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Il Papa: l’unità dei cristiani è tra mie principali preoccupazioni

Papa Francesco

© ALEXANDER NEMENOV / AFP

Pope Francis and Catholicos of All Armenians Karekin II water a tree planted in a Noah's Ark sculpture during an ecumenical meeting and a prayer for peace in Yerevan's Republic Square on June 25, 2016. / AFP PHOTO / ALEXANDER NEMENOV

Vatican Insider - pubblicato il 10/11/16

Francesco ha ricevuto oggi in udienza i partecipanti alla sessione plenaria del dicastero vaticano che si occupa dell’argomento.

«Nel corso di quest’anno ho avuto l’opportunità di vivere tanti significativi incontri ecumenici, sia qui a Roma sia durante i viaggi. Ognuno di questi incontri è stato per me fonte di consolazione, perché ho potuto constatare che il desiderio di comunione è vivo e intenso». Lo ha detto papa Francesco ricevendo oggi in udienza nella Sala Clementina i partecipanti alla sessione plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

«In quanto vescovo di Roma e Successore di Pietro, consapevole della responsabilità affidatami dal Signore – ha aggiunto -, desidero ribadire che l’unità dei cristiani è una delle mie principali preoccupazioni, e prego perché essa sia sempre più condivisa da ogni battezzato».

«L’unità dei cristiani è un’esigenza essenziale della nostra fede. Un’esigenza che sgorga dall’intimo del nostro essere credenti in Gesù Cristo. Invochiamo l’unità, perché invochiamo Cristo. Vogliamo vivere l’unità, perché vogliamo seguire Cristo». «Non basta essere concordi nella comprensione del Vangelo – ha aggiunto -, ma occorre che tutti noi credenti siamo uniti a Cristo e in Cristo. È la nostra conversione personale e comunitaria, il nostro graduale conformarci a Lui, il nostro vivere sempre più in Lui, che ci permettono di crescere nella comunione tra di noi».

«Smascherando», nel corso dell’udienza «alcuni falsi modelli di comunione che in realtà non portano all’unità ma la contraddicono nella sua vera essenza», papa Francesco ha affermato che l’unità dei cristiani «non è il frutto dei nostri sforzi umani o il prodotto costruito da diplomazie ecclesiastiche, ma è un dono che viene dall’alto». In secondo luogo, «l’unità non è uniformità». «L’unità – ha chiarito – non è assorbimento». «L’unità dei cristiani non comporta un ecumenismo `in retromarcia´, per cui qualcuno dovrebbe rinnegare la propria storia di fede; e neppure tollera il proselitismo, che anzi è un veleno per il cammino ecumenico»,

«Amo ripetere – ha sottolineato ancora – che l’unità si fa camminando, per ricordare che quando camminiamo insieme, cioè ci incontriamo come fratelli, preghiamo insieme, collaboriamo insieme nell’annuncio del Vangelo e nel servizio agli ultimi siamo già uniti. Tutte le divergenze teologiche ed ecclesiologiche che ancora dividono i cristiani saranno superate soltanto lungo questa via».

Inoltre, ha detto «le differenti tradizioni teologiche, liturgiche, spirituali e canoniche, che si sono sviluppate nel mondo cristiano, quando sono genuinamente radicate nella tradizione apostolica, sono una ricchezza e non una minaccia per l’unità della Chiesa». Secondo il Papa, «cercare di sopprimere tale diversità è andare contro lo Spirito Santo, che agisce arricchendo la comunità dei credenti con una varietà di doni. Nel corso della storia, vi sono stati tentativi di questo genere, con conseguenze che talvolta fanno soffrire ancora oggi». Compito ecumenico, ha spiegato, «è rispettare le legittime diversità e portare a superare le divergenze inconciliabili con l’unità che Dio chiede. Il permanere di tali divergenze non ci deve paralizzare, ma spingere a cercare insieme il modo di affrontare con successo tali ostacoli».

Infine, ha concluso il Pontefice, «prima di vedere ciò che ci separa, occorre percepire anche in modo esistenziale la ricchezza di ciò che ci accumuna, come la Sacra Scrittura e le grandi professioni di fede dei primi Concili ecumenici». «Le varie comunità cristiane – ha aggiunto – sono chiamate non a `farsi concorrenza´, ma a collaborare».

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