Domenica 13 novembre monsignor Rosario Gisana a Gela chiuderà la Porta Santa della Misericordia con la celebrazione di ringraziamento, aperta il 6 gennaio, presso la Piccola Casa della Misericordia, e spalancherà il portone del dormitorio e del centro di spiritualità della misericordia, presso i locali della chiesa di Sant’Agostino, abitato fino al mese scorso dai preti Agostiniani che, dopo 600 anni, hanno lasciato il convento per mancanza di vocazioni.
«Penso che il primo bilancio del Giubileo della Misericordia sia molto positivo. L’intenzione del Santo Padre Francesco – afferma don Pasqualino di Dio, iniziatore della Fraternità Apostolica della Misericordia e della Piccola Casa della Misericordia – era quella di portare il Giubileo in tutte le diocesi e non di concentrare tutto a Roma. Penso che l’intento del Santo Padre non era quello di avere un giubileo di celebrazioni ma di riscoprire nella catechesi, nella predicazione e nell’azione il tema biblico della misericordia. La misericordia non è un sentimento o una devozione, è il movimento del cuore di Dio che si piega sulle piaghe dell’uomo ferito come ci raccontano le parabole del buon samaritano e del Padre misericordioso. Si sono aperte tante Porte Sante nelle estreme periferie del mondo, queste Porte aperte in tutte le Diocesi negli ospedali, carceri, case di cura e di carità, santuari, cattedrali, hanno fatto entrare il vento dello Spirito Santo che fa nuove tutte le cose e spinge ad andare nelle strade ad annunziare la misericordia del Signore. In questo anno, sono stato invitato come missionario della Misericordia inviato dal Papa, in varie diocesi d’Italia, Spagna, Lituania, Francia e ho visto questo grande fermento soprattutto nel vivere e celebrare il Sacramento della Riconciliazione. Anche nella nostra Piccola Casa della Misericordia di Gela abbiamo avuto la grazia di accogliere tante persone, da tutta Italia, che hanno attraversato questa porta, simbolo del cuore di Cristo aperto per noi. Abbiamo spinto la gente a non fermarsi al segno giubilare ma a “toccare la carne di Cristo” che sono i poveri e in molti ci hanno dato una mano per cucinare, sistemare, assistere i nostri fratelli. La Porta rimarrà aperta, perché Cristo ci ha detto che “i poveri l’avrete sempre con voi”, i poveri sono le porte sante! Abbiamo, inoltre, sistemato l’ex-convento di S. Agostino che sarà utilizzato come Centro di Spiritualità della Misericordia a livello nazionale con la possibilità di ospitare gratuitamente famiglie disagiate. Il Santo Padre Francesco ci ha fatto giungere un messaggio e la sua benedizione autografa. Nella situazione precaria in cui la nostra città di Gela vive, abbiamo sperimentato concretamente le meraviglie della provvidenza del Signore e la generosità degli uomini di buona volontà, un povero capisce un altro povero. Noi siamo andati avanti non con le chiacchiere dei potenti di turno ma con il cuore semplice di persone che riescono a condividere quel poco che hanno, e i gelesi hanno sempre dimostrato questa sensibilità. Il centro di spiritualità e il dormitorio rimarranno come “santuario di misericordia corporale e spirituale” di questo Anno Giubilare».
Il dormitorio sarà un prolungamento del Centro “Piccola Casa della Misericordia”, nato dopo un incontro privato con Papa Francesco, avvenuto il 2 aprile 2013, con don Pasqualino di Dio; lo stesso Pontefice chiese di fondare una Piccola Casa dedicata alla Misericordia dove tutti potessero sentirsi abbracciati dall’amor del Padre e, attraverso l’esercizio delle opere di misericordia, sentire la tenerezza della Chiesa. Come frutto del Movimento “Fraternità Apostolica della Divina Misericordia”, fondato nel 1996, e dell’Associazione “Dives in Misericordia”, la Piccola Casa è stata inaugurata il 22 marzo 2014 da monsignor Francesco Montenegro, oggi cardinale.
La Piccola Casa, in sinergica collaborazione con la Diocesi di Piazza Armerina e le istituzioni locali, opera nel territorio di Gela, oggi interessato da crescenti disagi sociali dovuti al processo di deindustrializzazione progressivo causato dalla crisi del polo petrolchimico gelese, unica realtà industriale dell’intera provincia di Caltanissetta. In questo difficile contesto sociale, per evitare lo spandersi della criminalità, si inserisce l’attività messa in campo dal Centro, grazie ai circa 90 volontari, che ogni giorno lavorano per andare incontro al disagio di oltre 2000 persone che mensilmente assiste.