In ogni caso, così come la mia famiglia strinse i ranghi intorno a mio padre per proteggerlo, di recente ha stretto i ranghi intorno a un mio parente, di cui non farò il nome, accusato di aver molestato i figli del suo ex giovane amante, che considera come i suoi “nipoti”, poiché “adottò” il suo amante come fosse suo “figlio”. Sì, lo so, è disgustoso ed è difficile da leggere, e mi dispiace. Venni di nuovo marginalizzata, chiamata “pazza” e “isterica”: dopotutto, perché una persona con una lunga serie di molestie su minori dovrebbe continuare a molestare minori? Così, esattamente come feci quando denunciaci mio padre, mi trasferii. Sporsi denuncia alla polizia e lo stesso fecero i miei studenti, che erano sconvolti da ciò che il mio parente aveva detto circa i suoi “nipoti”.
Occorre notare che chi ama i ragazzini non considera “molestia” ciò che sta facendo.Per loro si tratta di sesso e lo ritengono consensuale, e ogni obiezione verrà di certo rigettata dall’orgasmo che sono sicuri di ottenere, ed è proprio la vergogna per questi orgasmi che riduce al silenzio le giovani vittime e le convince che “devono” essere gay (anche in caso di successive relazioni eterosessuali con figli).
A quanto pare, 33 denunce contro il mio parente senza nome non sono sufficienti e tutto gli scivolerà sopra. La cosa, a questo punto, non mi riguarda più. Ho fatto quello che potevo, e nel caso debba testimonia sono facilmente reperibile. Perdonate il mio fatalismo, ma i molestatori seriali non smettono e ci saranno probabilmente altre vittime. O qualcuno si farà avanti con altre denunce, o lui colpirà di nuovo, o magari, essendo ormai anziano, morirà prima di subire qualsiasi conseguenza.
Nel periodo che va dalla denuncia contro mio padre a quella contro il mio parente, presi una laurea in Musica, intrapresi una carriera come cantante e suonatrice d’arpa per i matrimoni, mi sposai, ebbi dei figli e presi un master in Musica. Dal 2007 mi dedico soprattutto all’insegnamento del canto e dell’arpa e ho diretto delle opere con due compagnie che ho fondato, una nella California del sud e una nella California del nord. Ho anche realizzato un album di musica celtica. Tuttavia, la mia carriera non mi aveva mai soddisfatto del tutto: gli artisti sentono il bisogno di raccontare la loro storia, e la mia era troppo brutta per essere raccontata.
Come una stupida, tornai nel nord della California. La moglie di mio cugino stava morendo di cancro e volevo starle vicino, sperando che, poiché mio padre era morto, il male fosse morto con lui. Mi sbagliavo.
Lo scorso giugno (del 2014), una blogger chiamata Deirdre Saoirse Moen mi chiese se ci fosse qualcosa di vero nelle voci riguardo i miei genitori e io le risposi di sì, che entrambi avevano molestato me e mio fratello e TANTISSIMI altri ragazzini e le inviai due poesie che avevo scritto. Prima di allora, non ne avevo mai parlato in pubblico.
Pubblicò la mia e-mail e le poesie sul suo blog [qui c’è una traduzione in italiano] e, con mia grande sorpresa, il post venne visualizzato in 92 Paesi. Venni inondata da lettere di persone abusate sessualmente e cercai di rispondere subito a tutte (cosa che mi prosciugò emotivamente). A quelli che volevano inviare dei soldi, dissi di mandarli al RAINN (Rape Abuse Incest National Network) e addirittura alcuni scrittori associati con mia madre decisero di devolvere i diritti d’autore in beneficenza. Altre persone bruciarono le copie dei suoi libri, perché non ce la facevano a venderli e a far soldi dalle sue azioni malvagie. Altri ancora cancellarono i suoi libri dai loro Kindle e iPad.
La ragione per cui non ho parlato prima è questa: conosco molte persone che hanno amato i libri di mia madre, e non volevo nuocergli, o sconvolgere le loro vite. Da qui il mio shock e il mio imbarazzo di fronte alle dimensioni assunte da questa storia. Ironicamente, i sopravvissuti che avevano beneficiato dai suoi libri hanno trovato più forza nel battersi contro gli abusi che in lei, e la mia ammirazione per loro è senza fine.