Durante il processo disse ai suoi persecutori: «Voglio premettere che, se occorresse, non esiterei a dare la mia vita per ciascuno di voi»
Si può vivere senza provare odio per i propri nemici? Si può arrivare a perdonarli e a considerarli fratelli ?
“Il cielo nel lager. Nijolė Sadūnaitė” (Itaca edizioni) di Giovanna Parravicini e Paola Ida Orlandi racconta la storia di Nijolė Sadūnaitė, una donna lituana che ha vissuto tre anni in un lager sovietico, e altri tre in confino in Siberia dal 1974 al 1980. La sua storia ci dimostra che è possibile essere felici e grati della vita anche di fronte ad esperienze drammatiche. Prima del libro è nata l’idea di girare un docufilm (dvd abbinato al libro in coedizione con “La casa di Matriona”) inserito in un contesto di fiction, e realizzato con il contributo di due attori non professionisti: l’interprete Julija, una giovane lituana, e Matteo, un ragazzo italiano che conduce l’intervista. Scrivono le autrici nella premessa:
«(…) Nijolė Sadūnaitė è due volte testimone: in un breve spaccato ci permette di ripercorrere, grazie a “una” storia particolare, “la” storia del totalitarismo in Europa con l’efficacia di una rara testimonianza diretta che, in aggiunta, è preziosa dal punto di vista educativo. Infatti, per rinnovare sé e il mondo, non servono principi disincarnati dalla realtà, bensì fatti concreti e persone compiute umanamente, che non sono sopravvissute, ma sono vissute liete fin negli angoli oscuri della terra (…)Solo in un secondo tempo si è sentita l’esigenza di accompagnare l’immagine con la parola scritta tramite un opuscolo che, quale completamento naturale del docufilm, si declinasse in due momenti: un approfondimento del contesto di popolo lituano in cui la Sadūnaitė è fiorita (…) e un primo piano sulla donna attraverso brani delle sue autobiografie, arricchiti dagli snodi più significativi dell’intervista del 2014 non inseriti nel filmato (…)».
LEGGI ANCHE:Come il KGB spiò Giovanni Paolo II