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“Un patto sociale per modelli economici più inclusivi e giusti”

Vatican Insider - pubblicato il 03/12/16

In un mondo «segnato da grande inquietudine» dove «la disuguaglianza tra i popoli continua a crescere» e «la gente vuole far sentire la propria voce» dando il proprio «legittimo contributo alle comunità locali e alla più vasta società» c’è il «bisogno urgente di più inclusivi e giusti modelli economici». Francesco ha ricevuto in udienza nella Sala Clementina gli imprenditori partecipanti al Fortune-Time Global Forum sul tema: «La sfida del 21° secolo: creare un nuovo patto sociale». 

Il Papa ha definito «davvero opportuno» il tema scelto, che ha «di mira il bisogno urgente di più inclusivi e giusti modelli economici». Ora si richiede, ha aggiunto, non «un nuovo accordo sociale in astratto», ma «idee concrete e un’azione efficace a vantaggio di tutti». Bergoglio ha ringraziato gli imprenditori di quanto fanno per «promuovere la centralità e la dignità della persona umana all’interno delle istituzioni e dei modelli economici, e per attirare l’attenzione sulla piaga dei poveri e dei rifugiati, che sono così spesso dimenticati dalla società».  

«Quando ignoriamo il grido di tanti nostri fratelli e sorelle in ogni parte del mondo – ha detto Francesco – non solo neghiamo loro i diritti e i valori che hanno ricevuto da Dio, ma anche rifiutiamo la loro saggezza e impediamo ad essi di offrire al mondo i loro talenti, le loro tradizioni e le loro culture. Questi comportamenti accrescono la sofferenza dei poveri e degli emarginati, e noi stessi diventiamo più poveri, non solo materialmente, ma moralmente e spiritualmente». 

«Il nostro mondo oggi – ha osservato Bergoglio – è segnato da grande inquietudine. La disuguaglianza tra i popoli continua a crescere e molte comunità sono direttamente colpite dalla guerra e dalla povertà o dalla partenza forzata di migranti e profughi. La gente vuole far sentire la propria voce ed esprimere le proprie preoccupazioni e paure. Vuole dare il proprio legittimo contributo alle comunità locali e alla più vasta società, e beneficiare delle risorse e dello sviluppo troppo spesso riservati a pochi. E ciò, mentre può creare conflitti e mettere a nudo le molte sofferenze del nostro mondo, ci permette anche di capire che stiamo vivendo un momento di speranza. Perché quando riconosciamo finalmente il male in mezzo a noi, possiamo cercare di sanarlo applicando la giusta cura». 

La presenza degli imprenditori è dunque «un segno di speranza». Il Papa chiede «una conversione istituzionale e personale; un cambiamento del cuore che conferisce il primato alle più profonde espressioni della nostra comune umanità, delle nostre culture, delle nostre convinzioni religiose e delle nostre tradizioni». Un rinnovamento che «non deve avere a che fare semplicemente con l’economia di mercato, con numeri da far quadrare, con lo sviluppo di materie prime e miglioramenti alle infrastrutture».

«No – ha aggiunto – ciò di cui stiamo parlando è il bene comune dell’umanità, il diritto di ogni persona di aver parte alle risorse di questo mondo e di avere le medesime opportunità di realizzare le proprie potenzialità, potenzialità che in ultima analisi si basano sulla dignità di figli di Dio, creati a sua immagine e somiglianza.

La nostra grande sfida è di rispondere ai livelli globali di ingiustizia promuovendo un senso di responsabilità locale, anzi personale, in modo che nessuno venga escluso dalla partecipazione sociale. Pertanto, la domanda da porci è come meglio incoraggiarci l’un l’altro e incoraggiare le nostre rispettive comunità a rispondere alle sofferenze e ai bisogni che vediamo, sia lontani sia in mezzo a noi.Il rinnovamento, la purificazione e il rafforzamento di solidi modelli economici dipende dalla nostra personale conversione e generosità verso i bisognosi». 

Francesco ha infine incoraggiato i partecipanti al Forum a «cercare vie sempre più creative per trasformare le istituzioni e le strutture economiche in modo che sappiano rispondere ai bisogni di oggi e siano al servizio della persona umana, specialmente di quanti sono emarginati ed esclusi». Coinvolgendo «coloro che cercate di aiutare; date loro voce, ascoltate le loro storie, imparate dalle loro esperienze e comprendete i loro bisogni». 

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