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Addio a Piero Viotto, una vita per Maritain

Vatican Insider - pubblicato il 04/01/17

Piero Viotto , classe 1924, fino all’ultimo, nella sua casa di Varese, ha continuato a scrivere e studiare. Il filosofo torinese era noto come uno dei maggiori studiosi di Jacques Maritain. Aveva conosciuto e poi studiato il pensiero del filosofo francese e soprattutto era legato a quel mondo che, negli anni della formazione, stava alla base di una generazione di cattolici intellettuali orientati , un mondo cresciuto sotto l’influsso della cultura francese. 

La ricerca su Maritain per Viotto parte da molto lontano ed è durata tutta la sua lunga e ricca vita di studioso. Nella Torino devastata dal conflitto mondiale, la resistenza al nazifascismo si realizzava anche nella preparazione di quella classe dirigente cattolica “afascista” e antitotalitaria che cresceva nelle fila dell’Azione Cattolica e della Fuci. E Viotto fu dirigente di Gioventù Studentesca e attivo nel circolo Fuci che aveva come assistente e guida spirituale don Giovanni Barra.  

Dopo gli studi secondari Viotto inizia a insegnare nelle scuole e si iscrive alla facoltà di Magistero dell’Ateneo torinese nel corso di pedagogia nel 1942. Si appassiona al pensiero cristiano d’oltralpe, filosofico e letterario: “La Vita intellettuale” di Sertillanges un volume fatto circolare tra gli universitari da Montini, e poi Journet, Claudel, Bernanos ma soprattutto quello di Jacques Maritain. 

Su queste basi metodologiche grazie al consiglio di padre Gemmellaro, che insegnava sociologia alla Pontificia Università Salesiana, allora a Torino, scopre l’ Umanesimo integrale di Maritain. “Fu una scoperta sconvolgente, avevo trovato un filosofo cattolico che raccordava verità e libertà, fede e ragione, umanesimo e cristianesimo”, avrebbe scritto molti anni dopo. Si laurea nel 1947 primo in Italia con una tesi sul pensatore francese.  

Le sottili distinzioni tra religione e cultura, tra chiesa e cristianità, tra l’«agire in quanto cristiano» sul piano dell’evangelizzazione e l’«agire da cristiano» sul piano della cultura e della politica, sono la cifra più profonda di Maritain e diventano terreno di indagine diffusa e analitica di Viotto, docente di pedagogia all’Università Cattolica di Milano.  

Quando si aveva nostalgia dello “Stato cattolico”, Maritain, ricordava Viotto, anticipò il Concilio Vaticano II e il magistero dei papi che lo realizzarono da Paolo VI, Montini grande amico del filosofo francese, a Giovanni Paolo II, da Benedetto XVI all’attuale Francesco. “Storia della filosofia secondo Maritain, Città Nuova, 2011-2013”, attraverso i 65 volumi della sua Opera omnia, è il culmina di una ricerca esistenziale. Il pedagogista si è anche dedicato allo studio dei rapporti tra Montini e Maritain e di personalità illustri della storia politica italiana d’ispirazione cattolica da De Gasperi a Dossetti, da Pella a La Pira, sempre in rapporto al pensiero della cultura cattolica francese del primo Novecento 

La produzione editoriale di Viotto è stata davvero poliedrica e ricchissima: saggi, ricerche, articoli e pagine dedicate a quello che oggi si può davvero ricordare come l’ultimo dei maritainiani.  

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