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“Non facciamoci accecare dai soldi: seguiamo la luce di Gesù”

Vatican Insider - pubblicato il 06/01/17

“La nostra stella non siano le luci accecanti dei soldi e del successo- raccomanda il Papa. Dove c’è Dio c’è gioia, Coraggio, la luce di Gesù sa vincere le tenebre più oscure”. Conclusa, nella basilica vaticana, la celebrazione dell’Epifania, Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico per recitare l’Angelus coi fedeli e i pellegrini in piazza San Pietro. “La vita cristiana è cammino di ricerca, evitando insidie e non basta sapere che Dio è nato, se non si fa Natale nel cuore”, avverte. “Celebriamo oggi l’Epifania del Signore, cioè la manifestazione di Gesù che risplende come luce per tutte le genti- afferma Jorge Mario Bergoglio introducendo la preghiera mariana.Simbolo di questa luce che splende nel mondo e vuole illuminare la vita di ciascuno è la stella, che guidò i Magi a Betlemme. Essi, dice il Vangelo, videro “spuntare la sua stella” e scelsero di seguirla: scelsero di farsi guidare dalla stella di Gesù”. E, aggiunge, Francesco, “anche nella nostra vita ci sono diverse stelle, luci che brillano e orientano. Sta a noi scegliere quali seguire: ci sono luci intermittenti, che vanno e vengono, come le piccole soddisfazioni della vita: anche se buone, non bastano, perché durano poco e non lasciano la pace che cerchiamo”.

Ci sono poi, prosegue, “le luci abbaglianti della ribalta, dei soldi e del successo, che promettono tutto e subito: sono seducenti, ma con la loro forza accecano e fanno passare dai sogni di gloria al buio più fitto”. I Magi, invece, “invitano a seguire una luce stabile e gentile, che non tramonta, perché non è di questo mondo: viene dal cielo e splende nel cuore”. Infatti “questa luce vera è la luce del Signore, o meglio, è il Signore. Egli è la nostra luce: una luce che non abbaglia, ma accompagna e dona una gioia unica: questa luce è per tutti e chiama ciascuno”. Perciò, precisa il Pontefice, “possiamo così sentire rivolto a noi l’odierno invito del profeta Isaia: “Alzati, rivestiti di luce” e all’inizio di ogni giorno possiamo accogliere questo invito: alzati, rivestiti di luce, segui oggi, tra le tante stelle cadenti del mondo, la stella luminosa di Gesù”. Quindi “seguendola, avremo la gioia come accadde ai Magi, che “al vedere la stella, provarono una gioia grandissima”, perché dove c’è Dio c’è gioia”. E “chi ha incontrato Gesù ha sperimentato il miracolo della luce che squarcia le tenebre e conosce questa luce che illumina e rischiara”

Dunque, sottolinea il Papa, “vorrei, con tanto rispetto, invitare tutti a non avere paura di questa luce e ad aprirsi al Signore”. Soprattutto “vorrei dire a chi ha perso la forza di cercare, a chi, sovrastato dalle oscurità della vita, ha spento il desiderio: Coraggio, la luce di Gesù sa vincere le tenebre più oscure”. Ma “come trovare questa luce divina?”, si chiede Francesco. “Seguiamo l’esempio dei Magi, che il Vangelo descrive sempre in movimento- spiega-. Chi vuole la luce, infatti, esce da sé e cerca: non rimane al chiuso, fermo a guardare cosa succede attorno, ma mette in gioco la propria vita”. Perciò “la vita cristiana è un cammino continuo, fatto di speranza e di ricerca; un cammino che, come quello dei Magi, prosegue anche quando la stella sparisce momentaneamente dalla vista”.

In questo cammino “ci sono anche delle insidie che vanno evitate: le chiacchiere superficiali e mondane, che frenano il passo; i capricci paralizzanti dell’egoismo; le buche del pessimismo, che intrappola la speranza”. E “questi ostacoli bloccarono gli scribi, di cui parla il Vangelo oggi, essi sapevano dov’era la luce, ma non si mossero, la loro conoscenza è stata vana: non basta sapere che Dio è nato, se non si fa con Lui Natale nel cuore”. Invece “i Magi lo hanno fatto: trovato il Bambino, “si prostrarono e lo adorarono”. Non lo guardarono soltanto, non dissero solo una preghiera di circostanza, ma adorarono”. E cioè, puntualizza il Papa, “entrarono in una comunione personale di amore con Gesù”. Poi “gli donarono oro, incenso e mirra, ovvero i loro beni più preziosi: impariamo dai Magi a non dedicare a Gesù solo i ritagli di tempo e qualche pensiero ogni tanto, altrimenti non avremo la sua luce”. E “come i Magi, mettiamoci in cammino, rivestiamoci di luce seguendo la stella di Gesù, e adoriamo il Signore con tutto noi stessi”.

Una catechesi che racchiude il senso della festa odierna. “L’Epifania è la Giornata dell’infanzia missionaria”, evidenzia Francesco che indica ai giovani come modello “i bambini e i ragazzi che in tante parti del mondo si impegnano a portare il Vangelo e ad aiutare il loro coetanei in difficoltà”. A loro è rivolto nuovamente il suo incoraggiamento, dopo che anche al Te Deum di fine anno aveva richiamato l’attenzione sulle nuove generazioni.

Poi il Pontefice ricorda come “le comunità ecclesiali dell’Oriente che seguono il Calendario Giuliano celebreranno domani il Santo Natale: in spirito di gioiosa fraternità auguro che la nuova nascita del Signore Gesù le ricolmi di luce e di pace”. Il Papa saluta “quelli che oggi sono venuti qui da Lazio, Abbruzzo e Molise, e ringrazio la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria per questo servizio educativo”. Si rivolge in particolare ai “partecipanti al corteo storico-folcloristico, che quest’anno è dedicato alle terre dell’Umbria meridionale e che si propone di diffondere i valori di solidarietà e fratellanza” e saluta “i gruppi venuti da Malta, dalla California e dalla Polonia, ed estendo la mia benedizione ai partecipanti al grande Corteo dei Re Magi che si svolge a Varsavia con tante famiglie e tanti bambini”. Il suo pensiero va ai “fedeli di Ferrara, Correggio, Ruvo di Puglia, Robecco sul Naviglio e Cucciago; come pure i cresimandi di Rosolina e di Romano di Lombardia, i ministranti della diocesi di Asti, i ragazzi di Cologno al Serio, gli amici e volontari della Fraterna Domus, e l’Unitalsi di Roma che, insieme all’amministrazione capitolina, realizza oggi pomeriggio il presepe vivente a piazza del Campidoglio”.

E conclude: “Buona festa a tutti, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci”. E sono stati ancora una volta i poveri, i senzatetto e i profughi, insieme a molti volontari e religiosi, a donare oggi 50 mila libretti con le pagine del Vangelo sulla Misericordia alle persone presenti in piazza San Pietro in occasione dell’Epifania. “Al termine della distribuzione verrà offerto ai bisognosi, che saranno oltre 300, un tramezzino e una bevanda da parte di Papa Francesco”, dicono all’’Elemosineria Apostolica che ha promosso l’iniziativa. Il libretto si intitola “Icone di Misericordia” ed è un piccolo opuscolo tascabile, dono di Francesco che “intende continuare ad offrire, come uno dei piccoli frutti del Giubileo Straordinario da poco concluso, alcuni spunti di riflessione e di preghiera sulla Misericordia infinita di Dio”.

E “la figura di Gesù Misericordioso”, si legge in una nota dell’ufficio della Curia che si occupa della solidarietà del Papa, “è presentata in queste poche pagine attraverso sei episodi evangelici che raccontano l’esperienza di altrettante persone trasformate dal suo amore: la peccatrice, Zaccheo, Matteo il pubblicano, la samaritana, il buon ladrone, l’apostolo Pietro. Sei icone, appunto, di misericordia”. E il Papa ha presentato il libretto all’Angelus. In piazza anche i 1300 figuranti del corteo “Viva la Befana 2017”, salutati dal Pontefice. Resterà impressa nei partecipanti la descrizione sintetica e illuminante che Francesco ha offerto dell’Epifania: “I magi portano dei doni a Gesù ma in realtà è lui il vero dono, il volto misericordioso del padre che ci perdona sempre”.

«Parlando d doni anche io ho pensato di farvi un piccolo dono anche se mancano i cammelli: il libretto `Icone di misericordia´». Papa Francesco ha annunciato con queste parole la distribuzione dei 50 mila libretti in piazza San Pietro. «Il dono di Gesù – ha spiegato – è la misericordia del Padre e per ricordare questo dono di Dio vi farò questo dono che vi verrà distribuito dai poveri, dai senza tetto, dai profughi e da molti volontari che saluto cordialmente e ringrazio di vero cuore». «Vi auguro – ha concluso – un anno di giustizia, di perdono, di serenità ma soprattutto un anno di misericordia. Vi aiuterà leggere questo libro. È tascabile e potete portarlo con voi. Per favore non vi scordate di farmi anche voi il dono della vostra preghiera». 

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