Per questo è importante guardare le cose partendo da prospettive diverse. Concentrandosi sui dettagli, la prospettiva è influenzata dai propri sentimenti puntati su un aspetto reale, di modo che gli si darà molta importanza e si reagirà in modo esagerato a cose che gli altri non percepiscono.
Ad esempio, una parola o una frase detta con una certa intenzione può provocare una terribile aggressività, fastidio o rabbia, mentre gli altri in generale non percepiscono quell’intenzione, e anche se ci fosse non la ritengono così rilevante.

L’ipersensibilità è potenziata dai problemi vissuti, e allora il fatto di trovarsi in una situazione simile a una già vissuta – o anticiparla – influenzerà in modo molto più profondo.
L’ipersensibilità emotiva può essere positiva? Ovviamente sì. Di fatto, ci permette di collegarci meglio alle altre persone e di aiutarle se ne hanno bisogno. Il grande problema è che esiste anche un lato oscuro carico di insicurezza, difficoltà a gestire le emozioni e vulnerabilità.
L’ansia, lo stress e la depressione sono malattie che colpiscono molto le persone con ipersensibilità emotiva. La difficoltà che impedisce loro di sentire meno, di smettere di preoccuparsi eccessivamente, di evitare di concentrarsi su quello che gli altri ignorano fa sì che questo “dono”, considerato tale da alcune persone, si trasformi nel loro peggior nemico.
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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