Provare vergogna e senso di colpa può aiutare a migliorarci e a perdonarci a vicenda
La prima volta che ricordo di aver provato un profondo senso di vergogna è stata quando avevo 10 anni. Dopo aver individuato il rospo più grande che avessi mai visto nel nostro ranch di famiglia nel Texas, ho deciso di sezionarlo.
La creatura respirava piano, gli occhi neri fissi sull’erba di fronte a lei. Nella mano destra tenevo una grande pietra, che alla fine ho sbattuto con forza sulla sua testa. Materia celebrale giallastra è schizzata via dalla testa di quella creatura. Dopo averla girata, le ho preso la pancia con una mano e l’ho tagliata con un coltello da cucina. Le viscere dell’animale odoravano di putrefazione.
Mi sono sentita improvvisamente depressa, e anche il mio stomaco non stava così bene. Era la prima volta che distruggevo di proposito un altro essere vivente, eccettuando insetti o ragni. È stata anche l’ultima.
La vergogna ci fa bene?
Quella che ho provato quel giorno era davvero vergogna? O era senso di colpa? Spesso i due sentimenti sono intrecciati: riguardano entrambi la riprovazione nei confronti di se stessi, e a volte i termini vengono usati come sinonimi. Ad ogni modo, credo che le emozioni che sperimentiamo che ci chiedono di guardarci dentro e di rivalutare le nostre azioni siano utili. Nel mio caso, i sentimenti che ho provato per la storia del rospo hanno evitato che prendessi decisioni simili in futuro.
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