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La strategia per vincere i 7 vizi che ci imprigionano

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Hieronymus Bosch - Domínio Público

Francisco Vêneto - pubblicato il 01/02/17

Capire cosa sono i 7 vizi capitali per combattere meglio le nostre cattive abitudini

PRATICA = ABITUDINI

La pratica costante crea delle abitudini.
La pratica costante di buone azioni crea le abitudini virtuose.
La pratica costante di cattive azioni crea le abitudini peccaminose.
Per questo, insieme alla preghiera per chiedere la grazia di Dio e alla confessione per chiedere la sua misericordia, è indispensabile insistere nella pratica costante delle buone azioni, per formare l’abitudine alla virtù e perseverare nell’astensione costante dalle cattive azioni, per combattere l’abitudine del peccato.

Forse è la ricetta più ovvia del mondo, ma il problema è che tendiamo a dimenticare di metterla in pratica!

PESSIME ABITUDINI vs OTTIME ABITUDINI

È comune non smettere di peccare perché non cambiamo alcune pessime abitudini e non esercitiamo alcune ottime abitudini. Ad esempio, siamo soliti lodare il bene con molta meno intensità di quanto lamentiamo il male; in genere ringraziamo per le realtà buone e belle con frequenza molto minore rispetto a quanto deploriamo le realtà brutte e negative, e soprattutto in genere speriamo (ed esigiamo) che Dio faccia tutto o quasi tutto da solo anziché compiere atti di carità volontari, consapevoli, gratuiti, nascosti e quotidiani a favore del prossimo.

ATTACCATE LA RADICE, NON I RAMI

La conquista delle abitudini virtuose e la lotta a quelle peccaminose si trasformano in una strategia molto più chiara, obiettiva ed efficace quando comprendiamo che esistono certi vizi peccaminosi che provocano la maggior parte degli altri vizi e peccati: sono i vizi o peccati capitali, che quindi devono essere quelli da combattere in modo prioritario.

Circa i peccati e vizi capitali, il Catechismo di San Pio X insegna che “il vizio è una cattiva disposizione dell’animo a fuggire il bene e a fare il male, causata dal frequente ripetersi degli atti cattivi. Tra peccato e vizio v’è questa differenza, che il peccato è un atto che passa, mentre il vizio è la cattiva abitudine contratta di cadere in qualche peccato”.

I 7 VIZI CAPITALI

I vizi o peccati capitali sono allo stesso tempo vizi e peccati, o peccati che costituiscono cattive abitudini. Sono sette:

1º SUPERBIA: assenza di umiltà, manifestata in orgoglio e arroganza.
2º AVARIZIA: attaccamento ai beni materiali e al loro accumulo come se fossero fini in sé anziché mezzi per fini nobili.
3º LUSSURIA: attaccamento ai piaceri carnali, sensuali.
4º IRA: consenso alla rabbia smisurata, spesso con desiderio di vendetta.
5º GOLA: concessione al piacere di mangiare in quantità superiore a quella necessaria al benessere del corpo.
6º INVIDIA: tristezza per il bene altrui, che viene percepito come male proprio, come qualcosa che sminuisce se stessi.
7º ACCIDIA: arrendersi alla mancanza della volontà di compiere i propri doveri e di superare le proprie limitazioni pregiudizievoli.

LE VIRTÙ OPPOSTE

I vizi o peccati capitali si vincono con la pratica delle virtù opposte:
la SUPERBIA con l’UMILTÀ;
l’AVARIZIA con la CARITÀ;
la LUSSURIA con la CASTITÀ;
l’IRA con la PAZIENZA;
la GOLA con la TEMPERANZA;
l’INVIDIA con la GENEROSITÀ;
l’ACCIDIA con la DILIGENZA.

L’immagine è l’opera I Sette Peccati Capitali e le Quattro Cose Ultime, del pittore olandese Hieronymus Bosch (ca. 1450 – 1516). Le “quattro cose ultime” in questione sono la morte, il giudizio, l’inferno e il paradiso, chiamati anche “novissimi” (dal latino “novissimus”, che significa “ultimo”), e il loro rapporto con i sette vizi capitali è piuttosto suggestivo. Per visualizzare l’immagine con maggior dettaglio, accedete a questa pagina di WikiMedia.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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