostra Grazia e il vostro Miracolo oggi sono tornata.

23 settembre 1995 – 23 settembre 2014 / 19 anni


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Un anno dopo…

Oggi, 23 settembre 2015, 20 anni di matrimonio e primo anno della seconda vita. Ci siamo riusciti! Si può!

Quando mio marito ed io siamo ritornati, non lo abbiamo fatto per “provarci”, ma con la certezza che avremmo fatto funzionare le cose, ogni giorno meglio. Dio e l’intercessione della sua Santissima Madre ci hanno donato il “miracolo” di tornare e salvare questa famiglia. Sappiamo che Egli è al timone e che con la sua Grazia non possiamo fallire.

La domanda che ascolto più di frequente è: “Ti penti di aver divorziato?” Ecco la risposta…

Poco tempo fa mio marito ed io abbiamo cenato con i nostri due figli e abbiamo espresso come ci siamo sentiti con quell’“inferno” vissuto per via del divorzio di cui siamo stati responsabili. Tra lacrime e grandissimo dolore, abbiamo sentito i nostri figli esprimere il dolore che hanno vissuto.

Ci dicevano come fossimo la loro pace, la loro stabilità e la loro sicurezza, e all’improvviso niente di tutto questo c’era più, e il loro mondo è diventato insicuro, instabile e triste.

Non smettevo di chiedere loro perdono, e loro, con quell’amore puro e sincero che solo i figli sanno dare, mi dicevano: “Mamma, non nutriamo alcun rancore. Anche se andiamo avanti nel processo di guarigione, oggi stiamo bene perché vediamo che voi state bene. Dio ci ha mostrato la sua esistenza reale in ogni istante. È passato tutto”.

Posso solo dire che il più bel regalo d’amore che posso aver fatto ai miei figli dopo aver dato loro la vita è stato tornare con il padre e restituire loro quella famiglia unita che eravamo stati un giorno. Non siamo una coppia perfetta, ma abbiamo deciso di fare del nostro matrimonio imperfetto un matrimonio felice. Dio fa la differenza…

23 settembre 2015

2 anni dopo …

Oggi, 23 settembre 2016, 21 anni di matrimonio, 2 anni dal ritorno, un anno di profondo rinnovamento dei voti matrimoniali e sempre più disposta e grata nei confronti di Dio per quest’uomo che ha creato per me perché insieme arrivassimo a Lui.


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Più amo Dio, più sento di amare e ammirare mio marito. Vederlo e sentirlo accanto a me… Riconoscere quello in cui sono riuscita a trasformarmi grazie a lui e tutto ciò che mi ispira. Tutta una vita non basterebbe per ringraziare Dio per tutto questo.

È quasi impossibile condividere in modo dettagliato in questa sede quello che è stata la nostra storia come coppia, gli inizi, tutto ciò che ha provocato la caduta fino al momento del ripristino.

Per giustizia nei confronti di Dio e di mio marito, però, vorrei condividere alcuni dettagli che desidero siano utili a chi ne ha bisogno, soprattutto perché al giorno d’oggi ci sono moltissime donne che abbandonano la famiglia come ho fatto io, sbagliando perché credevo che fosse la soluzione e lasciando figli orfani di genitori viventi.

Qualche giorno fa a Guadalajara abbiamo condiviso per la prima volta la nostra testimonianza matrimoniale completa. Tre ore meravigliose in cui ho iniziato a parlare così: “Se paragonaste il mio curriculum professionale a quello di mio marito vi rendereste conto che il mio è molto più ampio, ma il suo, anche se più breve, ha più peso perché vi aggiungerei quanto segue: uomo di Dio che ha riscattato sua moglie dall’inferno per renderla felice”. Sono state queste le mie parole, e sono reali. È questo che ha fatto e che continua a fare.

Un po’ di storia e di quello che abbiamo imparato nel nostro divorzio…

Come Paolo di Tarso, sono stata rapita e spogliata di tutto ciò di cui si può privare una persona, perfino di una vocazione cristiana – che amo ancora oggi – che con grande dolore ho dovuto consegnare. Mi è stato strappato tutto (e quando dico tutto lo intendo davvero) per rendermi conto che Dio era l’unico al quale appartenevo davvero e l’unico che contasse per me.

Passavano gli anni e perdevo tutti i sostegni che davano un senso alla mia vita, che mi davano un senso di appartenenza, di sicurezza, e un po’ di forza per non morire di dolore e di disperazione.

E cosa resta a chi ha perso tutto? Aggrapparsi alla croce e il potere dello Spirito, che è quello che mi fa parlare oggi. E allora sono tornata con mio marito, nuda di tutto, ma abbracciavo la Croce del mio Signore. Nel mio cuore ho sentito chiaramente le sue parole: “Tu non sei di nessuno e non hai bisogno di appartenere a nessuno se non a me, sei solo mia. Non hai bisogno di nulla, solo di me, e per arrivare a me hai bisogno di lui, di tuo marito”.

Ma è stato Dio a togliermi tutto? No, non è stato Lui e non scenderò nei dettagli perché mi fa venire i brividi (sappiamo cosa succede quando qualcuno non obbedisce a Dio). Diciamo che lo ha permesso perché c’era piano di salvezza perfetto per me dietro tutti questi eventi.

Ora mi rendo conto che Dio ha permesso che venissi spogliata esattamente di tutto. Non ho avuto neanche l’aiuto di un gruppo che mi sostenesse per salvare il mio matrimonio, per volgere gli occhi a Lui, e attraverso il sacramento dell’Eucaristia quotidiana mi sono resa conto che non c’è cura se non attraverso Lui e sua Madre.


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Dicono le Sacre Scritture nella Lettera agli Efesini 5, 25: “E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei”. E mio marito ha fatto proprio questo. Ha creduto in me quando non ci credevo neanch’io e mi ha accolta quando tutte le porte possibili si erano chiuse.

Sono tornata a lui malata, ferita, oltraggiata, sporca, e lungi dal deridermi o da avere parole di disprezzo nei miei confronti ha messo in pratica queste parole del Vangelo, è morto, morto nel suo ego, a ogni rancore che poteva nutrire per me per ridarmi la vita.

Il fallimento in un matrimonio non si verifica dal giorno alla notte, ma il perdono e il ripristino si possono sperimentare in modo molto rapido. Bisogna solo tendere le mani a Dio e permettergli di agire con piena fiducia e obbedienza. È così, l’obbedienza è fondamentale.

Io non sono tornata con Tomás perché “sentivo” amore per lui, anzi, tutto il contrario. Sono tornata per OBBEDIENZA nei confronti di Dio, obbedienza verso una promessa fatta a Lui. Ho lasciato il “sentire” per il “voler essere obbediente”, ed è allora che hanno iniziato a verificarsi i miracoli.

Oggi posso assicurare che dopo Dio è la persona più importante della mia vita e l’amore più grande del mio cuore, al di sopra dell’amore per i miei figli. C’è ancora molto da raccontare.

Desidero solo concludere con questa affermazione, che sostengo fermamente: un matrimonio in crisi sotto vincolo sacramentale avrà sempre una soluzione perché è Cristo che guarisce se entrambi i coniugi glielo permettono.

Ci sono cose che per la ragione umana non hanno senso né soluzione, ma a Dio nulla è impossibile. E insisto, il divorzio è la porta dell’inferno e non sarà mai la soluzione ai problemi matrimoniali.

E questa storia si continuerà a scrivere con la Grazia di Dio.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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