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Sapevi che sulla terra c’è una finestra per vedere il cielo?

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Morsa Images | Getty Images

Claudio De Castro - pubblicato il 02/12/16

Dio mi sorprende in modi che neanche immaginate. L’ho cercato per anni per scoprire alla fine, come Sant’Agostino e tanti altri “cercatori”, che è sempre stato al mio fianco, con me, in me.

La certezza di Dio mi spinge a scrivervi queste righe.

A volte penso che se Lo conoscessimo di più faremmo quello che Gli risulta gradito. Vivremmo il Vangelo nella sua radicalità.

Cercare Dio è in parte amarlo. Perché cercare implica il fatto di avere bisogno. Un bisogno che non verrà soddisfatto fino al giorno sublime dell’incontro.

Ho compiuto 59 anni e mi sento molto lontano dal comprendere tanto amore.

“Perché ci ami?”, Gli chiedo spesso.

Mi sento come il bambino che chiede centinaia di volte alla madre se gli vuole bene. A ogni abbraccio e sorriso della madre e a ogni risposta affermativa richiede: “Ma mi vuoi bene?” E quando si convince che non c’è amore più grande sulla terra, che nessuno potrà mai amarlo come sua madre, si ferma a riflettere e poi aggiunge un’altra domanda: “Perché?”

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C’è un’età in cui i bambini chiedono di tutto. Con Dio non ho superato quello stadio né quell’età. Non smetto di chiedere, cercare e indagare.

A volte mi fermo e dico: “Buon Signore, non ti infastidirò più con le mie domande. Confiderò semplicemente in te, perché so che mi vuoi bene”.

La conoscenza del cielo è un’altra delle mie inquietudini. A volte mi chiedo: “Come sarà?” Gesù ce ne ha parlato e ci ha detto come saremo alla nostra morte, e nonostante questo non smetto di chiedere. Vorrei che si aprisse una piccola apertura nella terra attraverso la quale poter guardare e parlarGli.

E dirgli che Gli voglio bene.

Mi sembra che sia stata Santa Teresa a dire: “Per me la preghiera è un impulso del cuore, un semplice sguardo al cielo”. Che splendida espressione!

Per me la finestra attraverso la quale posso guardare il cielo è l’Eucaristia.

Aspetto sempre con trepidazione il momento in cui il sacerdote eleva l’ostia consagrata e dice: “Il corpo di Cristo”.

Ho pensato che Gesù desidera che questo accada perché lo vediamo ed Egli possa vedere noi.

Ieri a Messa mi sono alzato, e quando il sacerdote ha elevato l’ostia ho saputo che mi guardava con quell’amore infinito con cui guarda tutti noi.

Che momento straordinario per l’adorazione…

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Il cielo si unisce alla terra.

Gli ho sorriso e Gli ho detto:

“Sono qui, Gesù. Ti vedo”.

Ho sentito che sorrideva… e che rispondeva con gentilezza e tenerezza:

“Sono qui, Claudio. Anch’io ti vedo”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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