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Dal Vaticano allarme emorragia frati e suore, 2300 abbandoni all’anno

Vatican Insider - pubblicato il 31/01/17

Ogni giorno la fedeltà alla vita consacrata viene messa a dura prova dalle sfide del mondo. Per superarle occorrono una solida vocazione e una formazione continua. Lo ribadisce l’arcivescovo José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, all’indomani della plenaria del dicastero, in cui si è discusso l’allarme sull’autentica «emorragia» in corso tra frati e suore denunciata dal Papa. 

«Se il Papa parla di “emorragia” vuol dire che il problema è preoccupante, non soltanto per il numero ma anche per l’età in cui si verificano, la grande parte tra i 30 e 50 anni», spiega monsignor Carballo. «Le cifre degli abbandoni negli ultimi anni restano costanti – prosegue -. Negli anni 2015 e 2016 abbiamo avuto circa 2.300 abbandoni all’anno, compresi i 271 decreti di dimissione dall’istituto, le 518 dispense dal celibato che concede la Congregazione per il Clero, i 141 sacerdoti religiosi incardinati pure et simpliciter in diverse diocesi e le 332 dispense dai voti tra le contemplative». 

«Durante la plenaria ci siamo soffermati su tre constatazioni – aggiunge il segretario del Dicastero -: l’elevato numero di chi lascia la vita consacrata per incardinarsi in una diocesi, il numero non indifferente delle contemplative che lasciano la vita consacrata e il numero di quelli che la abbandonano (225 casi) dicendo che mai hanno avuto vocazione. Si deve constatare che il più alto numero di abbandoni si ha tra le religiose, fatto almeno in parte spiegabile in quanto sono la grande maggioranza dei consacrati».  

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