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6 cose meravigliose che ci ha lasciato il 2016 (definito il peggior anno di sempre)

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(Marsden-Gaffigan) Via AFP-Outcasts-Takahiro Kyono CC-Norcia Monks-Pearl Street Films

Matthew Becklo - pubblicato il 20/01/17

Alcuni spiragli di luce ci ricordano che, in fin dei conti, non è stato un anno così brutto

Il 2016 è stato, come molti lo hanno soprannominato, “l’anno peggiore di sempre“?

Persino un rapidissimo sguardo indietro nella storia fa sembrare questa dichiarazione perlomeno istrionica. Non si può però negare che il 2016 sia stato percepito come un anno in cui sono scomparse persone, luoghi e istituzioni a cui eravamo legati.

Da un punto di vista politico, sono venuti meno organismi internazionali, si è sgretolato il consenso nazionale in Europa e in America e in Medio Oriente si diffondono sempre di più instabilità e terrore; da un punto di vista geologico, è stato “l’anno del terremoto”, e potenti sismi hanno colpito soprattutto Taiwan, Italia, Nuova Zelanda, Giappone e Indonesia; nell’ambito dello spettacolo abbiamo perso il pugile Muhammad Ali, i cantanti Prince e David Bowie, e le attrici Debbie Reynolds e Carrie Fisher, rispettivamente madre e figlia.

Ma dovunque si collochi nella lista dei “peggiori anni”, il 2016 non è stato affatto male. Infatti, nel corso dell’anno, alcune grandi perdite hanno portato direttamente ad altrettanto grandi opere d’arte (e d’amore).

Tutte le cose alla fine cadono a pezzi e passeranno – sic transit gloria mundi – ma ecco sei spiragli di luce del 2016 che ci ricordano che la finitezza del mondo non ha l’ultima parola.

1. Leonard Cohen ci ha lasciato un album straordinario prima di morire

Quando Leonard Cohen lanciò un nuovo singolo nell’autunno del 2016, un giornalista della NPR ha segnalato che la “fragilità” della voce di Cohen avrebbe potuto essere un segno della sua eventuale fine. “È triste e difficile da dire”, ha scritto, “ma secondo me quella del prossimo album sarà l’ultima conferenza stampa  di Cohen”.


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Infatti, così è stato. Cohen è scomparso poco più di un mese più tardi – ma non prima di rilasciare il suo ultimo album, You Want It Darker, la cui fragile bellezza ricorre a un “paesaggio biblico” per meditare sull’amore, sulla morte e su Dio.

2. The Jim Gaffigan Show è stato breve ma straordinario

È raro che un programma termini dopo solo due stagioni perché un po’ troppo coinvolgente. Ma questo è esattamente quello che è successo con The Jim Gaffigan Show su TV Land. Il comico e sua moglie (nonché co-sceneggiatrice) Jeannie hanno volutamente messo fine al loro “progetto personale”, perché “l’impegno in termini di tempo necessario a fare uno spettacolo di qualità ci portava lontano dal nostro progetto più importante, i nostri cinque figli”.

Eppure la seconda stagione ha donato un sacco di risate e ha mostrato il ritratto di una famiglia gioiosa che vive la propria fede a Manhattan, nel mondo dello spettacolo. “Abbiamo dichiarato apertamente che crediamo in Dio”, ha spiegato Jeannie in un’intervista, “e nel nostro settore, nel nostro ambiente, è un po’ strano. Ma ci siamo resi conto che, su questo argomento, un sacco di gente dice di sentirsi come un pesce fuor d’acqua in qualsiasi ambiente si trovino”.

3. I monaci di Norcia stanno ricostruendo il loro monastero – e la città – producendo e vendendo birra

Nel mese di ottobre, “l’anno del terremoto” ha raggiunto l’Italia e ha devastato la città di Norcia, tra cui la secolare Basilica di San Benedetto gestito da un ordine di monaci, molti dei quali sono americani. Come riportato dal New York Times, una delle poche cose rimaste in piedi nel monastero è la piccola fabbrica di birra.

Adesso la loro birra è utilizzata per aiutare a raccogliere fondi per ricostruire il monastero e la città di Norcia.


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4. Parlando di monaci, i Frati Francescani del Rinnovamento hanno fatto musica, aiutato gli emarginati, giocato a basket, diffuso amore e, più in generale, reso il mondo un posto migliore.

Nel 2016 i Frati Francescani del Rinnovamento hanno lasciato il segno nel mondo musicale e in quello cinematografico, illuminando gli schermi e le vie della città con la fede e l’amore. Il nuovo documentario Outcasts, diretto dal team che ha realizzato The Human Experience, ha mostrato i frati portare “il balsamo della misericordia di Dio” tra le comunità e gli individui devastati da povertà, criminalità e disperazione a New York, in Inghilterra, in Irlanda, e in Honduras.

Quando i frati non hanno aiutato chi era nel bisogno, sono stati occupati a registrare musica (ascolta qui), giocare a basket (guarda il video qui sopra), e in generale ad edificare e stimolare le persone attorno a loro.

5. I giorni bui continuano a rendere questa “l’età d’oro della televisione”

Se il dolore dà origine alle più grandi opere d’arte, potremmo comprendere il motivo per cui siamo nel bel mezzo di quella che molti hanno definita “l’età d’oro” della televisione.


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Come mostrato da Outcasts, nel mondo di oggi c’è un bel po’ di sofferenza, confusione e oscurità. Ma queste correnti sotterranee hanno dato origine a nuove opere (molto ben scritte) che portano luce nelle tenebre. Da True Detective, The Night Of, Show Me a Hero fino a Westworld, ci sono delle nuove serie avvincenti – anche se a volte un po’ crudi – che continuano a mostrare verità sul panorama economico, sociale e filosofico del 21esimo secolo.

6. Manchester by the Sea ci ha ricordato che finché c’è vita, c’è speranza

Ai Golden Globes, Jimmy Fallon ha presentato il nuovo film “Manchester by the Sea” descrivendolo come “l’unica cosa del 2016 ad essere più deprimente del 2016”.

Senza dubbio, questo commovente film affronta uno dei temi più tragici che si possono immaginare per un film. Ma è anche uno dei migliori film dell’anno, perché il viaggio di Lee Chandler ci ricorda che nessun passato è al di là della guarigione e della speranza per un nuovo futuro.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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