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Prima di diventare sacerdote ha avuto un grande amore

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© Gorinov / Shutterstock

Aleteia Brasil - pubblicato il 27/12/16

È diventato sacerdote grazie a lei – e la loro storia è bellissima!

Una volta mi sono innamorato. È accaduto molto tempo fa, prima di diventare sacerdote. In realtà all’epoca non ero ancora neanche seminarista. Si chiamava Valentina, aveva i capelli neri lunghi fino alle spalle, sempre annodati o ornati con qualcosa.

I suoi occhi verdi e grandi erano la finestra della sua anima, rivelando i suoi segreti più belli: se fuori era bella, lo era altrettanto dentro. È forse per questo che me ne sono innamorato.

Ricordo ancora la prima volta in cui l’ho vista. Facevo il chierichetto nella parrocchia di San Giuseppe. Era una chiesa piccola, ci conoscevamo tutti. C’era da aspettarsi che si notasse la presenza di una persona nuova. Ed ecco lì Valentina con il padre e la sorellina. Il signor Bernini si era appena trasferito con le due figlie dopo essere rimasto vedovo. Ancora oggi non riesco a descrivere la sensazione che suscitò in me il sorriso simpatico e trascinante di Valentina. So solo che fu abbastanza da togliermi la concentrazione durante la Messa, il che ovviamente mi costò una bella confessione. Avevamo 15 anni.

Pur essendo un po’ goffo, ero un bravo ragazzo. Penso che lo capì e per questo si innamorò di me. La bellezza di Valentina era un riflesso della bellezza divina, facendo sì che accanto a lei mi sentissi come in Cielo. Se avete già trovato qualcuno che vi faccia vivere il Cielo sulla Terra valorizzatelo.

Valentina è stata il grande amore della mia vita. Mi spiego. Ero certo di avere accanto a me la ragazza più bella del mondo. Viveva sorridendo! Io avevo il suo sorriso. Sentivo che al di sopra di tutto stavamo diventando compagni. Le Messe tutte le mattine, i rosari alla fine del pomeriggio, i baci sulla guancia, la benedizione di padre George e perfino del signor Bernini. Tutto cospirava a nostro favore! Di una cosa ero certo: ero il 15enne più felice del mondo.

Nonostante questo mi sentivo incompleto, e non capivo come fosse possibile. Se Valentina non bastava a “riempirmi”, cosa poteva farlo? Dio. La chiamata potente e irresistibile di Dio mi richieggiava nelle orecchie, e ho capito tutto: Egli era l’ideale al quale donarmi interamente, l’unica realtà capace di placare la mia sete.

Sarò eternamente grato a Valentina. Dio si è servito di lei per mostrarmi che neanche la più grande bellezza terrena si può paragonare alla Sua bellezza. Tra dolore e lacrime ci siamo detti addio. Io stavo entrando nel seminario minore. Confesso che nel corso del tempo ho pensato a come sarebbe stato il mio futuro accanto a lei: quanti figli avremmo avuto, come li avremmo chiamati, come sarebbe stata la nostra casa, se avrebbe ancora sorriso per le mie battute poco divertenti o se un giorno l’avrei fatta piangere. Non importa. Questi pensieri svaniscono rapidamente quando penso che sono felice di essere sacerdote. Esercito da 19 anni il ministero sacerdotale. Anche lei è stata felice. Si è sposata, ha avuto quattro figli – tra cui una carmelitana e un seminarista –, era una madre fantastica e aveva un marito pio e integro.


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Sono le 7.42. Sono pronto a uscire dalla casa parrocchiale. Sono stato svegliato alle 6.30 da una telefonata con una brutta notizia: Valentina è morta. La guerriera Valentina, che da un anno lottava contro un tumore al seno, ha deciso di riposare. Ho deciso di scrivere per la paura che partendo si portasse via tutti i miei ricordi della nostra santa amicizia. Sono sacerdote grazie a Valentina, e sono certo che sarò rafforzato nel mio ministero dalla sua intercessione dal Cielo.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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