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Come posso costruire l’unità senza rinunciare alla mia identità?

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© certified su/Flickr/CC

padre Carlos Padilla - pubblicato il 25/01/17

Non è che accettando l'originalità dell'altro assumo il suo atteggiamento come mio

Penso all’unità, a quell’anelito a parlare sempre bene degli altri. A quell’atteggiamento misericordioso di non dividere. Quanto è facile dividere! Papa Francesco dice che al giorno d’oggi è molto più facile concentrare l’attenzione su ciò che ci divide, che ci separa. Credendo nello stesso Gesù possiamo vivere divisi.

Seguiamo Gesù che è morto per noi e ci dividiamo nel modo di seguire i suoi passi. Negli atteggiamenti di fronte alla vita. Nelle opinioni. E anziché avvicinarci gli uni agli altri nel cuore di Gesù ci dividiamo. Creiamo gruppi che ci allontanano da ciò che è centrale. Tu sei di Paolo, io di Apollo.

Ma siamo tutti di Cristo. È Lui che chiama tutti noi. Non voglio dividere con i miei pregiudizi. Separare con le condanne che si annidano nel mio cuore. Non voglio creare gruppi. Allontanarmi da chi non la pensa come me su tutto.

Uniformità non è lo stesso di unità. Uniformare è imporre un pensiero unico, ma non è la stessa cosa dell’unità nella diversità. È possibile essere uniti nella diversità di opinioni. Anche se i punti di vista non sono gli stessi. Discutere con apertura di cuore senza condannare. Accettare altre opinioni come valide. Riconoscere altri punti di vista.

Voglio essere più misericordioso nel giudizio che mi creo. Riconoscere che l’altro non è uguale a me in tutto. Non ha le stesse esperienze custodite nell’animo. Non ha percorso le mie stesse vie con i miei stessi piedi.

Ha percorso cammini diversi. Ha visto altri volti. Ha sperimentato altri amori nella sua vita. Ha letto altre verità. E non sempre penserà le stesse cose che penso io.

Come posso costruire l’unità? Dal rispetto del cuore. Senza condanna. Senza giudizi. Con quel rispetto che accoglie il diverso, che guarda con ammirazione chi è diverso da me. Non condanna, non giudica. È di questo atteggiamento che ho bisogno per affrontare la vita. Per costruire l’unità partendo dall’umiltà. Senza separare, senza dividere.

Seguo lo stesso Cristo. Ciascuno apporta il proprio. Io il mio carisma. I miei modi di vivere, di sognare, di amare, di pensare. Voglio rispettare e dare il mio apporto.

A volte cerco di tacere i miei punti di vista diversi per paura del rifiuto. Oggi si parla molto del fatto di essere tolleranti, ma tollerare non è lo stesso di accettare. H. Maturana diceva che “la tolleranza è la negazione temporaneamente sospesa”. Molte volte tollero. Poche volte accetto.

Accettare davvero mi porta a non voler convincere l’altro del mio punto di vista, e mi permette di manifestare liberamente ciò che penso. Accettare presuppone il fatto di guardare chi è diverso senza paura, senza vederlo come una minaccia. Riconoscere nella sua vita una verità e guardarla in faccia. Essere disposto a convivere con questo.

Voglio avere un cuore così libero, così aperto. Ciò non vuol dire rinunciare ai miei punti di vista, ai miei principi, alle mie convinzioni. Non è che accettando l’originalità dell’altro assumo il suo atteggiamento come mio. Semplicemente lo accetto nella mia vita. Lo integro nel mio cuore.

Ma non rinuncio al mio atteggiamento. Questo rispetto è sacro. Mi mantengo fedele ai miei principi perché sono quelli che sostengono le mie vie. Ma per affermarmi non devo necessariamente annullare altri punti di vista.

Convivere con il diverso è più difficile che eliminarlo. Ed è più difficile che cambiare il mio atteggiamento. Come diceva Groucho Marx, “questi sono i miei principi. Se non vi piacciono, ne ho altri”.

Accettare non significa rinunciare a ciò che è proprio. Presuppone il fatto di rispettare opinioni diverse senza scandalizzarsi continuamente. Senza respingere con gesti e parole chi non è d’accordo con le mie idee, sminuendolo.

Non mi limito a tollerare. Voglio accettare chi non la pensa come me. Senza perdere la mia essenza. Senza rinunciare al mio apporto, alla mia originalità. Senza massificarmi per paura di essere rifiutato.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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ecumenismosettimana preghiera unità cristiani
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