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Il Papa ai vescovi Usa: “Creare cultura dell’incontro, basta muri”

Vatican Insider - pubblicato il 16/11/16

«La nostra grande sfida è creare una cultura dell’incontro, che incoraggi ad abbattere muri e a costruire pontiSiamo chiamati ad essere portatori di buone notizie per una società attanagliata da sconcertanti cambiamenti e da una crescente polarizzazione». Sono chiarissime le parole che Papa Francesco ha rivolto ai vescovi degli Stati Uniti, radunati a Baltimora per eleggere i nuovi vertici: alla presidenza è stato designato – come da tradizione – il cardinale Daniel Di Nardo, arcivescovo di Galveston-Houston e fino ad oggi vicepresidente, mentre come numero due è stato significativamente eletto l’arcivescovo di Los Angeles, José Horacio Gómez, di origini messicane e formatosi nell’Opus Dei.

Il Papa nel videomessaggio ha ricordato che durante tutta la sua storia, la Chiesa statunitense «ha accolto e integrato nuove ondate di immigrati. Nella ricca varietà delle loro lingue e tradizioni culturali, essi hanno forgiato il volto mutevole della Chiesa americana. In questo contesto – ha aggiunto – desidero elogiare il prossimo Quinto Encuentro Pastorale Nazionale Ispanico». La celebrazione del Quinto Encuentro inizierà nelle diocesi americane a gennaio e si concluderà con una celebrazione nazionale a settembre 2018.

L’Encuentro «cerca di riconoscere e valorizzare i doni specifici che i cattolici ispanici hanno offerto e continuano ad offrire alla Chiesa nel vostro paese. Ma è più di questo. È parte di un processo più ampio di rinnovamento e di impegno missionario, al quale tutte le vostre Chiese locali sono chiamate».

«La nostra grande sfida – ha detto ancora Bergoglio – è creare una cultura dell’incontro, che incoraggi gli individui e i gruppi a condividere la ricchezza delle loro tradizioni ed esperienze, ad abbattere muri e a costruire ponti. La Chiesa in America, come altrove, è chiamata ad “uscire” dal suo ambiente sicuro e ad essere un fermento di comunione. Comunione tra noi, con gli altri cristiani e con tutti coloro che cercano un futuro di speranza».

Il Pontefice ha invitato a «diventare sempre più pienamente una comunità di discepoli missionari, colmi di amore per il Signore Gesù e di entusiasmo per la diffusione del Vangelo. La comunità cristiana deve essere segno e profezia del piano di Dio per l’intera famiglia umana. Siamo chiamati ad essere portatori di buone notizie per una società attanagliata da sconcertanti cambiamenti sociali, culturali e spirituali e da una crescente polarizzazione». Proprio la polarizzazione è una delle malattie che affligge la società e anche il mondo cattolico statunitense.

«È mia speranza – ha concluso Francesco – che la Chiesa nel vostro paese, ad ogni livello, accompagni l’Encuentro con la propria riflessione e con discernimento pastorale. In modo particolare, vi chiedo di considerare come le vostre Chiese locali possono rispondere al meglio alla crescente presenza, ai doni e al potenziale della comunità ispanica. Tenendo conto del contributo che la comunità ispanica dà alla vita della nazione, prego perché l’Encuentro rechi frutto per il rinnovamento della società americana e per l’apostolato della Chiesa negli Stati Uniti».

Il ripetersi dell’espressione sui muri da abbattere e i ponti da costruire, il richiamo al contributo dei cattolici per superare la crescente polarizzazione e affrontare gli «sconcertanti cambiamenti» in corso nella società, l’invito alla valorizzazione dell’apporto ispanico descrivono bene quali siano le preoccupazioni di fronte al nuovo corso, per il momento soltanto annunciato, della politica Usa.

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