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Luci e ombre: immagina di sentire le parole di Simeone dette su tuo figlio

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Elizabeth Scalia - Aleteia inglese - pubblicato il 02/02/17

Come si dev'essere sentita Maria ascoltando quella profezia?

Oggi è la Candelora, il giorno in cui la Chiesa benedice tutte le candele che userà per l’intero anno.

È anche il giorno in cui celebriamo la Presentazione del Signore. Cristo viene portato al tempio: Maria, la Theotokos (colei che porta Dio), porta tra le braccia la Luce, che viene immediatamente riconosciuta e proclamata sia da un uomo (il caro Simeone, che ci offre la grande preghiera che recitiamo prima di addormentarci) che da una donna, Anna (che mi piace pensare sia stata la prima donna di vita monastica). La loro presenza sottolinea per noi, in qualche modo, quanto Cristo Gesù sia davvero – come hanno detto gli angeli alla sua nascita – una luce “per tutte le genti”, dai profeti alle povere vedove.

E poi c’è la grande profezia fatta da Simeone a Maria. Da madre, non riesco a immaginare cosa debba aver provato la giovane Maria. Pensateci. Porti il tuo bambino al tempio e un uomo anziano loda Dio per il tuo splendido piccolo e poi ti dice:

“Questo bambino sarà grande, così grande che tutto il mondo reagirà alla sua nascita. E in quella grandezza sarà l’obiettivo di un amore enorme. E visto che è grande sarà anche bersaglio di un odio inimmaginabile. Parleranno contro di lui e lo contraddiranno – per sempre! Per lui verranno combattute guerre in modo giusto e ingiusto. Nel suo nome gli uomini moriranno giustamente e ingiustamente. Per la sua venuta al mondo uomini e donne uccideranno e saranno uccisi! E tuttavia… per lui grandi guerre verranno evitate o risolte. Nel suo nome gli uomini si risveglieranno dal sonno dello spirito. Per la sua venuta al mondo uomini e donne compiranno opere grandi e durature di misericordia, carità e amore generoso che altrimenti non sarebbero accadute mai…”

A Maria dev’essere mancato il fiato sentendo una simile profezia. Ascoltare parole così sconvolgenti sul piccolo bimbo che dormiva tra le sue braccia… Forse mentre Simeone parlava ha stretto di più a sé Gesù e ha pensato: “Non augurare cose così terribili a mio figlio, un potere e un conflitto così tremendi! È solo il mio bambino…”

Il suo bambino, e il suo Dio. È carne della sua carne, come Eva era carne della carne di Adamo. Si richiama il giardino dell’Eden al contrario: il serpente disse a Eva la bugia che lei voleva sentire, Simeone dice a Maria (la nuova Eva) la verità che forse avrebbe preferito non conoscere.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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