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Film, teatro e psicologi: il “metodo” AlcolOltre per contrastare l’alcol tra i giovani

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Shutterstock/Alexey Lysenko

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 31/01/17

Parte la campagna AlcolOltre sotto la regia dei Missionari della Consolata

«Nella ricca Europa o nel disorientato sud dell’Africa è sempre maggiore il ricorso all’alcol da parte di milioni di adolescenti e giovani che, per noia o per vincere la fame, annegano le proprie speranze in forme di dipendenza».

La Campagna AlcolOltre, presentata ufficialmente il 31 gennaio a Roma, nasce allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, in Italia e in alcuni paesi africani ove operano i Missionari della Consolata, su un comportamento che provoca danni organici e psicologici irreparabili.

CAUSA DI MORTE

«Attraverso azioni concrete di conoscenza, prevenzione e solidarietà, vuole contribuire a costruire esistenze libere dal consumo eccessivo di alcolici, soprattutto nelle giovani generazioni».

Anche in Italia, infatti, l’alcol è una tra le più importanti cause di morte (il 15% circa) per i giovani maschi di età compresa tra i 15 e i 29 anni (dati Osservatorio nazionale alcol – Centro OMS per la ricerca sull’alcol dell’Istituto superiore di sanità 2014).

DUE ANNI E MEZZO

Il Comitato Organizzativo lavora in stretta sinergia con l’Associazione Impegnarsi Serve Onlus e con i missionari della Consolata, interlocutori diretti per la realizzazione dei progetti in Africa.

Padre Giordano Rigamonti, responsabile Campagna AlcolOltre, spiega ad Aleteia che il progetto avrà una durata iniziale di due anni e mezzo. In Italia coinvolgerà Piemonte, Lombardia e Lazio con tre grandi progetti.

1) NELLE SCUOLE

Il primo è il progetto scolastico educativo interculturale. Ha come obiettivo far conoscere i problemi causati dall’alcol, far riconoscere i comportamenti che possono indurre alla dipendenza e offrire strumenti finalizzati ad una scelta consapevole per il raggiungimento della vera libertà.

«E’ sviluppato su tre incontri – evidenzia Padre Giordano – nel primo apriremo la curiosità dei giovani mostrandogli come la dipendenza dell’alcool viene affrontata in Africa. Nel secondo incontro ci sarà la proiezione di un film dal forte impatto emotivo; nel terzo, infine, faremo un confronto con uno psicologo che tenterà di spiegare ai giovani che sono chiamati ad essere felici e al piacere, senza bisogno di supporti esterni. Ma solo una migliore comprensione di se stessi».

2) TEATRO LIVE

Il secondo progetto, Teatro Live, prevede performance rivolte principalmente al mondo giovanile in teatri itineranti allestiti semplicemente in una stanza o anche sotto una tenda. Attraverso alcune figure narranti, che racconteranno storie di dipendenza dall’alcol o di liberazione, saranno rappresentati due mondi: l’Italia e l’Africa. Due mondi apparentemente lontani accomunati dall’eccessivo consumo di alcol da parte delle giovani generazioni.

«L’obiettivo – prosegue il responsabile di AlcolOltre – è di creare un impatto emotivo per coinvolgere i giovani spettatori e stimolarli ad un confronto con esperti che offriranno loro risposte personalizzate. Il tutto arricchito da suoni e immagini che aiuteranno a fare il passaggio da un’atmosfera conosciuta come quella italiana ad una meno nota, quella africana. La proposta Teatro Live verrà rivolta, opportunamente rivisitata, anche a gruppi di genitori, spesso alla ricerca di risposte su come affrontare il problema con i propri figli adolescenti».

3) CONVENTION E SEMINARI

Il terzo progetto riguarda l’organizzazione di grandi eventi legati alla prevenzione da alcool in grandi città. Seminari, tavole rotonde, per mobilitare quanta più gente possibile. «C’è un po’ di pazzia in quello che stiamo tentando di fare – scherza Padre Giordano – ma noi ci crediamo e abbiamo una squadra operativa e preparata. Da adesso fino a maggio faremo delle “prove”, delle sperimentazioni del progetto. Da settembre rilanceremo AlcolOltre ancora con maggiore forza».

IN AFRICA

AlcolOltre è in parallelo sviluppata anche nei Paesi africani dove operano i missionari della Consolata: Swaziland, Kenya e Repubblica Democratica del Congo. Qui il fenomeno è ampiamente diffuso nelle periferie delle grandi città, ma dilaga anche nei villaggi a causa di povertà e mancanza di prospettive, specie tra i giovani. Anche in questo caso è prevista una campagna di prevenzione attraverso cinque tipologie di progetti.

DALLE MAMME AI GRUPPI TERAPEUTICI

Alcuni punteranno alla sensibilizzazione dei giovani, fornendo una corretta informazione sugli effetti dell’alcol, anche per le giovani future mamme.

Altri avranno lo scopo di offrire una opportunità di reinserimento sociale attraverso occasioni di formazione professionale.

Verranno infine sostenuti progetti di carattere sanitario: la formazione di personale per la gestione di gruppi terapeutici secondo il metodo Hudolin e la formazione di personale medico per l’applicazione del metodo Acudetox®, basato sull’inibizione del piacere da alcol mediante agopuntura.

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