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Vuoi comprare a tuo figlio un gioco intelligente?

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Pablo Cesio - pubblicato il 25/11/16
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Apparentemente divertenti e attraenti, richiamano anche l’attenzione dei genitoriÈ una casa da sogno, attraente anche per gli adulti. Schermi tattili, comandi vocali, assistenti virtuali. La famosa bambola Barbie ha una nuova “casa intelligente” da quando la Mattel ha deciso di dare un nuovo aspetto ai suoi giochi classici.

L’evoluzione era stata annunciata dall’uscita sul mercato di Hello Barbie, la bambola che permette di intavolare una “conversazione” attraverso un’assistente personale (un aspetto che non rimarrà più riservato all’immaginazione dei bambini, che prima passavano ore a creare dialoghi immaginari con i loro giochi).

Da qualche tempo, tuttavia, questa bambola ha iniziato a suscitare polemiche perché alcuni esperti hanno affermato che poteva creare problemi di sicurezza e privacy permettendo che persone esterne potessero accedere ai dati raccolti dal giocattolo.

La Mattel ha minimizzato la cosa, raddoppiando l’offerta e lanciando la “casa intelligente”.

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Negli ultimi anni, da quando la tecnologia ha iniziato a guadagnare sempre più spazio, il mondo dei giocattoli è cambiato. Questo aspetto richiede uno sguardo più attento da parte dei genitori.

In molti Paesi questo tipo di giochi ha subito un vero “boom”, ma solleva problemi se non si prendono alcune misure precauzionali. Con alcuni semplici accorgimenti e controlli, tutto potrebbe essere diverso.

Gli avvertimenti non riguardano solo la casa di Barbie. Il peluche Smart Toy Bear, della Fisher Price, che parla con i bambini e li esorta a spazzolarsi i denti e a fare i compiti, è stato attaccato quest’anno perché ha lasciato a disposizione i dati personali e le foto di oltre sei milioni di bambini in tutto il mondo e di circa cinque milioni di genitori, ha reso noto un reportage dell’ecuadoregno El Expreso.

Il principale punto debole di questi giochi riguarda il fatto che le informazioni che raccolgono viaggiano in Internet raggiungendo vari server che le processano e le interpretano. “Tecnicamente i dati sono ‘osservati’ da terzi, e allora se il fabbricante e i genitori non prendono le misure necessarie sorgono i problemi”, spiega il reportage.

Nella loro innocenza, i bambini riescono difficilmente a capire che tutto ciò che stanno facendo o dicendo può essere visto o ascoltato da altri, tra i quali i pirati informatici.

Il lavoro principale spetta ancora una volta ai genitori, perché i giochi non dovrebbero registrare i bambini fino a quando non è stata fornita l’approvazione.

I genitori dovrebbero controllare cosa consumano e fanno i loro figli mentre giocano, e forse questo tipo di situazioni può mostrare la necessità che i genitori siano più coinvolti nel gioco dei propri figli, stando con loro e accompagnandoli.

Bisogna, insomma, prendere l’iniziativa ed evitare che i giochi finiscano per essere più intelligenti dei genitori stessi.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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