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Sopravvissuta a un accoltellamento, scrive un saggio sul ritrovare l’amore

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Melissa Dohme e il suo futuro marito, Cameron. Amy Pizzacara | Pezz Photo

Melissa Dohme e il suo futuro marito, Cameron. Amy Pizzacara | Pezz Photo

Cerith Gardiner - For Her - pubblicato il 26/01/17

Chiunque pensa che un'esperienza traumatica faccia abbandonare i propri sogni legga qui...

Amiamo tutti i finali felici, ma questa storia vera di una coraggiosa studentessa universitaria lo merita davvero.

A 20 anni, la studentessa della Florida (Stati Uniti) Melissa Dohme perseguiva il suo sogno di diventare infermiera. Mentre faceva domanda d’ingresso a varie università, ha iniziato a notare dei cambiamenti nel suo ragazzo, Robert Burton, con il quale usciva fin dal liceo. Quello che in genere era l’affascinante e gentile “gigante buono” è diventato possessivo e, come spiega Melissa in un saggio per la BBC, ha minacciato di uccidersi se lei avesse rotto con lui.

Questo tipo di manipolazione e di ricatto è tipica nei casi di abuso domestico, e Melissa, comprensibilmente, si è sentita in trappola. Pur rendendosi conto che Robert stava agendo male, non sapeva come tirarsi fuori da quel rapporto senza avere problemi. La situazione ha raggiunto il culmine nell’ottobre 2011, quando Burton, ubriaco, ha abusato fisicamente di lei. La polizia è arrivata e lo ha arrestato, condannandolo soltanto a 10 ore di carcere. “Pensavo di essermi finalmente liberata di lui”, ha affermato Melissa. Ma anche se ufficialmente si erano lasciati dopo quella notte, la ragazza non gli era ancora sfuggita.

Qualche mese dopo quell’episodio, Burton sembrava avere una nuova fidanzata, ma nel gennaio 2012 Melissa ha ricevuto una sua telefonata, in cui le diceva che “voleva chiudere bene il nostro rapporto e desiderava solo un abbraccio. Se l’avessi rivisto solo una volta, mi ha detto, mi avrebbe lasciata in pace per sempre”. Anche se il campanello d’allarme suonava, lei lo ha trascurato. “Non ho dato ascolto al mio istinto, che mi diceva che era sbagliato, ed è stato l’errore più grande che abbia commesso in vita mia”.

Quando lui si è sporto per abbracciarla quando si sono incontrati aveva in mano un coltello. L’attacco è stato così terribile che non scenderemo nei dettagli. Con le parole di Melissa: “Aveva tutte le intenzioni di uccidermi. Sapeva che la polizia sarebbe arrivata e voleva sbrigarsi. Mi ha lasciata per strada e io ho pensato che sarei morta. Ho pregato Dio di salvarmi e di darmi un’altra possibilità”.


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E sembra che Dio l’abbia ascoltata davvero. Pur essendo morta varie volte sul tavolo operatorio, Melissa è tornata in vita con ferite molto serie al cranio, alla mascella e al naso. Quando le sue condizioni si sono stabilizzate si è guardata allo specchio e ha capito subito che la via del recupero sarebbe stata lunga. “19 delle 32 coltellate erano state inflitte a testa, collo e viso, e quindi non mi riconoscevo più. Non avevo i denti. I capelli erano stati rasati perché avevano dovuto ricucirmi le ferite sulla testa. Avevo metà viso paralizzato”.

Melissa Dohme dopo un brutale attacco di violenza e dopo il recupero. Facebook
Melissa Dohme dopo un brutale attacco di violenza e dopo il recupero. Facebook
Melissa Dohme dopo un brutale attacco di violenza e dopo il recupero. Facebook

Dopo tante lacrime, è stata la gratitudine di Melissa che l’ha aiutata a mettere tutto in prospettiva: “La mia fede era forte, e sapevo che non ero ancora qui sulla terra per arrovellarmi su quello che era successo. Mi sono sentita benedetta per il fatto di essere ancora viva”.

Le cicatrici hanno iniziato a guarire e Melissa era impaziente di tornare ai suoi studi e nella sua comunità. “Pensavo di poter usare la mia esperienza per aiutare gli altri. Volevo parlare per far sapere alle persone che vivono relazioni basate sull’abuso che meritano di essere amate, rispettate e valorizzate”.

A un evento dell’ottobre 2012, nove mesi dopo l’attacco, Melissa ha incontrato la squadra d’emergenza che ha contribuito a salvarle la vita. Un membro della squadra, Cameron, ha invitato Melissa e sua madre a cena nella stazione dei pompieri la settimana seguente.

Dopo la cena Melissa ha iniziato a provare qualcosa per Cameron, ma ovviamente si sentiva confusa. “Mi sento così perché è uno dei pompieri che mi hanno aiutata?”, ricorda di aver pensato. Dopo aver capito quando avevano in comune, i due hanno iniziato a uscire insieme. Con Cameron al suo fianco, Melissa ha ritrovato se stessa: “Pensavo che sarei rimasta single per il resto della mia vita, che nessuno avrebbe più voluto uscire con me per i danni che avevo subito e tutto quello che mi portavo dietro”.

Cameron le ha anche dato la forza per affrontare Burton in tribunale e vederlo condannare all’ergastolo. “Quando sono uscita da lì avevo di nuovo la mia vita”, ha commentato la ragazza.

Nel 2015 Melissa è andata a dare il colpo d’inizio a una partita di baseball dei Tampa Bay Rays come riconoscimento di tutto il suo lavoro contro gli abusi domestici. Mentre era in campo senza ancora la palla da tirare, è rimasta sorpresa vedendo Cameron avvicinarsi a lei. Il ragazzo si è inginocchiato e le ha porto la palla con su scritto “Vuoi sposarmi?” Lei ha detto di sì.

Cameron chiede a Melissa di sposarlo durante una partita di baseball dei Tampa Bay Rays. Mark Loren Designs | Facebook
Mark Loren Designs | Facebook
Cameron chiede a Melissa di sposarlo durante una partita di baseball dei Tampa Bay Rays. Mark Loren Designs | Facebook

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La coppia progetta di sposarsi ad aprile di quest’anno, e tutti coloro che hanno aiutato Melissa durante quell’episodio traumatico saranno lì a testimoniare la forza di una donna che trae il massimo dalla vita e un futuro sposo amorevole che le offre il rapporto sano che si merita.

“So che l’attacco è stato solo un giorno della mia vita e che non mi definirà mai”, ha dichiarato Melissa.

Vale la pena di leggere il suo saggio, che fa capire meglio cosa provino le vittime di abusi e i loro abusatori, la forza impressionante di questa ragazza e come la fede l’abbia aiutata a superare i traumi.

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Cerith Gardinerè nata a Londra e ha vissuto a Parigi per 14 anni. Trascorre il suo tempo dividendosi tra il lavoro come consulente di inglese e l’attività di tassista per i suoi quattro figli.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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