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Il prete “re” dell’elettronica: quella musica apre al mistero di Dio

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Zero.EU

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 02/02/17

La scommessa di Padre Antonio Pileggi a Milano: così ho fondato il festival Inner Spaces

Capita a Milano che in una parrocchia di gesuiti non si vada solo per la messa. Ma per ascoltare musica. Ed in particolare musica elettronica.

Uno spazio legato ad una chiesa del sedicesimo secolo è diventato “un libero ritrovo intellettuale che si propone di esaminare e di favorire con varie manifestazioni di carattere culturale e artistico le correnti vive del pensiero contemporaneo ricercando particolarmente di porre in luce il loro contenuto spirituale”.

Non sono parole al vento, scrive il portale specializzato rockit.it (26 gennaio): «Negli spazi della parrocchia è possibile visitare mostre di artisti contemporanei, partecipare a rassegne e cineforum e, soprattutto, godere di un’offerta di concerti e manifestazioni musicali che non ha moltissimi pari in Italia».

UN PASSATO DA COMPOSITORE

Gran merito va a Padre Antonio Pileggi, sacerdote gesuita, fondatore e responsabile del settore musica della Fondazione Culturale San Fedele dal 2009, con un passato come compositore a Parigi, Lione e Vienna e direttore di festival, a cui è seguita la formazione spirituale, filosofica e teologica (zero.eu, febbraio 2016).

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LA SCOPERTA DELL’ELETTRONICA

Quando arriva al Centro San Fedele si avvicina alla musica elettronica: «Alla fine del 2009 – racconta a rockit.it – su consiglio di alcuni amici, ho iniziato ad ascoltare la musica elettronica sperimentale. Molta produzione non mi ha convinto, ma ho scoperto un piccolo numero di autori di grande interesse e con un universo sonoro originale. Ho capito che si poteva realizzare con questi musicisti quella tipologia di spettacoli che privilegiano l’attenzione dell’ascolto (itinerari di ascolto) in sala, con musica sperimentale ma accessibile a un largo pubblico».

LA “PRIMA” DI INNER SPACES

Nasce così il fiore all’occhiello delle manifestazioni organizzate sotto la sua direzione e con la collaborazione di Savana, la rassegna di musica elettronica e arte audiovisuale “Inner_Spaces”, che unisce performance live di producer elettronici a proiezioni di videoartisti su videoproiettori digitali da cinema. Gli appuntamenti della stagione 2016/2017 sono moltissimi e tutti interessanti, e soprattutto costano poco: per ogni “esperienza” il biglietto d’entrata va dai 6€ agli 8€.

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DIMENSIONE SPIRITUALE E MUSICISTA

C’è un legame, secondo Padre Antonio, che lega musica elettronica ed esperienza spirituale. Nessuna contraddizione dunque, con la visione religiosa: «La dimensione “spirituale” dipende dal musicista e non dai supporti o dalle tecniche. Ma può essere a volte implicita. Infatti, per spiritualità intendo quell’apertura al mistero di Dio e dell’uomo che ogni persona ha, e si concretizza nella ricerca di risposte a tutta una serie di domande fondamentali che l’uomo si pone».

«Nell’arte cinematografica di Andrej Tarkovskij – prosegue il sacerdote -a mio parere, troviamo la più alta espressione contemporanea di un’apertura al mistero. La fede cristiana di Tarkovskij è così profonda e umana che riesce a coinvolgere il pubblico di qualsiasi orizzonte in un viaggio interiore e autentico sulle grandi questioni dell’uomo».

UN IMPIANTO UNICO IN ITALIA

Spiritualità ed esperienza d’ascolto immersiva e totalizzante, in questo caso, non vogliono però dire distacco dal “terreno” e dalla tecnologia, tutt’altro: all’auditorium del centro si trova, unico in tutta Italia, l’acusmonium SATOR.

Fortemente voluto da Padre Antonio e Giovanni Cospido, cofondatori del CEID (Centro di Elettroacustica e Interazioni Digitali), l’impianto è descritto come «un’orchestra di 50 altoparlanti che consente la spazializzazione del suono”. Grazie a questa serie di diffusori costruiti, disposti e utilizzati ad arte, la musica immerge il pubblico nel suono per “sviluppare il senso dell’ascolto, l’immaginazione e la percezione mentale dei suoni».

IL PROGETTO “SAN FEDELE”

Oltre al ruolo di spicco nella musica elettronica, la fondazione religiosa “San Fedele”, dice ancora Padre Antonio, «è un polo che comprende la Parrocchia, incontri di preghiera, i servizi sociali (farmacia solidale e i volontari in carcere), una rivista, il centro culturale e tante altre cose. Si parte da una visione dell’uomo permeata dal Vangelo, dall’Incarnazione, Dio che si fa uomo e rende nobile anche il quotidiano dell’uomo».

«C’è alla base la proposta cristiana di un cammino verso Dio guidati dal Vangelo. Questo aspetto viene coniugato anche nel contesto culturale di attività con i non credenti o membri di altre religioni, con l’obiettivo, in questo caso, di un dialogo all’interno dell’esperienza comune a credenti e non credenti» (rockit.it).

IL DOPOGUERRA E I “TRE AMBITI”

Dopo quasi due secoli di assenza, i Gesuiti tornarono a San Fedele nel 1946. Milano era piena di macerie, il tessuto sociale lacerato dalla guerra e dall’occupazione. In quel contesto, a San Fedele sono stati scelti subito tre ambiti, ben integrati tra di loro, che oggi hanno formato un polo culturale di alto livello.

La Parrocchia, per i sacramenti e la preghiera, con la chiesa di San Fedele; il sociale, con l’assistenza sanitaria per i più bisognosi e la pubblicazione della rivista Aggiornamenti Sociali; l’apertura del Centro Culturale da parte di Padre Favaro come un libero ritrovo intellettuale, il cui scopo era di entrare in contatto con le correnti vive del pensiero contemporaneo ricercando particolarmente di porre in luce il loro contenuto spirituale e di favorire il dialogo tra cultura e Vangelo (zero.eu).

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