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Papa Francesco: non farsi dominare da cose materiali e da sicurezze di questo mondo

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© Giancarlo GiulianI/CPP

Domenico Agasso jr - Vatican Insider - pubblicato il 27/11/16

Così il Pontefice durante l'angelus di oggi

Essere sobri, governare «le realtà materiali», non dipendere da «schemi consolidati» per essere pronti alle novità della vita e alle sorprese di Dio. Sono gli inviti lanciati da papa Francesco all’Angelus di oggi, 27 novembre 2016, nella prima domenica di Avvento.

Dalla finestra dello studio nel Palazzo apostolico vaticano il Pontefice, nell’introduzione alla Preghiera mariana, esordisce ricordando che «oggi nella Chiesa inizia un nuovo anno liturgico, cioè un nuovo cammino di fede del popolo di Dio. E come sempre incominciamo con l’Avvento». Poi sottolinea che «la pagina del Vangelo ci introduce in uno dei temi più suggestivi del tempo di Avvento: la visita del Signore all’umanità». La prima venuta coincide «con l’Incarnazione, la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme»; poi accade nel tempo «presente: il Signore ci visita continuamente, ogni giorno, cammina al nostro fianco ed è una presenza di consolazione»; infine «ci sarà la visita ultima, che professiamo ogni volta che recitiamo il Credo: “Di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”»; ecco, Dio «oggi ci parla di quest’ultima sua visita – spiega – quella che avverrà alla fine dei tempi, e ci dice dove approderà il nostro cammino».

La Parola del Signore «fa risaltare il contrasto tra lo svolgersi normale delle cose, la routine quotidiana, e la venuta improvvisa del Signore». Infatti Cristo afferma: «Come nei giorni che precedettero il diluvio, mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti». Osserva Francesco: «Sempre ci colpisce pensare alle ore che precedono una grande calamità: tutti fanno le cose solite senza rendersi conto che la loro vita sta per essere stravolta». Attenzione però: il Vangelo «non vuole farci paura – assicura il Vescovo di Roma – ma aprire il nostro orizzonte alla dimensione ulteriore, più grande, che da una parte relativizza le cose di ogni giorno ma al tempo stesso le rende preziose, decisive». In pratica, la «relazione con il Dio-che-viene-a-visitarci dà a ogni gesto, a ogni cosa una luce diversa, uno spessore, un valore simbolico».

Riflettendo «da questa prospettiva viene anche un invito alla sobrietà, a non essere dominati dalle cose di questo mondo, dalle realtà materiali, ma piuttosto a governarle». Invece se «ci lasciamo condizionare e sopraffare da esse, non possiamo percepire che c’è qualcosa di molto più importante: il nostro incontro finale con il Signore che viene per noi». Il Papa aggiunge senza leggere il testo scritto: «Questo è importante: le cose di ogni giorno devono essere indirizzate verso questo orizzonte», ossia l’incontro finale con Dio.

A quel punto, come si legge nel Vangelo, «due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato». Questo, evidenzia Papa Bergoglio, è «un invito alla vigilanza, perché non sapendo quando Egli verrà, bisogna essere sempre pronti a partire».

Nell’Avvento tutti «siamo chiamati ad allargare l’orizzonte del nostro cuore, a farci sorprendere dalla vita che si presenta ogni giorno con le sue novità. Per fare ciò – avverte Francesco – occorre imparare a non dipendere dalle nostre sicurezze, dai nostri schemi consolidati, perché il Signore viene nell’ora in cui non immaginiamo». E giunge «per introdurci in una dimensione più bella e più grande».

Il Papa invoca «la Madonna, Vergine dell’Avvento», affinché «ci aiuti a non considerarci proprietari della nostra vita, a non fare resistenza quando il Signore viene per cambiarla, ma ad essere pronti a lasciarci visitare da Lui, ospite atteso e gradito anche se sconvolge i nostri piani».

Dopo l’Angelus, prega per le popolazioni del nord Italia «che soffrono a causa delle alluvioni» e per quelle «del Centro America, specialmente Costa Rica e Nicaragua, colpite da un uragano e, quest’ultimo, anche da un forte sisma».

Il Pontefice augura «a tutti una buona domenica e un buon cammino di Avvento. Che sia un tempo di speranza! – auspica in conclusione – La speranza vera, fondata sulla fedeltà di Dio e sulla nostra responsabilità. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!».

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