Lasciando maturare la coscienza secondo il proprio personalissimo cammino non vi è di più, vi è di meno, il problema della confusione perché il punto non è una fedeltà esteriore, schematica, a una legge, allora con i suoi ingiusti formalismi, ma il lasciarsi portare con equilibrio, gradualmente, per grazia, dalla Parola. Si possono così superare false sicurezze che non aiutano a crescere e possono schiacciare ingiustamente qualcuno. Le false sicurezze formali proprio in quanto tali possono orientare alla chiusura, a una maturazione bloccata. Gesù stesso spiega che la Parola è un seme (cfr Mc 4, 13-20). Come possiamo sapere quanto una persona sta corrispondendo alla grazia realmente ricevuta?
Tutto in Cristo è freschezza, vita sempre nuova, amore e non schema prefabbricato. L’eucarestia, la Parola, sono il contrario dello schema, ci conducono nel vivo mistero di Dio, dell’uomo, del mondo. Ci conducono verso un discernimento semplice, a misura, pieno di buonsenso, sempre più profondo, in Cristo, verso Cristo.
Invento.
Un marito mi confida di temere di essere in difetto, che nulla sia cambiato pur avvicinandosi a Dio, di non rispettare forse la legge, nel rapporto intimo con sua moglie. Gli rispondo, conoscendo il suo percorso, che forse si può avvedere che prima tradiva sua moglie con molte donne, poi, superato questo, ancora però tendeva a pensare solo a sé stesso in quel frangente con la moglie. Ora la Parola stessa, crescendo in lui gradualmente, con gioia, lo ha condotto all’attenzione anche verso la consorte. È così, nella fede, nell’amore, nel sereno buonsenso, che matura gradualmente la Parola in noi. Certo gradualmente, a misura, ascoltata, meditata, accolta, sempre più profondamente, personalmente, comunitariamente, etc. verso la pienezza. Si tratta di piste di crescita delicate, anche quelle circa la sessualità, che può fare anche molto male siano liquidate per esempio da una guida con due rispostine prefabbricate. Invece di, a tempo opportuno, approfondire tra l’altro anche in riferimento al personalissimo, spirituale e psicofisico, non spiritualistico, cammino di ciascuno.
La profezia si può rivestire di mille sfumature diverse. Talora, per esempio, nella sua delicatezza, Dio può inviare persone ad aprire strade nuove, anche essenzialmente centralissime più profonde intuizioni di Cristo, Dio e uomo, non con la potenza di una luce sfolgorante ma con la brezza leggera, il seme, di una inerme parola umana, magari anche variamente misconosciuta. O, ancora, Dio può cominciare a muovere tante persone in una direzione tendenzialmente rinnovata anche se magari nessuna di queste persone ha centrato pienamente, equilibratamente, distintamente, il nuovo percorso. Mentre tale più adeguato, articolato, percorso può emergere proprio, in varia misura, dall’insieme delle diverse posizioni. Una profezia, dunque, che sale gradualmente, in un certo senso, anche dalla storia stessa. Il Sinodo dei giovani col suo eventuale stimolo tra l’altro alla riflessione sulle impostazioni spirituali-umane-culturali fondamentali può costituire un passaggio anche decisivo proprio nel possibile più profondo, rinnovato, incontrarsi, comprendersi, di tendenze diverse.
Questa via della sinodalità mi pare una strada fecondissima, ricca di mille possibili scoperte e sviluppi, capaci di rinnovare profondamente la Chiesa e anche per di qui tutta la società. Un aspetto da considerare può essere quello di trovare i modi adeguati per favorire la maturazione spirituale e umana delle persone, la loro partecipazione, il dialogo, etc.. Potrebbe tra l’altro accadere che vi siano tante persone che hanno contributi importanti da apportare ma non trovano chi dia loro spazio nel dibattito pubblico. Potrebbe per esempio rivelarsi una grande ricchezza nella Chiesa che si trovi organizzativamente, sul piano della formazione, etc., il modo di riconoscere e accogliere anche su grandi media cattolici i possibili contributi significativi dal mondo ecclesiale e anche, in qualche modo, da fuori.
Cercando il più possibile di formare i selezionatori a non chiudersi in schemi triti e ritriti, nelle formalità, sotto certi aspetti, dei ruoli e delle competenze, a cogliere il nuovo, a saper rischiare… Ecco, forse, un aspetto concreto, sperimentabile, di una riforma della comunicazione, che coinvolga gli editori, non ferma a tecnicismi o a belle parole. Un rinnovamento che sa di Vangelo vivo, sentito dalla gente. Anche una risposta in positivo al proliferare di messaggi sul web. Una mentalità nuova, poi, può orientarsi in modo sempre nuovo, con sano, a misura, buonsenso, a ogni livello. Tra l’altro con questa crisi di lavoro una possibile occasione per mostrare come una Chiesa viva può creare in mille modi lavoro più che costruttivo. Pensiamo anche, altro esempio, all’attenzione sempre più profonda a che anche questi mesi di preparazione al prossimo Sinodo dei vescovi (ottobre 2016) non comportino solo una partecipazione, una riflessione, sui giovani ma anche, con accortezza, dei giovani. Potendo intensamente liberare quella carica di continuo rinnovamento che Cristo stesso può donare.
Com’è possibile che una realtà millenaria anche umana come la Chiesa resti sempre nelle verità fondamentali? È un vero miracolo. Ancora più miracoloso, sotto certi aspetti, è che la Chiesa non solo resti nelle verità fondamentali ma anche, in queste, sulla base di queste, come Gesù stesso ci ha manifestato (cfr Gv 16, 13; Gv 14, 26) progredisca, maturi, tolga i rami secchi, etc.. Senza restare bloccata nelle abitudini, nelle mentalità, nelle resistenze, negli interessi… Scoprendo sempre più l’amore meraviglioso di Dio. Solo Cristo, Dio e uomo, nella sua Parola, nell’eucaristia, etc., può fare ciò. Segni anche, almeno talora, che nonostante tanti possibili limiti nella Chiesa vi è tanto bene, vi sono tante risposte fondamentalmente positive a Dio, anche da parte dei cristiani.
Talora possiamo sperimentare la sensazione di comprendere, nella meditazione della Parola di Dio, solo quello che in realtà abbiamo già maturato. In parte ciò può talora essere dovuto per esempio al semplice fatto che è proprio così, è la Parola, accolta, per grazia, sempre più nella vita concreta, a rivelarsi gradualmente. Ma proprio, per esempio, questo emergere all’infinito di nuove piste di comprensione può stimolare a leggere la Parola ponendo, per grazia, più attenzione a ogni sfumatura, senza pensare di sapere già tutto. Sempre più pronti a cercare di leggerla in quello che realmente esprime, non in quello che vogliamo leggervi noi. È un cammino che si può trasferire anche, in un reciproco interscambio, nelle situazioni della vita concreta. Sempre più profonda apertura, attenzione, alla vita reale.
Una sempre più profonda, equilibrata, ben distinta, maturazione della coscienza spirituale e psicofisica in Cristo, Dio e uomo, aiuta a discernere per esempio i riferimenti, le impostazioni, certe tendenze, etc., delle persone. Mentre i riduttivismi, le distorsioni, dello spiritualismo, del razionalismo, del legalismo, possono generare sguardi più confusi, distratti, meno capaci di discernere spiritualmente e umanamente, di distinguere.
L’ecumenismo spirituale, mi riferisco in questo brano alle guide, se devozionistico potrebbe talora rivelarsi asfittico. Se in conversione, tendenzialmente superando schemi, prudenze terrene, automatismi, insomma le varie possibili incrostazioni della coscienza, si può avvicinare sempre più al discernere divino e umano di Cristo, rinnovando spiritualità, cultura, pastorale, ogni cosa, trovando sempre più il sapore del Vangelo. Un passo in avanti dunque potrebbe essere, per esempio, quello di riconoscere, per grazia accolta, le, forse talora non poche, incrostazioni della coscienza. Profonde incrostazioni, automatismi, della coscienza, potrebbero talora non mancare anche tra alcuni fautori dell’ecumenismo spirituale (cfr Mt 10, 40-42).