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Spiritualità
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Entriamo in depressione perché siamo costantemente ‘accesi’

Miriam Diez Bosch - pubblicato il 29/12/16

Intervista esclusiva a Pablo d'Ors, fondatore di Amigos del Desierto

Spezza gli schemi senza essere stridente. Pablo d’Ors medita. È scrittore e sacerdote, ed è stato membro del Pontificio Consiglio per i Laici del Vaticano. Invita a meditare e a capire che amare significa dare… e ricevere.

Il silenzio è sempre utile?

Sono convinto che ci siano malattie dell’anima, ferite che abbiamo dentro, ombre, che si possono curare solo con il silenzio, attraverso la via spirituale.

Ad esempio quando si perde un figlio, una cosa estrema. Pensando e agendo non si risolverà quella ferita, che verrà dissolta, non risolta, solo attraverso la contemplazione e la passione.

È un uomo più di silenzio che di parole?

Sono un uomo di parola, e di silenzio, e credo che la parola e il silenzio mi abbiano accompagnato sempre, ma man mano che passa il tempo la parola perde protagonismo nella mia vita e ne acquista di più il silenzio.

Amare è la capacità di dare e di ricevere, non solo di dare. In una cultura come la nostra, quella cristiana, si è sottolineata molto l’importanza di dare agli altri, aiutare gli altri, e si è dimenticato il “come se stessi”. Dobbiamo imparare a ricevere. Nella meditazione quello che impariamo è a respirare consapevolmente. La respirazione è un movimento doppio di ispirare ed espirare, e questo movimento biologico riproduce il ritmo spirituale per eccellenza, che è proprio quello della ricettività e dell’oblatività.

Ho lavorato per dieci anni come cappellano in un ospedale, e una delle cose che mi hanno colpito di più è stato vedere che la cosa più difficile per un malato, molto più del dolore fisico, è essere aiutato, dipendere dagli altri.

La profezia oggi nel cristianesimo è la mistica, ovvero la vera questione pendente è il silenzio, e il fatto che nel silenzio ci incontriamo tutti.


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Alcune citazioni per pensare…

Silenzio, per favore

Parola e silenzio sono le due facce della stessa moneta. Perché una parola, in questo caso la parola cristiana, il seme del Verbo, arrivi al destinatario, deve essere stata preceduta da un silenzio.

Quello di cui ha più bisogno la Chiesa cattolica in questo momento è la contemplazione.

Papa Francesco

Il papa è un uomo d’azione e di silenzi, perché altrimenti non riuscirei a spiegarmi la sua capacità di irradiazione.

L’unica persona che ho conosciuto e di fronte alla quale abbia sentito il bisogno di chinarmi, perfino di inginocchiarmi, è papa Francesco.

Non è stato presentato, diciamo così, l’aspetto terapeutico del cristianesimo. A mio modo di vedere, la parola chiave del cristianesimo, se si dovesse ridurre a un unico termine, sarebbe Redenzione. (…) Significa cambiare segno a un’esperienza negativa per trasformarla in positiva. (…); dove c’è odio io porti l’amore; dove c’è guerra io porti la pace; dove c’è dubbio io porti chiarezza…

Depressione, ansia

Siamo in costante ebollizione, e se tieni una macchina sempre accesa si brucia. Entriamo in depressione, in stato di stress, di ansia, di frenesia, perché siamo costantemente “accesi”.


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Il mondo ha bisogno di carità e di silenzio

Il mondo ha bisogno di spiritualità, e la spiritualità non è altro che il silenzio. Come diceva San Giovanni della Croce, Dio è il silenzio in cui risuonano tutte le cose.


Per approfondire:
http://pablodors.blogspot.com.es/
http://www.amigosdeldesierto.org/

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
silenziotestimonianze di vita e di fede
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