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Ecoparrocchie e impianti fotovoltaici, rivoluzione verde del Vaticano

Vatican Insider - pubblicato il 01/02/17

L’enciclica papale «Laudato si’», la prima dedicata alla tutela del Creato, pubblicata nel giugno 2015 pochi mesi prima della conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi Cop21, ha segnato una svolta nella «rivoluzione verde» della Chiesa. La diocesi di Chicago, guidata dal cardinale Blaise Cupich, è la prima negli Usa e tra le prime al mondo a monitorare i consumi di energia, acqua e calcolare le emissioni di gas serra utilizzando una scala nazionale. L’Agenzia per l’Ambiente ha stimato un potenziale risparmio fino a 9 milioni l’anno attraverso migliori pratiche di efficienza energetica. 

Sempre negli Stati Uniti, Christopher Coyne, vescovo della diocesi di Burlington (Vermont), ha proclamato il 2017 come «l’anno del Creato», con l’avvio di misure ecologicamente sostenibili e la conversione a fonti rinnovabili o a basso impatto ambientale delle proprietà immobiliari. Mentre la diocesi di Fall River nel Rhode Island ha istituito sul suo terreno il «Richmond Pond Wildlife Sanctuary», un’oasi ambientale per salvaguardare l’area costiera vicino alle saline di Westport, che rappresentano una zona ad alta biodiversità. 

In Austria, la diocesi di Graz-Seckau ha cercato di declinare l’appello dell’enciclica nelle scelte per il tempo libero, pubblicando una specie di vademecum della vacanza alla scuola della «Laudato si’». 

In Medio Oriente, la chiesa cattolica latina dei dodici Apostoli a Zarqa (Giordania) è stata la prima parrocchia della regione a aver installato un sistema di sfruttamento dell’energia solare. 

Qualcosa si muove anche nella Chiesa italiana, che già si mostrava sensibile al tema prima dell’enciclica, come risulta dal rapporto «Chiesaecologica» (2014), anche se meno del 10 per cento del campione intervistato poteva portare esempi di sistemi di efficienza energetica già attivi nelle parrocchie. 

L’allarme sull’inquinamento e il «dissesto ecologico» l’aveva lanciato già papa Giovanni Paolo II all’inizio del nuovo millennio. Con più forza è intervenuto il suo successore Benedetto XVI, definito «the green Pope», chiedendo «che tutti i capi di governo agiscano congiuntamente a favore della difesa dell’ambiente». È durante il suo pontificato, nel 2008, che viene installato il primo impianto fotovoltaico in Vaticano, sul tetto della sala delle udienze, che permette di evitare l’emissione nell’aria di 250 tonnellate di biossido di carbonio all’anno. 

Francesco nella «Laudato sì» ha scritto: «Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone e provocano milioni di morti premature. Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente – ha aggiunto – ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi».  

Il Papa ha denunciato la «spensierata irresponsabilità» che a volte caratterizza le nostre società e inibisce quelle «decisioni coraggiose» che sarebbero invece necessarie per lasciare in eredità un pianeta vivibile alle future generazioni. 

Oggi la difesa del Creato sta diventando una battaglia comune che unisce le diverse religioni. 

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Questo articolo è stato pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano La Stampa

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