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Papa Francesco: Il clericalismo strumentalizza la legge e tiranneggia il popolo

Pope Francis general audience October 26, 2016.

© Antoine Mekary / ALETEIA

<p> Pope Francis leads his weekly general audience in St. Peter&#039;s Square in Vatican City, October 26, 2016. &copy; Antoine Mekary / ALETEIA</p>

Iacopo Scaramuzzi - Vatican Insider - pubblicato il 13/12/16

Alla messa mattutina a Casa Santa Marta il Papa sottolinea che anche «il povero Giuda traditore e pentito non è stato accolto dai pastori».

Il male del clericalismo, presente ai tempi di Gesù e ancora oggi nella Chiesa, è una «prepotenza e tirannia» verso il popolo fedele di Dio da parte dei sommi sacerdoti che, dimenticando Abramo e Mosè, hanno strumentalizzato la legge creandone una «intellettualistica, sofisticata, casistica». Lo ha detto il Papa nella omelia pronunciata alla consueta messa mattutina a Casa Santa Marta. Francesco ha sottolineato anche «il povero Giuda traditore e pentito non è stato accolto dai pastori».

Il popolo umile e povero che ha fede nel Signore è la vittima degli «intellettuali della religione», «i sedotti dal clericalismo», che nel Regno dei cieli saranno preceduti dai peccatori pentiti, ha detto il Pontefice argentino a quanto riferito dalla Radio vaticana. Citando Gesù che nell’odierno Vangelo di Matteo si rivolge ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo, Francesco si è soffermato sul loro ruolo: «Avevano l’autorità giuridica, morale, religiosa», «decidevano tutto». Anna e Caifa, per esempio, «hanno giudicato Gesù», erano i sacerdoti e i capi che hanno «deciso di uccidere Lazzaro», o ancora, da loro è andato Giuda per «negoziare» e così «è stato venduto Gesù». Uno stato di «prepotenza e tirannia verso il popolo» a cui sono arrivati, dice il Papa, strumentalizzando la legge: «Ma una legge che loro hanno rifatto tante volte: tante volte fino ad arrivare perfino a 500 comandamenti. Tutto era regolato, tutto! Una legge scientificamente costruita, perché questa gente era saggia, conosceva bene. Facevano tutte queste sfumature, no? Ma era una legge senza memoria: avevano dimenticato il Primo Comandamento, che Dio ha dato al nostro padre Abramo: “Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile”. Loro non camminavo: sono stati fermi sempre nelle proprie convinzioni. E non erano irreprensibili!». Essi, ha continuato il Papa, «avevano dimenticato i Dieci Comandamenti di Mosè»: «Con la legge fatta da loro», «intellettualistica, sofisticata, casistica», «cancellano la legge fatta dal Signore», mancano della «memoria che attacca l’oggi con la Rivelazione».

La loro vittima, come è stato Gesù, è il «popolo umile e povero che confida nel Signore», «quelli che sono scartati», sottolinea il Papa, che conoscono il pentimento anche se non compiono la legge, e soffrono queste ingiustizie. Si sentono «condannati», «abusati», sottolinea ancora Francesco, da chi è «vanitoso, orgoglioso, superbo».

E «uno scarto di questa gente», osserva il Papa, è stato Giuda: «Giuda è stato un traditore, ha peccato di brutto, eh! Ha peccato forte. Ma poi il Vangelo dice: “Pentito, è andato da loro a ridare le monete”. E loro cosa hanno fatto? “Ma, tu sei stato il nostro socio. Stai tranquillo… Noi abbiamo il potere di perdonarti tutto!”. No! “Arrangiati come tu puoi! E’ un problema tuo!”. E lo hanno lasciato solo: scartato! Il povero Giuda traditore e pentito non è stato accolto dai pastori. Perché questi avevano dimenticato cosa fosse un pastore. Erano gli intellettuali della religione, quelli che avevano il potere, che portavano avanti la catechesi del popolo con una morale fatta dalla loro intelligenza e non dalla rivelazione di Dio».

«Un popolo umile, scartato e bastonato da questa gente»: anche oggi, è l’osservazione di Francesco, nella Chiesa accadono queste cose . «C’è quello spirito di clericalismo», ha detto il Papa: «I chierici si sentono superiori, si allontanano dalla gente,” non hanno tempo per ascoltare i poveri, i sofferenti, i carcerati, gli ammalati»: «Il male del clericalismo è una cosa molto brutta! E’ una edizione nuova di questa gente. E la vittima è la stessa: il popolo povero e umile, che aspetta nel Signore. Il Padre sempre ha cercato di avvicinarsi a noi: ha inviato suo Figlio. Stiamo aspettando, aspettando in attesa gioiosa, esultanti. Ma il Figlio non è entrato nel gioco di questa gente: il Figlio è andato con gli ammalati, i poveri, gli scartati, i pubblicani, i peccatori – ed è scandaloso quello…  –  le prostitute. Anche oggi Gesù dice a tutti noi e a anche a quelli che sono sedotti dal clericalismo: “I peccatori e le prostitute andranno avanti a voi nel Regno dei Cieli”».

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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