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Australia, in cattedrale il memoriale per le vittime degli abusi

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Vatican Insider - pubblicato il 15/11/16
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Dal 4 dicembre nel giardino della cattedrale di Armidale – una delle diocesi australiane finite nella bufera per lo scandalo pedofilia – un memoriale ricorderà in maniera permanente le vittime degli abusi sessuali contro i minori. Ad annunciarlo è stata la diocesi con un comunicato in cui si spiega che il memoriale comprenderà una statua di «Maria Madre di Gesù, alla quale i cristiani da lunga tradizione si rivolgono in cerca di conforto», insieme a una panchina e a una targa che inviterà alla preghiera per le vittime di queste violenze. La scelta sta però facendo comunque discutere ad Armidale: una volta realizzato questo spazio, posto all’esterno del lato settentrionale della cattedrale, verranno infatti trasferiti lì tutti i nastri colorati che – su invito del movimento Loud Fence – centinaia di persone hanno legato in questi mesi alla cancellata principale d’ingresso della chiesa in segno di solidarietà alle vittime degli abusi, come accaduto in tante altre strutture ecclesiastiche in Australia nell’ultimo anno. 

Proprio questo aspetto viene contestato da alcune delle vittime che accusano la diocesi di voler rendere molto meno visibile la memoria delle vittime. In più – in una petizione che hanno lanciato contro l’iniziativa – lamentano il fatto che il memoriale ufficiale sorgerebbe nei pressi della tomba del vescovo Henry Joseph Kennedy, che è proprio il presule accusato di fronte alla Royal Commission di aver coperto i casi di violenze sessuali contro i minori avvenute nella diocesi di Armidale. 

Loud Fence – il muro che grida – è un’iniziativa partita l’anno scorso da un gesto personale di una donna di Ballamand, Maureen Hatcher. Come ex alunna della locale St. Alipius School ha collocato un nastro colorato sulla cancellata dell’istituto, come atto di solidarietà nei confronti di un ex compagno che ha scoperto essere stato vittima di abusi ai tempi della scuola elementare. Attraverso i social network questa denuncia del silenzio intorno ai casi di pedofilia è divenuto un gesto virale diffondendosi in tutta l’Australia e anche oltre i confini. Molte sono state anche le istituzioni cattoliche che lo hanno fatto proprio; e nel febbraio scorso anche il cardinale George Pell – già arcivescovo di Sidney, oggi prefetto della Segreteria per l’economia in Vaticano e lui stesso accusato davanti alla Royal Commission di non aver agito per fermare questi crimini – ha espresso pubblicamente il suo sostegno all’iniziativa. 

Alle polemiche suscitate dall’intenzione di spostare i nastri l’attuale vescovo di Armidale, monsignor Michael Kennedy, ha risposto difendendo il memoriale. «Sono rimasto colpito – ha spiegato – al vedere che mentre alcune vittime e i loro parenti vogliono un ricordo che sia molto pubblico altri trovano questa forma di memoria molto difficile e preferirebbero qualcosa di più discreto. Nelle ultime settimane alcune famiglie delle vittime mi hanno detto che avvertono i nastri come una nuova prova perché ricordano loro continuamente la violenza subita. Spero che la nostra scelta del memoriale sia accettabile per tutti – ha concluso -. Il memoriale vuole essere un’indicazione del fatto che non tollereremo il silenzio su questa tragedia nè lasceremo che le vittime e le loro famiglie siano dimenticate dalle generazioni che verranno». 

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