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Dottor Strange, un supereroe psichedelico ispirato alla fede

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David Ives - pubblicato il 04/11/16
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La “magia” del film sarà estremamente coinvolgente per chi è sensibile alle tematiche spirituali Appena si sentono le prime note di Interstellar Overdrive dei Pink Floyd, ci si rende conto che il regista Scott Derrickson deve essere un grande appassionato del Dottor Strange. Dopo tutto, soltanto un fan sfegatato saprebbe che la copertina dell’album A Saucerful of Secrets dei Pink Floyd contiene un’immagine nascosta del Dottor Strange presa dal fumetto Strange Tales n.158, pubblicato dalla Marvel Comics nel 1967. E solo un fan del genere noterebbe che il testo di Cymbaline dei Pink Floyd, tratta dall’album More del 1969, faccia riferimento al Dottor Strange. Aver incluso il capolavoro dei Pink Floyd nella colonna sonora di Dottor Strange ci conferma dunque che la Marvel ha messo il suo ultimo film nelle mani di un vero appassionato. Ma la cosa più interessante è che, nel corso del film, appare sempre più evidente che hanno dato le redini di Dottor Strange ad uno dei cristiani più dichiarati che lavora ad Hollywood.

Per chi tra voi non conosce le vicende di questo fumetto quanto Scott Derrickson (e me, ovviamente), Dottor Strange è la storia del dottor Stephen Strange (Benedict Cumberbatch), probabilmente il neurochirurgo più brillante sulla faccia della Terra. Se non ne siete sicuri, chiedetelo a lui in persona, vi confermerà quanto appena detto. Strange è quel tipo di medico arrogante che non accetta i casi in base alle esigenze del paziente, ma in base a quanto questo possa influire positivamente sulla sua reputazione (che è già alle stelle). Ma una notte il suo mondo egocentrico cade a pezzi: un incidente d’auto danneggia la sua mano in modo irreparabile.

Passando in rassegna ogni potenziale rimedio medico, Strange viaggia fino a Kathmandu in cerca dell’Antico (Tilda Swinton), un eremita che in passato avrebbe compiuto dei miracoli. Dopo qualche difficoltà, Strange convince lo Stregone Supremo a prenderlo sotto la sua tutela. È qui che cominciano ad emergere le sensibilità evangeliche di Derrickson. Sebbene le “magie” utilizzate dai personaggi del film siano radicate nel nonsense che caratterizza il linguaggio di questo fumetto pseudoscientifico, alcune delle lezioni impartite dall’Antico sono sin troppo familiari a chi è sensibile alle tematiche spirituali. Ad esempio, Strange non riesce a fare progressi a causa della sua incredulità, perché testardamente convito che in questo universo indifferente esista solo ciò che si può toccare con mano. In una delle scene più belle del film, l’Antico si scaglia contro queste convinzioni atee, togliendole (letteralmente) dalla testa del suo apprendista.


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Oltre ad uno spiccato senso dell’umorismo, questa scena sottolinea quella che è probabilmente la caratteristica più impressionante del film: l’aspetto visivo. Dai trailer emergono alcuni effetti ispirati al film Inception. E nel mostrare il passaggio di Strange attraverso il multiverso, il regista attinge direttamente alle immagini surrealistiche del fumetto. Alla tavolozza psichedelica dell’ideatore del Dottor Strange, il fumettista Steve Ditko. Quindi, sebbene la narrativa si attenga alla storia dell’origine del supereroe (non necessariamente a suo discapito), le immagini rappresentano una vera e propria novità nel parco film realizzati dalla Marvel. E questo fa di Dottor Strange una rarità assoluta, un film da guardare in 3D.

Chiaramente, una volta che Strange è sul giusto percorso spirituale, non tardano ad arrivare i tentativi di sabotaggio da parte del male, che si palesa sotto forma di Kaecilius (Mads Mikkelsen), un allievo caduto dell’Antico. Attraverso un rituale proibito, Kaecilius prova a distruggere le barriere mistiche che proteggono la Terra, facendo entrare il terribile Dormammu nella nostra dimensione. Sì, il climax del film ci porta nell’ennesimo scenario di distruzione totale, ma Derrickson trova un modo intelligente e inaspettato per presentarlo. La sua soluzione gli consente anche di introdurre il concetto cristiano secondo cui un’apparente sconfitta è, a volte, il sentiero che conduce alla vittoria. Chiunque abbia mai meditato sulla crocifissione capirà dove il regista vuole andare a parare.

Dottor Strange è dunque il miglior film prodotto dalla Marvel finora? Probabilmente no. Ma è sopra la media, ed è sufficientemente “unico” da essere apprezzato anche dai patiti dei supereroi che iniziano ad essere annoiati dalle solite trame. E per chi ha la stessa passione di Derrickson (e la mia, ovviamente), Dottor Strange è il meglio che ci si sarebbe potuti aspettare.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]