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Centofanti: interessi e ambiguità di chi ha potere? Bisogna avvertire i pericoli senza giudicare il cuore

Vatican Insider - pubblicato il 15/11/16

La Parola, l’eucarestia, tendono ad unire le persone; ce lo dice Gesù stesso nel vangelo (cfr Gv 17, 20-21). Il corpo mistico di Cristo, si può forse ritenere, non è solo composto dai battezzati ma, in vario modo, da ogni persona perché nessuno è fuori dal cuore di Gesù. Tutt’al più qualcuno può giungere ad un definitivo volersene sentire fuori. Cosa che il Signore rispetta. Il corpo mistico di Cristo porta tendenzialmente in sé un orientamento all’unità. E non ad un’unità qualsiasi, informe. Come tu Padre sei in me ed io in te. È un’unità familiare, personalissima, vicina, di Padre e Figlio nello Spirito. Nella Parola, nell’eucaristia, possiamo riscontrare una dinamica di tendenziale vicinanza concreta. La Parola tende al dialogo dal vivo, l’eucarestia necessita della presenza per essere celebrata e ricevuta. Il buon pastore conosce le sue pecore e le sue pecore conoscono lui (cfr Gv 10, 14), chiama ciascuna per nome (cfr Gv 10, 3). Le varie realtà possono rischiare di perdere il loro sano collegamento tra loro, il loro senso, se non vivono a misura d’uomo. Il popolo può divenire, in vario modo e misura, massa e, talora al tempo stesso, insieme di individui isolati. Non per nulla nella moltiplicazione dei pani Gesù fa disporre le persone a gruppi di cinquanta (cfr Lc 9, 14). Non si fa dunque dominare da una dinamica di massa ma la orienta a misura d’uomo. Possiamo dunque forse chiederci anche se, per esempio, la Parola, l’eucarestia, il popolo di Dio, non tendano anche, in vario modo, allo “a misura d’uomo”. 

Nella misura in cui una realtà religiosa diffusa, come il cattolicesimo in Italia, si orienta con sempre rinnovata attenzione alla “misura d’uomo” ogni aspetto della vita può venirne forse tendenzialmente stimolato, vivificato, equilibrato. Tanto più nella misura in cui tale tendenza si sviluppi sempre più in quella vissuta ricerca complessiva sull’umano (in Cristo) cui, per esempio, vado accennando in questi interventi. Qui vorrei citare il possibile caso dello stimolo alla costituzione di piccole imprese cooperative sui territori. Possibili nuove occasioni di incontro, di lavoro, di sviluppo di una dimensione umana, familiare, comunitaria. E questi possibili stimoli, in un reciproco scambio, al vario a misura d’uomo potrebbero diffondersi, almeno in qualche modo, in tutta la società. 

Gesù ama ogni persona come il suo amico del cuore ma di fatto ha atteggiamenti diversi a seconda delle persone perché ciascuna ha un suo personalissimo cammino. Vi possono essere per esempio tanti tipi di vicinanza. Con gli apostoli, alcuni discepoli, le pie donne, condivide sostanzialmente quasi tutta la vita quotidiana. Con altre persone questo atteggiamento non sarebbe, per esempio, delicato, potrebbe finire per non lasciare liberi. Potrebbero scattare dinamiche psicologiche meno equilibrate. Gesù era chiamato ad annunciare a tutto Israele la venuta del Messia, il farsi vicino del regno dei cieli. Era un compito particolare, come particolare, per esempio, è il compito del Papa, che è pastore universale in quanto vicario di Cristo. Ma si vede che Gesù cerca in mille modi anche su questa sua via il contatto, a misura, ravvicinato. Un aspetto tra i tanti che emerge circa i diversi tipi di vicinanza comunque concreta che Cristo tende a vivere si può riscontrare, come accennavo sopra, nel rapporto con le pie donne al suo seguito. Con loro può vivere una profonda vicinanza senza finire per condizionare la libertà del loro percorso forse perché come gli apostoli sono, pur con il loro umano bisogno di crescere, persone profondamente aperte ad un certo specifico cammino di sequela e di servizio. Anche, forse, dalla fondamentale, tendenziale, maturità di queste donne, dalla loro vicinanza a Gesù, dal loro vario servizio, dalla loro specifica chiamata, possiamo forse intuire qualcosa del loro ruolo così, sotto certi aspetti, influente e delicato. 

Gli inceppamenti dei sadducei che vogliono incastrare Cristo, non solo vengono illuminati dalle risposte a, vissuto, senso da parte di Gesù nella lettura delle scritture (cfr Lc 20, 27-38) ma anche dalla fede semplice di tanta gente (cfr 2 Mac 7, 9). È così interessante osservare che nel brano di Luca citato in questo paragrafo i sadducei sembrano irridere Gesù circa la risurrezione in cui loro non credevano in quanto non letteralmente citata nella Legge biblica. E lo fanno inventando l’esempio paradossale dei sette fratelli che subentrano l’uno dopo l’altro nel cercare di dare una discendenza ai precedenti che muoiono prima di avere figli dalla stessa donna. In cielo poi di chi sarà moglie? Ciò che non sembra in discussione è che la donna possa figliare. Sono i sette fratelli i malati, come può sembrare dimostrare il loro stesso morire, mentre la donna muore solo alla fine. La donna è, senza che i sadducei se ne avvedano, il popolo stesso di Dio, che, sotto certi aspetti, non viene reso fecondo dai loro intellettualismi. E i sadducei con i loro cervellottismi non si lasciano tendenzialmente rianimare dall’umanità appunto del popolo. 

Nella Chiesa una guida che non sta nel suo, magari esprimendo in pubblico orientamenti diversi, rispetto ad un’altra guida verso la quale la prima è chiamata ad un chiaro, specialissimo, ruolo di collaborazione, sta agendo di testa propria, non nella fede. La sua parola rischia di essere poco profonda, variamente intellettualistica. In altri casi un dialogo sereno, con buonsenso nella fede, cosa positiva. Anche cosa significhi obbedire, stare in comunione, può di volta in volta rivestire letture diverse a seconda delle situazioni concrete. Anche qui spiritualismo, razionalismo, legalismo, possono suggerire letture variamente schematiche, formalistiche. Interessante talora osservare che un punto così delicato e intimo come l’obbedienza profonda anche a causa di queste interpretazioni variamente poco equilibrate, non di rado prive di adeguate sfumature, possa “saltare” più o meno facilmente in chi le vive così. Magari con scusanti altrettanto cervellotiche, formalistiche, che allora possono più manifestamente segnalare l’essere, in varia misura, giochini astratti. 

Nella Chiesa ancora oggi si può talora avvertire l’influenza di un certo legalismo, ma il cammino in Cristo tende, all’inverso, a lasciar intuire la sua opera, la sua grazia, anche lì dove è meno pienamente esplicita. Per esempio, diversi riti del popolo d’Israele nell’antico testamento non sono solo simboli della successiva liturgia essenzialmente istituita da Cristo stesso. Ma sono riti nei quali già in qualche modo e misura opera quella o quell’altra specifica grazia di Gesù. E dunque ancora più profondamente del mero simbolo possono aiutare a meglio comprendere ciò che è stato istituito da Cristo. Emerge anche così sempre più profondamente la lettura delle scritture anticotestamentarie come, forse, la vivevano i profeti. Ossia cercando di andare al senso spirituale di quelle parole e non fermandosi ad una in realtà inesistente, ed infatti soggetta anch’essa a mille interpretazioni. 

Si può poi qui osservare che anche nell’antico testamento troviamo la figura dei profeti di corte. In realtà persone appartenenti a gruppi di potere, perfettamente allineate al proprio. Persone che occhieggiano al proprio gruppo di potere senza forse talora nemmeno più avvedersene. Persone, potrebbe accadere anche oggi, che, con una battuta, prima che parlino si potrebbe non di rado già profetizzare quello che rileveranno e cosa no. E i modi vari con i quali possono cercare di tirare le persone al loro mulino. In eventuali società in varia misura dei gruppi di potere che vi siano nel dibattito pubblico voci veramente libere e dunque tra l’altro non facilmente incasellabili (se si leggono i loro interventi) potrebbe rivelarsi talora un vero miracolo. E potrebbe accadere che tali voci vengano da qualcuno ascoltate solo perché si manifestano nel dibattito pubblico. Può talora non interessare la ricerca del vero e può interessare poco cercare di comprendere contributi originali ma piuttosto, per esempio, ciò che si dice in società. Tutto talora travestito di nobili ideali. Dunque apparenze, ambiguità, menzogna, interessi. Chiaro che, circa questi problemi, mi riferisco a chi detiene il potere. Per esempio lo schema “a misura d’uomo” può forse attenuare tali possibili dinamiche. Bisogna quindi avvertire questi possibili pericoli, senza giudicare il cuore di nessuno. 

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