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E’ giusto non festeggiare gli anniversari nel giorno della Festa della Famiglia?

Family divorce concept with human paper shapes and scissors suggesting relationship problems or conflict

© Ai825 / Shutterstock

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 04/02/17

La Curia di Milano: scelta per rispetto di chi non può festeggiare perché divorziato o separato, che risale al Sinodo del 1995

Famiglie unite da una parte. Dall’altra, invece, chi ha vissuto l’esperienza della separazione o del divorzio.

Per «motivi di delicatezza e rispetto», di quest’ultimi, la Chiesa di Milano ha chiesto ai sacerdoti di non celebrare gli anniversari di matrimonio il 29 gennaio, nella giornata dedicata alle famiglie. La raccomandazione è stata riportata in una lettera del Servizio per la famiglia della Curia (www.chiesadimilano.it, 22 gennaio), ed è inserita in un paragrafo intitolato «Alcune attenzioni».

“SITUAZIONI DI SOFFERENZA”

«Nella giornata che celebra la Festa della Famiglia unita – si legge – non possiamo dimenticare le tante situazioni di sofferenza e fatica di persone che vivono la solitudine, la vedovanza, l’abbandono da parte del coniuge, i figli divisi tra papà e mamma, ecc.; e che è bene ricordare nella preghiera dei fedeli».

«Per motivi di delicatezza e rispetto – si legge ancora – nel condividere la gioia della festa con le tante belle famiglie che oggi si ritroveranno a celebrare insieme l’Eucaristia, è opportuno evitare di far coincidere con questa giornata la celebrazione degli anniversari di matrimonio».

Il documento è stato firmato dai responsabili del servizio e – in vista della festa odierna – è stato pubblicato sul sito ufficiale della Curia, scatenando qualche critica. La raccomandazione precede un altro invito: «Può essere un segno di attenzione proporre la partecipazione alla Comunione nella forma della comunione spirituale a tutti coloro che per varie ragioni vivono l’impossibilità di accostarsi al Sacramento».

PRIMA LA RIFLESSIONE, POI LA FESTA

L’Ufficio di Pastorale Famigliare della Diocesi di Milano spiega in una nota (www.chiesadimilano.it, 22 gennaio): «Il Servizio Diocesano per la Famiglia ha scelto da ormai dieci anni di dare come indicazione di collocare in altri momenti dell’anno pastorale questa celebrazione. Il motivo veniva proprio dall’esperienza pastorale diretta: evitare che il clima di festa prevalesse sul fine riflessivo, di coscientizzazione e di educazione che contraddistingue la scelta tipicamente ambrosiana di estrapolare la memoria liturgica della Santa Famiglia dal periodo natalizio. Si è voluto cioè evitare che tutto l’impegno pastorale si riducesse all’organizzazione di una celebrazione liturgica festosa a cui faceva seguito un grande momento distensivo di condivisione intorno al pasto» .

“RISPETTO VERSO CHI?”

Critico il giudizio della Nuova Bussola Quotidiano (27 gennaio):

«“Appunto per motivi di delicatezza e rispetto, l’indicazione è quella di evitare (..) la celebrazione degli anniversari di matrimonio”. Delicatezza e rispetto. Verso chi poi? Abbiamo inaugurato la stagione dell’invidia della felicità altrui, della vergogna per ciò che fino a ieri era qualche cosa di così prezioso da diventare sacramento. Così se una famiglia è felice, magari perché mamma e papà ne hanno passate di tutti i colori, ma possono arrivare alle nozze d’oro come San Paolo al termine della corsa, no: questa è mancanza di rispetto per chi invece è caduto».

ANNIVERSARI E BELLEZZA DELLA FAMIGLIA

Anche il Forum delle associazioni famigliari è intervenuto polemicamente:

«Vorremmo esprimere il nostro dispiacere per un invito a escludere dalla Festa della famiglia il ricordo della ricorrenza degli anniversari di matrimonio. Pur comprendendo la sottolineatura di un’attenzione nei confronti di tutte le situazioni di sofferenza, pensiamo che festeggiare gli anniversari esprima il desiderio di voler testimoniare la bellezza della famiglia e le gioie che accompagnano la vita coniugale. Non crediamo che questa testimonianza di un valore umano e cristiano possa essere recepito dai divorziati come una mancanza di rispetto o di sensibilità nei loro confronti: siamo certi invece che anche loro condividano e vivano la festa come un valore» (comunitambrosiana.org, 27 gennaio).

INDICAZIONE PRESENTE GIA’ NEL 1995

Aleteia ha contattato la Curia di Milano e il Vicario Episcopale don Luca Bressan ha così precisato: «Rispondendo ad alcune legittime obiezioni, sollevate da chi ritiene che la celebrazione degli anniversari di matrimonio avrebbe nella Festa della Famiglia la cornice ideale e il contesto più consono, occorre ricordare che la Diocesi di Milano già nel Sinodo celebrato nel 1995 dava come indicazione (cfr. cost 398 §3) di differire ad altra data la celebrazione annuale degli anniversari di matrimonio».

“SCELTA DI VISIBILITA'”

Il motivo, spiega don Luca, «va trovato nella peculiarità tutta ambrosiana di posticipare la festa della santa famiglia, estrapolandola dal tempo di Natale (come è per il rito romano) e collocandola alla fine del mese di gennaio, perché abbia una visibilità tutta sua. Come recita il testo sinodale, l’intenzione è fare di questa festa un momento di contemplazione del mistero dell’incarnazione del Verbo, della sua volontà di abitare in modo pieno la famiglia umana, lasciando che da questa contemplazione sgorghino energie per un annuncio rinnovato del vangelo dell’amore, del matrimonio e della famiglia».

“UN ANNUNCIO RIVOLTO A TUTTI”

Nel clima culturale in cui ci troviamo, evidenzia il Vicario Episcopale, richiamandosi sempre al testo del Sinodo, «è giusto chiedere a questa giornata di essere in tutto e per tutto un annuncio del vangelo della famiglia, rivolto a tutti, e un’occasione di sostegno e di ringraziamento per le tante famiglie che in questa festa vedono celebrato il significato della loro unione».

“NON DIMENTICARE CHI VIVE LA SOLITUDINE”

Dentro questo quadro, conclude don Luca, «lo sguardo di misericordia che la Chiesa non abbandona mai (come il giubileo appena concluso ha ben sottolineato) ci chiede di non dimenticare le tante persone che vivono la solitudine, la vedovanza, l’abbandono da parte del coniuge, i figli «divisi» tra papà e mamma…»

In una data differente, chiosa, «è giusto celebrare gli anniversari di matrimonio, per unirsi a queste famiglie nel loro ringraziamento per il dono ricevuto, per aiutarle a rinnovare la coscienza della grazia sacramentale, e per riproporre a tutti il valore della fedeltà coniugale (sono sempre parole del testo stinodale)».

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