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Il bellissimo saluto di fine corso di un docente di matematica (VIDEO)

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Unione Cristiani Cattolici Razionali - pubblicato il 20/12/16
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Un professore di grande spessore che capisce l’impatto del suo lavoro sulla vita e la formazione dei giovani e giovanissimiUltimo giorno di lezione all’Università di Bologna, siamo nel Dipartimento di Matematica e il corso è quello di Analisi 1. Per tutto l’anno si è parlato di funzioni, numeri reali, calcolo dei limiti, di derivate e integrali. Ma l’ultimo giorno, lo sa chi ha frequentato l’università, è anche il momento dei saluti e degli auguri, sopratutto se si è vicini al Natale.

Grazie ai diversi video che gli studenti bolognesi hanno caricato su Youtube, si può sbirciare lo speciale saluto che il prof. Carlo Ravaglia, docente di Analisi Matematica, ha voluto fare ai suoi allievi. Abbiamo così scoperto un grande uomo, un maestro nel vero senso della parola che non si limita all’insegnamento tecnico della sua materia, ma sente la responsabilità dell’educatore, di colui che offre ai suoi studenti, prima di salutarli definitivamente, ciò che di più buono ha visto nella vita. «Nella vita», spiega il prof. Ravaglia, «bisogna prendere una posizione e nel mio insegnamento ho chiara una cosa: non può restare solo una trasmissione di nozioni».

Nel 2009 ha pensato di leggere alcune parole di una poesia di Leopardi: “Natura umana, or come, se frale in tutto e vile, se polve ed ombra sei, tant’alto senti?”. Descrive la contraddizione dell’uomo: nato da polvere eppure capace di desiderare l’infinito. «Questo per me significa», ha continuato, «che nei confronti dell’uomo sono possibili due posizioni: la prima è dire che l’uomo è niente, la posizione di Leopardi, oppure l’uomo è qualcosa di grande. Il mio discorso non è neutrale, io non la penso come Leopardi. Io sono contro il nichilismo, sono per dire che la vita è un valore e vorrei aver comunicato anche nel modo di fare matematica questa posizione. Che è la posizione cristiana!».

«Nell’uomo c’è qualcosa di grande, che lo trascende, è la vita stessa che è grande, è positiva!», ha ripetuto nel 2013 (video qui sotto). «Da dove mi viene questa idea di uomo? Nasce da una concezione che la persona non è un ammasso di atomi o di reazioni chimiche o un animale più evoluto, la persona è legata ad un mistero più grande da cui proviene. Vi dico queste cose perché credo sia la strada per capire la grandezza dell’uomo, strada che va percorsa però non in maniera sentimentale ma attraverso la ragione». «Voglio farvi due auguri», annuncia agli studenti della laicissima Bologna, stupiti dalle profonde riflessioni del preciso matematico che hanno conosciuto durante l’anno. «Il primo augurio è che siate persone con una concezione grande di se stesse e verso la vita, non nichilista. Il secondo augurio è per chi è dentro la concezione cristiana della vita, quella che ho io, perché viviate l’esperienza del Natale, cioè che questo Mistero si è fatto uomo per esserci vicino, un Dio vicino, che è con noi e ci accompagna nelle fatiche della vita».

Il matematico bolognese si lamenta scherzosamente del fatto che alcuni suoi studenti hanno caricato su Youtube i suoi saluti speciali, ci è sembrato interessante tuttavia farlo conoscere perché il suo bel messaggio possa arrivare a molte altre persone. Non tanto come un ennesimo testimone della convivenza tra fede e scienza, piuttosto per la contagiosa passione del prof. Ravaglia verso la vita, verso la positività della vita, che si traduce automaticamente in un interesse verso l’altro, verso gli studenti con cui ha a che fare ogni giorno, anno dopo anno. E per il coraggio di annunciare il cristianesimo come proposta di un uso aperto della ragione sulla vita.

Un esempio di educatore che andrebbe preso come modello, amato dai suoi studenti che, dopo gli auguri di riconoscere il Dio vicino che si è fatto uomo, applaudono alzandosi in piedi, istintivamente, come è avvenuto nel 2014. Un “grande uomo”, così infatti ha titolato lo studente universitario che per primo ha pubblicato online il suo saluto natalizio del dicembre 2009.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE