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Papa Francesco: 500 anni di Lutero, guardare al passato senza rancori

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Iacopo Scaramuzzi - Vatican Insider - pubblicato il 06/02/17
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Ad una delegazione evangelica cita Benedetto XVI: la «questione su Dio» era la passione del riformatore. Le lotte tra cristiani furono «fomentate da interessi politici e di potere» Il 500esimo anniversario della Riforma protestante innescata da Martin Lutero (1517-2017) «ci offre l’opportunità di compiere un ulteriore passo in avanti, guardando al passato senza rancori» per «riproporre agli uomini e donne del nostro tempo la novità radicale di Gesù, la misericordia senza limiti di Dio: proprio ciò che i Riformatori ai loro tempi volevano stimolare». Lo ha detto Papa Francesco nell’udienza ad una delegazione della Chiesa evangelica tedesca (Evangelischen Kirche in Deutschland, Ekd), citando quanto affermato da Benedetto XVI ad Erfurt nel 2011 (la «questione su Dio» era «la passione profonda, la molla della vita e dell’intero cammino» di Lutero) e sottolineando che «il fatto che la loro chiamata al rinnovamento abbia suscitato sviluppi che hanno portato a divisioni tra i cristiani, è stato certamente tragico» e cinquecento anni fa le lotte tra fratelli e sorelle nella fede furono «fomentate da interessi politici e di potere», mentre oggi «rendiamo grazie a Dio perché finalmente, “deposto tutto ciò che è di peso” – ha detto Jorge Mario Bergoglio citando San Paolo – «fraternamente “corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù”».

«È significativo», ha detto il Papa alla delegazione di 23 esponenti evangelici tedeschi, guidata dal vescovo protestante Bedford-Strohm, «un uomo con il fuoco nel cuore», accompagnati anche dal cardinale arcivescovo di Monaco Reinhard Marx, «che, in occasione del 500esimo anniversario della Riforma, cristiani evangelici e cattolici colgano l’occasione della commemorazione comune degli eventi storici del passato per mettere nuovamente Cristo al centro dei loro rapporti. Proprio “la questione su Dio”, su “come poter avere un Dio misericordioso” era “la passione profonda, la molla della vita e dell’intero cammino” di Lutero», ha detto Francesco citando il suo predecessore.

«Ciò che animava e inquietava i Riformatori era, in fondo, indicare la strada verso Cristo. È quello che deve starci a cuore anche oggi, dopo aver nuovamente intrapreso, grazie a Dio, una strada comune. Quest’anno di commemorazione ci offre l’opportunità di compiere un ulteriore passo in avanti, guardando al passato senza rancori, ma secondo Cristo e nella comunione in Lui, per riproporre agli uomini e donne del nostro tempo la novità radicale di Gesù, la misericordia senza limiti di Dio: proprio ciò che i Riformatori ai loro tempi volevano stimolare. Il fatto che la loro chiamata al rinnovamento abbia suscitato sviluppi che hanno portato a divisioni tra i cristiani, è stato certamente tragico. I credenti non si sono più sentiti fratelli e sorelle nella fede, ma avversari e concorrenti; per troppo tempo hanno alimentato ostilità e si sono accaniti in lotte, fomentate da interessi politici e di potere, talvolta senza nemmeno farsi scrupolo nell’usare violenza gli uni contro gli altri, fratelli contro fratelli. Oggi, invece, rendiamo grazie a Dio perché finalmente, “deposto tutto ciò che è di peso” – ha detto il Papa citando la lettera agli Ebrei – fraternamente “corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù”».

È grazie alla «comunione spirituale rinsaldatasi in questi decenni di cammino ecumenico», ha detto ancora il Papa, «che possiamo oggi deplorare insieme il fallimento di entrambi a riguardo dell’unità nel contesto della Riforma e degli sviluppi successivi. Al tempo stesso, nella realtà dell’unico Battesimo che ci rende fratelli e sorelle e nel comune ascolto dello Spirito, sappiamo, in una diversità ormai riconciliata, apprezzare i doni spirituali e teologici che dalla Riforma abbiamo ricevuto».

Il Papa ha poi ricordato il suo viaggio a Lund, in Svezia, il 31 ottobre scorso, per commemorare la Riforma luterana insieme alla Federazione luterana mondiale, sottolineando: «Ho ringraziato il Signore di questo e ho chiesto perdono per il passato; per l’avvenire desidero confermare la nostra chiamata senza ritorno a testimoniare insieme il Vangelo e a proseguire nel cammino verso la piena unità. Facendolo insieme, nasce anche il desiderio di inoltrarsi su percorsi nuovi. Sempre di più impariamo a chiederci: questa iniziativa, possiamo condividerla con i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo? Possiamo fare insieme un altro tratto di strada? Le differenze in questioni di fede e di morale, che tuttora sussistono – ha sottolineato il Papa – rimangono sfide sul percorso verso la visibile unità, alla quale anelano i nostri fedeli. Il dolore è avvertito specialmente dagli sposi che appartengono a confessioni diverse. In modo avveduto occorre che ci impegniamo, con preghiera insistente e con tutte le forze, a superare gli ostacoli ancora esistenti, intensificando il dialogo teologico e rafforzando la collaborazione tra noi, soprattutto nel servizio a coloro che maggiormente soffrono e nella custodia del creato minacciato. La chiamata urgente di Gesù all’unità ci interpella, come pure l’intera famiglia umana, in un periodo in cui sperimenta gravi lacerazioni e nuove forme di esclusione e di emarginazione. Anche per questo la nostra responsabilità è grande!», ha detto il Papa, che ha concluso l’incontro invitando i presenti a pregare insieme il Padre.

 

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